Eroi
La mostra, a cura di Danilo Eccher con il contributo di Alessandro Rabottini, indaga il lavoro di quegli artisti che osano, che hanno il coraggio di operare una scelta fino a farsi portatori, con la loro arte, di nuovi valori sociali. La selezione è deliberatamente caduta su grandi opere, magniloquenti, alcune delle quali sono state ideate appositamente per questa esposizione.
Comunicato stampa
La GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea presenta, a partire dal 19 maggio 2011, la mostra Eroi, a cura di Danilo Eccher con il contributo di Alessandro Rabottini.
La mostra indaga il lavoro di quegli artisti che osano, che hanno il coraggio di operare una scelta fino a farsi portatori, con la loro arte, di nuovi valori sociali. La selezione è deliberatamente caduta su grandi opere, magniloquenti, alcune delle quali sono state ideate appositamente per questa esposizione. È l’Arte che nell’età postmoderna - spesso associata alla fine dei grandi ideali e delle sicurezze ideologiche - diventa resistenza individuale, fa dell’accumulazione di saperi la sua stessa forza, e in questo scenario analitico va oggi ripensato il gesto “eroico”. L’eroismo oggi non è più lotta solitaria di un uomo: non c'è possibile azione eclatante che non possa immediatamente essere assorbita come fatto di cronaca o evento televisivo dal sistema globale di comunicazione. L’eroismo torna quindi alle sue caratteristiche originarie, volontà e ambizione, con il compito di ricostruire modelli ed etiche nuove, alternative possibili alla società.
L'individualità dell'artista è il centro pulsante nell'opera di Christian Boltanski, che celebra l'unicità del singolo, ma in un trionfo di grande impatto teatrale di cui è egli stesso regista. Mario Merz si confronta con il cosmo intero, così come i capolavori assoluti di Anselm Kiefer mettono in scena il dramma della storia e della memoria che si fa universale e toccante. Danh Vo e Latifa Echakhch prediligono un eroismo simbolico, sedimentato nella memoria collettiva. Gli Eroi rimangono fieri nonostante le lacerazioni, e resistono fermamente, come quelli rappresentati nei tratti sofferti di Georg Baselitz, oppure trovano la forza nei loro stessi incubi, come nelle installazioni perturbanti di Louise Bourgeois, o nella sofferenza come in Hermann Nitsch e Marina Abramović. L’Eroe è umano e vivo nel dipinto di Jenny Saville; il mito contemporaneo di Maria Callas diventa un’icona per Francesco Vezzoli; i calciatori assumono un’aurea di santità in Francesco Clemente. Nei grandi pannelli di Sean Scully, che combinano insieme astrattismo, pennellata densa e un caldo cromatismo, lo schema geometrico non ne occulta l'origine sottilmente poetica.
Per poter dare spazio a questo grande progetto saranno occupati, per la prima volta, sia l'Exhibition Area, la grande sala recentemente rinnovata al primo piano, sia lo spazio dell'Underground Project. Eroi costituirà infatti il collegamento ideale fra il taglio istituzionale, più fortemente storico, e le esposizioni dedicate alle sperimentazioni contemporanee. Si vuole così sottolineare l'eterna attualità dell'eroismo poetico, le cui radici affondano nella nascita stessa dell'arte.
Il catalogo della mostra, edito da Allemandi, riprenderà il carattere eroico, accostando i saggi di ambito storico-artistico con i versi di Patrizia Cavalli, grazie a uno straordinario testo poetico scritto per l’occasione. Completa il catalogo l’inquadramento filosofico affidato ad uno dei pensatori che hanno colto con maggiore precisione le dinamiche della società contemporanea, Antonio Negri. Teorico controverso, lontano dalla figura dell'intellettuale “assorto” nel suo stesso pensiero, Negri ha fornito una serie di analisi che non si sono limitate ad interpretare l'esistente, ma hanno partecipato fortemente ad esso. Il catalogo contiene inoltre le immagini degli allestimenti, realizzate dal grande fotografo Claudio Abate secondo la sua personale interpretazione.