Paolo Manazza – Paesaggi dell’Anima Contemporanea
In mostra una ventina di Uniques Works realizzati con interventi di pittura ad olio su un supporto di tela stampata con scatti realizzati personalmente dall’autore.
Comunicato stampa
Paolo Manazza è reduce dal successo di pubblico e critica per la sua recente personale in Francia (dal 2 giugno al 1 luglio, prorogata al 15 luglio 2011). “The Sound of Colors” è il titolo dell’esposizione svoltasi a Beausoleil, la deliziosa cittadina attaccata al cuore della capitale monegasca. Il Centre Culturel di Beausoleil è uno spazio che negli ultimi cinque anni ha ha ospitato mostre di grandi personalità internazionali dell'arte tra cui Cesar, Arman, Paul Jenkins e Pierre Soulages. Anche per ciò questa personale, curata da Cristiana Curti e Mimmo Di Marzio, ha consacrato Manazza come artista. Conosciuto come giornalista e saggista, esperto di economia dell'arte, Paolo ha saputo convincere gli esperti francesi per la sua capacità di trasferire sulla tela tutto il suo back-ground culturale: la passione per la musica, la classica e il jazz, l’amore per la pittura, quella americana, l’abstract painting, e quella europea della splendida stagione dell’informale.
A solo due mesi di distanza dall’evento francese, Paolo Manazza torna ad esporre nella sua città natale, Milano, con un progetto che ribalta ancora una volta tecniche e luoghi.
La personale dal titolo Paolo Manazza. Paesaggi dell’Anima Contemporanea ideata per CLICK!GALLERY, una galleria nel cuore della metropoli lombarda, presenta, dal 27 ottobre al 26 novembre, una ventina di Uniques Works realizzati con interventi di pittura ad olio su un supporto di tela stampata con scatti realizzati personalmente dall’autore. La mostra è curata da François Inglessis.
I temi svolti dall’artista sono sostanzialmente tre: paesaggi, persone e citazioni verbali od oggettuali (vetrine, performance, ecc). Tutti declinati al tentativo di sviscerare semanticamente l’aura dell’anima contemporanea. Soprattutto attraverso le vibrazioni cromatiche che compongono queste opere. Alcune si presentano con l’uso massiccio della pittura che quasi cancella la fotografia. Altre con semplicissimi e sintetici interventi.
Lo scopo di Paolo è sempre quello di cercare un equilibrio formale ed estetico della visione. Qualche volta lo sguardo è semplicemente accarezzato, come subisse un solletico verso l’anima rappresentata di cose o persone. Altre invece sembra suggerire un’interpretazione sinfonica. Le due versioni di “No Future” ne sono un esempio.
Nella più piccola, la magica fotografia di una semplice e commerciale vetrina di un negozio femminile, scattata in una cittadina del nord Italia, sembra intrecciare il tema delle partiture con l’accamparsi e susseguirsi di rossi, rosa e bianchi. Suggerendo la traslitterazione in un minuetto della tragica partitura iniziale. Nella versione grande tutto sembra quasi rasato e confluito nel gesto pittorico. O, ancora, in “East West”, un misterioso scatto che ha immortalato una performance di donne con il burqua su un ponte veneziano durante la Biennale del 2009: proposto da Paolo in diverse versioni, tutte giocate sulla colorazione dei due spazi cielo-terra che incorniciano perfettamente la scena, rafforzando così poeticamente l’attualissima allegoria di Venezia un tempo come oggi ponte tra diverse culture (per la cronaca la prima versione di “East West” è stata acquistata da Ann Pearlman Cocollo, già direttrice dello spazio pubblico di Beausoleil). Non resta che attendere il Vernissage per ammirare gli altri lavori che l’artista ha ideato e realizzato, tutti nel 2011.