Jacopo Benci – Débrayages
La mostra propone una selezione della copiosa produzione dell’artista, presentando solo i lavori più recenti – tra cui molti inediti – la cui esposizione è tesa a ricostruire quello sguardo fenomenologico che l’artista adotta da sempre nei confronti della realtà.
Comunicato stampa
Martedì 27 settembre alle ore 18.00 presso il Centro Luigi Di Sarro a Roma si inaugura la mostra personale di Jacopo Benci, Débrayages, a cura di Maddalena Rinaldi.
La mostra propone una selezione della copiosa produzione dell’artista, presentando solo i lavori più recenti – tra cui molti inediti – la cui esposizione è tesa a ricostruire quello sguardo fenomenologico che l’artista adotta da sempre nei confronti della realtà.
Il disinnesco o débrayage (di tempo, di spazio o del soggetto), di greimasiana memoria, è il filo conduttore dell’esposizione organizzata per aree tematiche: non-io, non-ora, non-qui.
La scissione tra enunciazione artistica e rappresentazione dell’immagine è infatti, nelle fotografie di Benci, una costante che si manifesta attraverso un’assenza: simulacri di passate soggettività, temporalità e spazialità. Simulacri attraverso i quali l’artista intesse racconti, descrive paesaggi, instaura relazioni profonde tra il visibile del quotidiano ed il recondito della propria coscienza. Le sue fotografie sono dei débrayages che narrano il rapporto tra l'individuo ed il territorio, quasi sempre volutamente anonimo e sconosciuto.
La ricerca estetica di Jacopo Benci è tesa allo svelamento della natura intima e profonda del luogo di appartenenza. L’artista si interroga ancora oggi, in un mondo completamente esplorato e tecnologizzato, sui possibili significati della sua terra, scavando e scovando, a ritroso nel tempo, una stratificazione di culture, identità e significazioni celate dietro le apparenze del paesaggio quotidiano che egli abita. Lo sguardo fotografico è per Jacopo Benci uno strumento di conoscenza di quella realtà urbana e naturale a cui appartiene, ed insita nei suoi scatti fotografici è una percezione visiva sensibile all’apertura verso territori nuovi e inesplorati.
Soglie, limiti, passaggi, ma anche parvenze, ricordi e memorie sono i soggetti di Sentieri Invisibili (2011), ma anche di Lontano e Luminoso (2009), attraverso la cui profondità l’artista rintraccia singolari epifanie, scovate nella quotidianità dell’ambiente vissuto giorno dopo giorno. Apparizioni improvvise, nelle opere in mostra, condurranno lo spettatore verso lo svelamento di universi altri, universi sui quali l’artista costruisce la sua identità.
Jacopo Benci vive e lavora a Roma. Il suo lavoro artistico comprende fotografia, installazione, video, film, performance; è stato esposto in gallerie e musei e presentato in festival e rassegne video in Italia, Argentina, Ecuador, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Russia, Stati Uniti, Thailandia, Ungheria.
Le sue mostre personali più recenti sono Un itinerario possibile – A possible itinerary 1981-2011, MLAC Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea, Università ‘Sapienza’, Roma, a cura di Lucrezia Cippitelli; Jacopo Benci. Itinerari in video (parte della serie ‘Testi e Testimoni IV’, organizzata dalla Casa della Memoria e della Storia), Sala Santa Rita, Roma (2011); Sentieri invisibili, Hybrida Contemporanea, Roma, a cura di Martina Sconci (2010); L’infraordinario, TraLeVolte, Roma, a cura di Rossella Caruso (2008, nell’ambito del festival FotoGrafia 2008).
Dal 1998 è Vicedirettore per le Arti Visive dell’Accademia Britannica, Roma; ha coordinato oltre 40 mostre di artisti britannici all’Accademia e in altri spazi espositivi a Roma e in Italia. Nel 2006 ha curato la mostra Responding to Rome. British artists in Rome 1995-2005, Estorick Collection, Londra.