Mario Mariotti
Il progetto, curato da Stefano Pezzato, si è sviluppato attraverso la ricognizione dei materiali raccolti nell’archivio riordinato da Francesca Mariotti, figlia dell’artista, che include numerose opere e oggetti, documenti e immagini originali, pubblicazioni e recensioni, reperti e memorie esaustivi di un’attività intensa quanto poliedrica, svolta prevalentemente a Firenze.
Comunicato stampa
Dal 9 ottobre 2011 al 30 aprile 2012 il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta la prima mostra dedicata a Mario Mariotti in un museo.
Il progetto, curato da Stefano Pezzato, si è sviluppato attraverso la ricognizione dei materiali raccolti nell'archivio riordinato da Francesca Mariotti, figlia dell'artista, che include numerose opere e oggetti, documenti e immagini originali, pubblicazioni e recensioni, reperti e memorie esaustivi di un'attività intensa quanto poliedrica, svolta prevalentemente a Firenze.
In seguito alla cessione della "bottega" di Mariotti in via Toscanella a Santo Spirito da parte dei suoi eredi, l'archivio è stato trasferito a Prato alla fine del 2010, confermando il ruolo di Museo regionale toscano per l'arte contemporanea svolto dal Centro Pecci. La retrospettiva ed il volume monografico che l'accompagna, realizzati dal Centro Pecci, costituiscono il riconoscimento di una personalità artistica fra le più vivaci e straordinarie, aperta e fuori dagli schemi, degli ultimi decenni in Toscana.
L'esposizione di una consistente selezione di opere e materiali d'archivio nello spazio solitamente dedicato ai progetti d'artista indica la volontà di affermare che, nello spirito della sua brillante ricerca ideativa e creativa e nella costante azione di recupero e ricostruzione di sua figlia Francesca, il lavoro di Mariotti è vivo. L'intero percorso operativo di Mariotti, oltre che in mostra, sarà documentato in un ricco volume monografico pubblicato dal Centro Luigi Pecci, con testi del curatore, interventi e progetti originali dell'artista, un vasto repertorio critico e iconografico.
Breve biografia dell’artista
Mario Mariotti
È nato a Montespertoli (Firenze) nel 1936 ed è morto a Firenze nel 1997 a sessant'anni, quaranta dei quali spesi ad inventare immagini e proporre realizzazioni tese ad allargare i confini della pratica artistica, a reinterpretare e aggiornare le radici culturali di una città, Firenze, considerata per eccellenza "la città dell'arte", di cui è stato insieme sincero promotore e sottile dissacratore, stimolando situazioni partecipate e progettando grandi eventi collettivi, "giocando" ininterrottamente con l'arte e con la vita, la propria e quella dei tanti con cui abitualmente collaborava.
Autore magmatico, sperimentatore assiduo di linguaggi visivi (a partire dal disegno, sua vera passione e autentica matrice artistica fiorentina, passando per la scenografia e la grafica, la pubblicità e l'editoria, la proiezione fotografica, la pittura, la scultura, l'installazione, l'azione pubblica, l'intervento estemporaneo), è stato animatore instancabile di un intero quartiere, Santo Spirito a Firenze, di cui ha incarnato l'anima popolare e l'abilità artigianale, l'ironia corrosiva e l'indole alla sfida, l'identità poetica e l'identificazione quotidiana con l'arte, rappresentata nella forma scenica e nell'azione organizzata della festa di piazza.
Rimangono memorabili le sue "imprese" spettacolari nello spazio urbano, in ambito pubblico o di vita quotidiana, ideate e organizzate personalmente e quindi condivise collettivamente: la proiezione del NO a caratteri cubitali sulla Cupola del Duomo di Firenze in occasione del referendum sul divorzio (maggio 1974); la simulazione del ritrovamento di un disegno di Leonardo in via Toscanella a Firenze e la costruzione del gioco/bicchierata della Dama di Bacco (1979) oggi conservato a Vinci; la proiezione di centinaia di progetti sulla facciata spoglia della chiesa di Santo Spirito (Piazza della Palla, estate 1980); la stesa dei Panni di artisti contemporanei alle finestre di Santo Spirito sul tema allegorico del fuoco (Fire-nze, 21 settembre 1985); la rievocazione pirotecnica per il bicentenario della Rivoluzione francese sulle sponde dell'Arno (Arnò 89, 14 luglio 1989); la messinscena di proiezioni, interventi e performance al chiaro di luna a Casa Malaparte a Capri (Cena verde, 7 settembre 1990); l'esposizione "fluida" di frammenti d'arte contemporanea sull'Arno davanti agli Uffizi (Polittico di San Giovanni, il 24 giugno 1991); la rappresentazione allegorica in forma di balletto dell'ultimo giorno di vita di Lorenzo Il Magnifico (Giuliano. Una morte fiorentina, giugno 1992; replicata al Joyce Theatre di New York nell'ottobre 1992 e nel contesto di "Fabbrica Europa" a Firenze nell'ottobre 1994); l'esposizione all'ex Stazione Leopolda di Firenze di un'intera quadreria d'arte contemporanea messa letteralmente Al muro! (ottobre 1995).
Unanimemente Mariotti è considerato "il pittore delle mani", trasformate in figure fantastiche di Animani (1980) e Umani (1982), riproposte in varianti continue fino a Giochi di mano (1992) e all'immagine simbolo Diladdarno (1994), diffuse in tutto il mondo attraverso fotografie, libri, pubblicità e video che gli hanno valso numerosi premi nazionali ed internazionali.
Operando "sempre ai margini dello specifico artistico e delle istituzioni", come ha sottolineato la critica Lara-Vinca Masini, Mariotti ha inoltre realizzato il Libro circolare (1968) conservato alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, considerato "il libro assoluto, indefinibile e infinito... illeggibile e pur contenente, insieme, tutti i libri del mondo", e un Teatro (1973-1984) immaginario ma reale, di cui ha venduto virtualmente i posti al prezzo praticato da un vero teatro, il Comunale di Firenze. Ha composto le copertine per le fortunate collane Il Castoro di letteratura (1967-1984) e cinema (1974-1986); ha ideato manifesti e cataloghi d'arte fra cui quello della retrospettiva di Henry Moore al Forte Belvedere di Firenze (estate 1972); ha concepito immagini guida, fra l'altro, per i convegni internazionali di critica d'arte svolti a Montecatini Terme (Critica 0, 1978 e Critica 1984, 1984), come pure il logo e la mostra d'apertura del ristorante italiano Mezzaluna a New York (1984) a cui hanno partecipato 77 artisti fiorentini invitati dallo stesso Mariotti.
È stato quindi autore di mostre personali alla Galleria Schema di Firenze (1973 e 1978), alla Galleria La Bertesca di Genova (1975), alla Galleria Primo Piano di Roma (1979), alla Galleria Vivita di Firenze (1986), all'Espace Mailly di Perpignan (1994), ma soprattutto è stato uno dei fondatori e animatori di Zona (1974-1984), il centro d'arte autogestito da un collettivo di artisti che per un decennio ha promosso e documentato le ricerche della neoavanguardia artistica fiorentina ponendola in contatto e a confronto con quelle coeve a livello nazionale e internazionale.
L'azione di riscoperta dell'attività di Mario Mariotti proposta dal museo pratese sarà affiancata da una serie di servizi didattici, ludici, di informazione e documentazione.
Nei fine settimana saranno attivati al museo laboratori didattici specifici, ideati dallo stesso Mariotti e adesso coordinati da sua figlia Francesca, rivolti a tutti ma soprattutto a quanti vogliano provare a "mettersi in gioco" e trasformare le proprie mani in stupefacenti strumenti d'immaginazione con semplici colori ad acqua facilmente lavabili.
Nei fine settimana al museo saranno effettuate anche visite guidate alla mostra.
Presso il bookshop del museo saranno disponibili pubblicazioni storiche ed edizioni speciali realizzate dall'artista e sarà distribuita un'inedita mappa "sulle tracce di Mario Mariotti a Firenze", collegata ad un apposito servizio di visite guidate su prenotazione nel capoluogo toscano.
Nell'ambito della prossima edizione de "Lo schermo dell'arte. Film Festival", in programma dal 21 al 24 novembre 2011 al Cinema Odeon di Firenze, a cura di Silvia Lucchesi, sarà inoltre proposto uno speciale "omaggio a Mario Mariotti" in video.