I Formidabili anni Cinquanta
La Fondazione Credito Bergamasco ospita un percorso a due voci tra la pittura di Ennio Morlotti e quella di Romano Trojani. Una mostra colma di
paesaggi da riscoprire, con tutta la passione per l’arte che non si limita a vedere con gli occhi, ma impone di guardare con la mente.
Comunicato stampa
La Fondazione Credito Bergamasco ospita un percorso a due voci tra la
pittura di Ennio Morlotti e quella di Romano Trojani. Una mostra colma di
paesaggi da riscoprire, con tutta la passione per l’arte che non si limita a
vedere con gli occhi, ma impone di guardare con la mente.
Due grandi amici, due persone di cultura, due monumenti dell’arte italiana del
Novecento. Questo sono, e molto altro ancora, Ennio Morlotti (Lecco, 21
settembre 1910 – Milano, 15 dicembre 1992) e Romano Trojani (Caleotto Lc,
1926), protagonisti della nuova rassegna “I formidabili anni Cinquanta”,
fortemente voluta ed organizzata dalla Fondazione Credito Bergamasco,
nell’ambito della decima edizione dell’iniziativa “Invito a Palazzo”.
L’esposizione, prima rassegna italiana ad ospitare insieme i due Maestri del
Novecento, è l’occasione per apprezzare il percorso creativo compiuto da due
straordinari interpreti di un mondo appena uscito dalla seconda guerra mondiale.
Un mondo tanto povero dal punto di vista economico quanto ricco di vitalità e
creatività, quello de “I formidabili anni Cinquanta”.
“Il più giovane dei due artisti, Trojani, incontra Morlotti nel 1952 e ne diventa
subito amico devoto, racconta Angelo Piazzoli, Segretario Generale della
Fondazione Credito Bergamasco e curatore della mostra. Il loro sodalizio ha
cambiato definitivamente il modo di dipingere la natura di Lombardia. Nel
dettaglio, mentre Ennio Morlotti abbatteva la forma, Romano Trojani intesseva
nell’impaginazione dell’opera un pensiero matematico. Questa è la differenza
formale tra i due. Legati a filo doppio da un’amicizia profonda, i due lecchesi
sono accomunati dall’abitudine a pensare il mondo come meraviglia da
riportare sulla tela”.
Accompagnata da un catalogo di elevato livello qualitativo in distribuzione
gratuita al pubblico dei visitatori, la rassegna “I formidabili anni Cinquanta”,
apre il 1° ottobre e sarà visitabile, nel salone principale dello storico Palazzo del
Credito Bergamasco, fino al 28 ottobre.
Largo Porta Nuova, 2 – 24122 Bergamo – Tel. 035 393230 – Cod. Fisc. 95018020164
“Un viaggio per immagini potremmo intenderlo, un manifesto all’amicizia –
continua il Segretario Generale della Fondazione Creberg – dove il tempo è
distrutto; lo spazio non ha più confini: c’è solo un legame, quello tra due sodali,
Ennio e Romano, che unisce l’uno e l’altro. Discutevano di pittura, benché non
lavorassero fianco a fianco, e confrontavano i risultati delle proprie ricerche.
La loro amicizia è durata quarant’anni, fino alla morte di Morlotti”.
Dopo il tentativo, poi sfumato, da parte del Centro di Cultura di Lecco, nel 1972,
di mettere a confronto i due amici in un’unica rassegna, la Fondazione Credito
Bergamasco, per celebrare il 120° della nascita dello storico Istituto Bancario,
dà finalmente forma all’idea, quella di ospitare in questa modalità, trentasei tra
le migliori opere di Ennio Morlotti e Romano Trojani, attraverso un percorso
che offra l’opportunità di rileggere da vicino un particolare e significativo lasso
di tempo, quello compreso tra il 1950 e il 1960, a cui gli artisti danno forma
poetica.
“Se le convinzioni artistiche di Morlotti – aggiunge Anna Caterina Bellati
curatrice della mostra – facevano sì che di un ulivo bastasse rappresentare
qualche foglia per rimandare all’intero, Trojani nei suoi boschi rigogliosi
fabbrica un miscuglio di rami, tronchi e foglie rassomigliante a una tappezzeria
vegetale. Lo scorrere del fiume, dell’Adda, era il loro luogo d’incontro e di
contemplazione, il legame stretto e imprescindibile tra la storia di Ennio e
quella dell’amico Romano”.
Il lago, le montagne a corolla, gli alberi cedui sulle sue rive, i fiori
orgogliosi e “mai colti” e soprattutto il fiume, l’Adda. Sono questi i temi che
hanno guidato la mano degli artisti e che si trasformano in racconto pittorico
nelle tele dei due Maestri del ‘900, ospitate nell’elegante salone principale del
Palazzo storico del Credito Bergamasco.
Alla “gestualità dirompente” di Ennio Morlotti e alle suggestive cromie di
Romano Trojani, la Fondazione Credito Bergamasco aggiunge, nel ricco carnet
di iniziative organizzate per l’importante ricorrenza, due ulteriori prestigiose
esposizioni. Al primo piano del Palazzo, nella sala Consiliare, la rassegna “La
luce liberata nei capolavori del Lotto e del Moretto” (dal 1° al 16 ottobre 2011)
e negli spazi del Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo, la prima
“retrospettiva” dedicata al Maestro bergamasco, recentemente scomparso, Mario
Cornali, dal titolo “Silenzi” (dal 1° al 15 ottobre 2011).
Largo Porta Nuova, 2 – 24122 Bergamo – Tel. 035 393230 – Cod. Fisc. 95018020164
“Da tempo abbiamo voluto ripensare lo storico Palazzo in Largo Porta Nuova –
sottolinea Angelo Piazzoli – sede centrale del Credito Bergamasco, come luogo
di incontro, che invitasse i cittadini a esplorare l’arte e a fare nuove esperienze
di conoscenza. La Fondazione Credito Bergamasco opera, fra l’altro, con
questa finalità: avvicinare i cittadini al ricchissimo patrimonio artistico e alla
cultura di cui è dotata la città, la provincia di Bergamo e i territori in cui la
Banca opera (dei quali Lecco è parte integrante e significativa). Uno spazio
prestigioso, funzionale, innovativo. E come ogni spazio ha vissuto sino ad oggi
di contenuti, di proposte, di relazioni, di disponibilità, di protagonisti e di
precursori: un luogo aperto al territorio sul piano economico, che è diventato,
da almeno un lustro, punto di riferimento della comunità bergamasca anche sul
versante culturale. In questa direzione e in continuità rispetto alle precedenti
rassegne ivi organizzate (Baschenis, Bettera, Longaretti, Bonetti, Rossi, Frangi,
Riva…) si inserisce “I formidabili anni Cinquanta”, una mostra che intende
favorire il più ampio accesso di quanti intenderanno utilizzarla per un proficuo
e personale aggiornamento sulla pittura di un secolo così intenso di presenze e
di qualità espressive, anche ai fini di una migliore comprensione delle vicende
storiche, sociali e politiche che lo hanno attraversato”.