Pio Tarantini – Imago
Con questo lavoro, “Imago”, Pio Tarantini scrive il capitolo più recente di una ricerca artistica dal percorso quasi circolare, cominciato sin dagli anni settanta, quando realizza i suoi primi studi, in bianco e nero, sulla figura umana ripresa con il “mosso” fotografico che ne accentua la precarietà della visione.
Comunicato stampa
Con questo lavoro, "Imago", Pio Tarantini scrive il capitolo più recente di una ricerca artistica dal percorso quasi circolare, cominciato sin dagli anni settanta, quando realizza i suoi primi studi, in bianco e nero, sulla figura umana ripresa con il "mosso" fotografico che ne accentua la precarietà della visione. Influenzato in quel periodo della sua giovinezza dalla drammaticità della pittura visionaria e altissima di Francis Bacon, coltiverà sempre una predilezione per la figura umana "mossa", presente in molti suoi lavori nell'arco di più di trent'anni di ricerca.
L'uomo sul palcoscenico del mondo, in questa chiave visionaria e precaria, trova quindi spazio e sintesi in molte opere di Tarantini presenti e caratterizzanti suoi progetti espositivi ed editoriali precedenti: da "Il passato e i Pensieri" (1985) a "Studi sul mosso" (2002), a "L'ombra del vero" (2003) fino a "Scenari" (2006).
In questa esposizione presso lo Spazio Tadini di Milano Tarantini presenta una selezione di opere, in gran parte realizzate negli ultimi anni, divisa in due gruppi principali: da una parte opere della sua ricerca sulla figura umana che diventa protagonista assoluta, scandagliata, scomposta, "traccia" di vita in contesti minimali, quasi astratti; e dall'altra opere in cui la traccia della figura umana è inserita all'interno di un discorso visivo più vasto e contestualizzato, dove il paesaggio o l'ambiente rivestono un ruolo importante.
Le figure lasciano una traccia riconoscibile e nello stesso tempo sfuggente, complessa, quasi a sottolineare una dilatazione del tempo, il contrario della "cristallizzazione" tipica della fotografia. Tarantini fotografa la vita che passa: "Tutto scorre" (le figure mosse) e, nello stesso tempo "Tutto è" (i pochi elementi fissi di contesto).