Aldo Damioli – VeneziaNewYorkParigi
Già ospite della galleria nel settembre del 2008, Damioli prosegue con scrupolo la sua doppia indagine: quella sulle città e quella sullo stile della pittura. Due viaggi – uno geografico, uno formale – che si svolgono paralleli e costanti nella carriera dell’artista. Di ogni luogo, Damioli esplora lo stereotipo culturale e visivo, per poi raffinarlo attraverso uno specifico codice di figurazione.
Comunicato stampa
La stagione autunnale della galleria MARCOROSSI artecontemporanea si apre con un ritorno
importante e molto atteso: l’artista milanese Aldo Damioli allestisce la sua seconda mostra
personale a Monza, con opere inedite dedicate a Parigi.
Già ospite della galleria nel settembre del 2008, Damioli prosegue con scrupolo la sua doppia
indagine: quella sulle città e quella sullo stile della pittura. Due viaggi - uno geografico, uno
formale - che si svolgono paralleli e costanti nella carriera dell’artista. Di ogni luogo, Damioli
esplora lo stereotipo culturale e visivo, per poi raffinarlo attraverso uno specifico codice di
figurazione. Per esempio, l’ormai consolidata formula delle VeneziaNewYork posa le fondamenta
sullo stile dei vedutisti veneti, mentre le Milano di qualche anno fa erano illuminate solo da fari di
auto e lampioni; invece le più recenti incursioni nella Cina metropolitana vengono scandite da un
rigore numerico fatto dell’alternanza di pieni e di vuoti.
L’iconografia globale di Parigi che Damioli si trova ad affrontare è sconfinata: dalle
rappresentazioni da cartolina a quelle più patinate, la città da secoli è pervasa da un’aura di
romanticismo cui non è facile sfuggire, e che infatti l’artista cattura ed enfatizza, con sottigliezza
e ironia. Il codice stilistico utilizzato per ritrarre Parigi è fatto di citazioni magrittiane e rimandi
divertiti a Peynet, e a ricordi d’antan: un linguaggio pittorico mirato a evocare atmosfere
dichiaratamente sentimentali.
La scelta di Parigi offre all’artista l’opportunità di misurarsi ancora una volta con luoghi comuni
diffusi nella cultura popolare del Novecento: confrontarsi con dei precedenti reiterati all’infinito, e
più o meno illustri, permette a Damioli di inventare nuovi punti di vista, giochi di presenze e
situazioni insolite (come il pittore en plein air che, abbandonato il suo cavalletto, scompare dal
quadro per lasciare le tele bianche e i passanti attoniti).
La città che si sveglia all’alba, oppure i tetti bagnati dopo la pioggia, il cielo al tramonto, o anche
le strade su cui comincia appena a nevicare: in sintonia con la Parigi del cinema e della
letteratura, i dettagli paesaggistici scelti dall’artista servono a produrre nell’osservatore un
inedito effetto sensoriale, più che cerebrale o simbolico.
Aldo Damioli, nato a milano nel 1952, ha partecipato a numerose e importanti mostre in Italia e all’estero; ne citiamo
solo alcune: nel 1999 è tra gli artisti invitati alla XIII Quadriennale d'Arte di Roma, nel 2000 partecipa a L'altra metà del
cielo, curata da A. Rubbini e P. Weiermair al Rupertinum di Salisburgo, mostra che approda nel 2001 alla GAM di Bologna
e nel 2002 al Museo d’Arte Moderna di Budapest; sempre nel 1999 partecipa alla rassegna Sui generis a cura di A. Riva;
nel 2004 allestisce una personale a Palazzo Frisacco di Tolmezzo (UD); da allora allestisce periodicamente mostre
personali nelle gallerie del gruppo MarcoRossi SpiraleArte (a Milano, Verona, Monza, Roma). Nel 2005 partecipa alla II
Biennale di Pechino, e a Fuori tema Italian feeling, in occasione della XIV Quadriennale di Roma; nel 2006 partecipa a
Ironica - La leggerezza dell’ironia, a cura di V. Dehò ed E. Pontiggia presso la Galleria del Gruppo Credito Valtellinese di
Milano; nel 2007 è invitato alle mostre: Nuovi pittori della realtà, a cura di M. Sciaccaluga al PAC di Milano e Arte italiana
1968 - 2007 Pittura, curata da Sciaccaluga nella prestigiosa cornice di Palazzo Reale; nello stesso anno partecipa anche a
La nuova figurazione italiana. To be continued, a cura di C. Canali, alla Fabbrica Borroni di Bollate, e alla rassegna
Anatomia dell’irrequietezza curata da L. Beatrice al Palazzo della Penna di Perugia. Nel 2011 è invitato a partecipare alla
mostra Arte Italiana dagli anni Ottanta agli anni Zero curata da E. Di Mauro nella Ex Chiesa di S. Francesco di Como;
inoltre, su invito di Duccio Trombadori, rappresenta la Lombardia alla 54.esima Biennale di Venezia. A fine anno sarà
protagonista di una doppia personale, insieme a Marco Petrus, allestita nel Serrone della Villa Reale di Monza.