Thomas Helbig – Quiet days in Salò
Il lavoro di Thomas Helbig è una combinazione tra contraddizioni e intimità. E’ leggero ed elegante come una decorazione in una chiesa barocca e allo stesso tempo tanto tetro quanto una scultura medioevale o il film da cui il titolo della mostra è tratto.
Comunicato stampa
Non potrebbe esserci altra città in Italia se non Bergamo per Thomas Helbig dove tenere la sua prima mostra personale. La sola vera alternativa sarebbe stata Trieste ma ci stiamo ancora chiedendo se Trieste sia una città italiana o un dimenticato sobborgo austriaco.E allora non contiamoli. Poi, il fatto che Thomas Helbig sia nato a Rosenheim ha tanto a che fare con la cultura mitteleuropea quanto la città in cui la mostra è ospitata.
Il lavoro diThomas Helbig è una combinazione tra contraddizioni e intimità. E’ leggero ed elegante come una decorazione in una chiesa barocca e allo stesso tempo tanto tetro quanto una scultura medioevale o il film da cui il titolo della mostra è tratto (Salò, o le 120 giornate di Sodoma, di Pier Paolo Pasolini). “Quiet days in Salò” già dal titolo sottolinea una pace incredibile rispetto al film. Ancora una volta il bisogno di bilanciare l’instabilità obbliga l’artista a scegliere nient’altro se non opposti estremi. Ma siamo sicuri che questa pace non sia solo apparente?
Siamo sicuri che tutti noi non possediamo i terribili desideri dei quattro “men of power”?
Thomas Helbig è nato a Rosenheim nel 1967. Vive e lavora a Berlino.
Tra le numerose mostre personali ricordiamo: quella presso la galleria Guido Baudach, Berlino, (2010), China Art Objects, Los Angeles (2010), Vilma Gold, Londra, (2009), Bortolami, New York (2008) e Kunstverein Oldenburg, (2007).
Ha partecipato inoltre a mostre collettive al Musée des Beaux-Arts, Tourcoing (2008), Tel-Aviv Museum of Art (2008), Künstlerhaus Bethanien, Berlino (2008), ZKM, Karlsruhe (2007), Rubell Family Collection, Miami (2007), Tate Modern, Londra (2007), Goetz Collection, Monaco di Baviera (2006) e Oldenburger Kunstverein (2003).