India
Un caleidoscopio fotografico per immergersi nel mare di colori, profumi e armonie magiche dell’Oriente.
Comunicato stampa
Un caleidoscopio fotografico per immergersi nel mare di colori, profumi e armonie magiche dell’Oriente. (Evento in occasione della Giornata dei Castelli aperti. L'ingresso comprende la visita guidata al Cstello e alla Cantina vinicola)
I fotografi: Valentina Di Francesco Carlo Sala Bonaventura Laise Denis Cassago Lorenzo Di Gennaro Nicolò Quirico
Valentina Di Francesco "Il Dio delle piccole cose" Il Dio delle piccole cose è un progetto nato da un viaggio nell’India del sud, a cavallo tra la regione occidentalizzata e ricca di Goa e le confinanti aree agricole del Karnataka, stato culla della religione e della cultura induista. Un’attenta ricerca nei momenti di intimità e svago degli indiani, concretizzata nel tentativo di cogliere e raccontare, senza le mistificazioni proprie della curiosità occidentale, la poesia di un qualcosa che loro sanno e che noi non conosciamo. Lo scatto della macchina fotografica avviene nell’istante in cui l’osservatore scompare e la vita riprende come se nulla fosse, l’istante in cui il Dio delle piccole cose si manifesta, in un movimento leggero, uno sguardo fugace, un braccio che cinge. Il Dio delle piccole cose, dal celebre romanzo di Arundhaty Roy, vuole essere il filo conduttore di questo ascolto, lontano dall’India della maximum city dell’esplosione globale, vicino ai piccoli gesti radicati che disegnano una profonda umanità.
Carlo Sala "I cavalli di Pushkar" Pushkar è un centro di pellegrinaggio Hindu molto famoso a 10 km da Aijmer. La settimana prima del plenilunio di Kartica, l’ottavo mese del calendario lunare hindu, decine di migliaia di pellegrini si mettono in cammino con ogni mezzo non solo dal Rajasthan, ma anche dal Punjab, dall’Haryana, dal Madhya Pradesh, dal Maharashtra, dal Gujarat e da Delhi. I primi quattro giorni della fiera sono dedicati al mercato del bestiame, durante il quale cammelli e cavalli sono messi in vendita nella steppa che circonda la città.
Denis Cassago "Monaci del Sikkim" “Monaci del Sikkim” è una raccolta di immagini di vita quotidiana scattate durante un viaggio nel Sikkim, in quello che un tempo fu un piccolo regno tra le vette Himalaiane a confine tra Nepal e Tibet, annessosi al federazione indiana nel 1975, mantenendo però inalterata la sua identità, legata alla cultura buddista, il cui culto fu introdotto dal santo Guru Rinpoche nel VIII secolo. Il buddismo è tuttora tramandato in monasteri e templi, attraverso l’insegnamento dei mantra, preghiere che vengono recitati durante la Puja e scritte su bandiere, in modo che il vento trasporti parole di pace e amore nel mondo intero.
Bonaventura Laise "Adorata acqua" Nella cosmologia indiana il mondo è composto da cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria e etere. Il corpo umano è coposto da questi elementi che devono rimanere in costante equilibrio tra loro. Nelle cerimonie religiose tutti e cinque sono richiamati con vari simboli e le divinità stesse sono connesse a uno o l’altro di questi elementi.
Lorenzo Di Gennaro "Benares" “Benares è la più antica città vivente e da quattromila anni milioni e milioni di indiani sono venuti qui a morire, certi di non dover tornare a vivere. Perché quella sponda occidentale del Gange è l’unico posto sulla terra dove gli dei lo permettono. Per questo Benares, la città sacra, la città della morte, è fuori dal mondo, appartiene a una diversa realtà, vive una diversa dimensione.” Queste parole di Terzani catturano la spiritualità che si respira e si vive nella città: un privilegio per chi ha la possibilità di raccontarla attraverso le immagini.
Nicolò Quirico "India,Universo danzante" Da una performance di Arianna Ballabio, danzatrice e Insegnante di danza, è nata questa serie fotografica dedicata al Bharatanatyam, uno dei principali stili di danza classica indiana e probabilmente una delle più antiche forme di danza al mondo di cui abbiamo testimonianza. Questa danza nasce nei templi dell’antica India del Sud come parte integrante del culto rituale eseguita dalle “Devadasi” (spose della divinità), danzatrici che consacravano la propria vita a danzare per la divinità del tempio, divenendo successivamente arte teatrale. Come in molte tradizioni orientali anche in India non vi è distinzione tra danza e teatro: i movimenti e la gestualità della danza presentano una forte valenza narrativa, minuziosamente codificata, attraverso la quale, servendosi di racconti mitologici, si esprimono i più profondi sentimenti umani. Il corpo danzante disegna perfette geometrie, scolpendo e definendo lo spazio circostante, narrando storie ed emozioni.