Marco Sudati – Le storie di Geremia
Lieve come una piuma colorata che scorre sul “suo” fiume Adda è la poetica di Marco Sudati, artista capace di mantenere una grande freschezza narrativa unita a un denso universo di simboli e segni.
Comunicato stampa
Lieve come una piuma colorata che scorre sul "suo" fiume Adda è la poetica di Marco Sudati, artista capace di mantenere una grande freschezza narrativa unita a un denso universo di simboli e segni.
Nato a Pizzighettone, in provincia di Cremona, nel 1948, luogo che lo influenzerà nei suoi racconti pittorici, da oltre trent'anni l'artista espone e racconta le sospese vicende dei personaggi dei suoi dipinti che, come usciti dalle righe di una fiaba antica, paiono capitanati da quel Geremia che diventa alter ego dell'artista: un...Marco Sudati mai cresciuto, sempre in nuove situazioni, a confronto tra natura e progresso, dove un albero diventa casa e ricordi dell'infanzia affiorano tra voli di aquiloni.
Della stessa materia di cui son fatti i sogni, ora sgargianti e vivaci, ora luminosi e brillanti, i colori rendono la sua opera immediatamente riconoscibile, esposta tra Parigi, New York e San Francisco, presente alle principali Expo d'arte in Italia ed in Europa, capace di attraversare il mondo, coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Nel 1997 è invitato ad esporre al Palazzo della Permanente di Milano nella rassegna "Figurazioni Arte oggi in Lombardia".
La tecnica utilizzata è quella della pura pittura, come pochi ancora sanno fare, caratterizzata da piccoli oggetti resi in un intero colore: così, un rosso, nelle sue opere, non é semplicemente un rosso, ma é formato da un frutto rosso, una bici rossa, una giostra rossa, a comporre una sorta di mosaico in cui le tessere sono gli oggetti.
Guardando le opere di Sudati, sembra di vedere un nuovo Klimt, dove il calibrato uso dell'oro, come nella pittura simbolista viennese, annulla la materialità e il peso delle cose, elevando il quotidiano a un mondo parallelo che diventa arte.
Così, accade che le pagine dei quaderni di scuola possono diventare le fronde degli alberi, improbabili signore affiorano da finestre in cima ad essi.
È proprio l'albero, simbolo della perpetua rigenerazione, del ritorno alla necessità della vita genuina, costituita dalla semplicità del vivere e ancora l'albero della Genesi, quello di Adamo ed Eva dove tutto, con la fine, ha inizio, a diventare elemento ricorrente della ricerca di Sudati: "Noi siamo l'albero, eppure sediamo sotto l'albero, tra le foglie siamo l'uccello nascosto, siamo il cantore e siamo il canto" (Conard Aiken), unitamente all'immagine di una nuova umanità, ancora capace di sognare.
Sono forse queste caratteristiche, così apparentemente lontane dal nostro mondo iper-tecnologico, a far sì che dal 2001, le sue opere viaggiano per il mondo nelle suites e nelle cabine delle più prestigiose navi da crociera del gruppo Costa. Nel 2003 l'artista è stato scelto nella realizzazione pittorica di una delle prime cinque meridiane del comune di Monclassico, a illuminare la Val di Sole in provincia di Trento, e l'anno successivo all'UNESCO con sede a Parigi.
Dopo anni di pittura su tela, ora Marco Sudati affronta una nuova dimensione, quella scultorea; così le sue opere diventano dapprima oggetto - una giostra, un auto, una piramide - e successivamente, riprendendo lo scardinamento prospettico di Piero della Francesca, la pittura abbraccia la tridimensionalità. Costituito da parallelepipedi, il nuovo piano di lavoro gli permette di creare opere in movimento: lo spettatore ora diventa protagonista delle sue opere, decide di far scorrere il paesaggio, di tornarci indietro, di riguardarlo, il racconto si anima e diviene sempre più reale, e al contempo sospeso, magico, e quotidiano.