Versus XVII
Giunto alla diciassettesima edizione, Versus conferma l’intento di mettere a confronto giovani artisti, i cui lavori si muovono fra pittura, scultura e video installazione.
Comunicato stampa
Mercoledì 5 ottobre 2011, alle ore 18.30, nello spazio Velan in Via Saluzzo 52, a Torino, inaugurerà la mostra collettiva Versus XVII a cura di Francesca Referza con opere di: Cristian Chironi, Danilo Correale, Giacomo de Vito, Giovanni Oberti, Paride Petrei, Luca Resta. Giunto alla diciassettesima edizione, Versus conferma l’intento di mettere a confronto giovani artisti, i cui lavori si muovono fra pittura, scultura e video installazione.
Versus è un appuntamento ormai consolidato della programmazione di Velan, centro d’arte contemporanea di Torino. Se in inglese con la parola versus si intende uno scontro (letteralmente contro), in latino, come avverbio, versus ha il significato di verso, in direzione di. Ed è in questa seconda accezione - scrive la curatrice nel testo in catalogo - che ho interpretato il progetto di mostra del 2011, selezionando sei artisti italiani, Cristian Chironi, Danilo Correale, Giacomo de Vito, Giovanni Oberti, Paride Petrei e Luca Resta diversi per provenienza, formazione e linguaggio, con l’intenzione di dare parzialmente conto di una ricerca, quella italiana, che, all’interno di un orizzonte comune, ha prospettive plurime, sfaccettate e caleidoscopiche. Cristian Chironi presenta Cutter, un progetto articolato in una performance e diversi libri d’artista. In mostra, tuttavia, solo questi ultimi. Una serie di eterogenei ed affascinanti volumi sulla natura, da cui l’artista ha tagliato via, con un taglierino, tutto ciò (piante, animali, paesaggi) che stiamo perdendo per sempre. Quello che rimane, tuttavia, nella progressiva sovrapposizione delle pagine, assume l’aspetto sorprendente di un collage pittorico in divenire. Danilo Correale sulle tracce del filosofo Pietro Barcellona, analizza la deprimente deriva della società italiana, sottolineando la grande diffusione del gioco, attraverso le molte forme di ‘giochi a premi’, il cui design, ormai parte della sfera mediatica contemporanea, viene trasformato da un software in un colorato ed ipnotico mandala, a simboleggiare il nuovo oppio di un popolo, passato dalla civiltà contadina del dopoguerra a quella del consumo compulsivo. Giacomo de Vito, riporta la mostra sul piano della tradizione attraverso l’uso della pittura. Quest’ultima tuttavia diventa il luogo della deformazione. Dunque maschere fatte di colori accesi e linee dure, che trasformano in modo potente ed originale l’idea tradizionale di ritratto. Giovanni Oberti presenta due lavori diversi per materiale e forma, eppure strettamente collegati tra loro: Senza titolo (8), Clessidra (Spettatore, tempo, spazio, superficie). Un neon il primo ed una scultura di grafite ‘disegnata’ a parete la seconda. Il tema, in entrambi i lavori, è evidentemente il tempo (e la visione). Un concetto proprio della speculazione sull’uomo e dunque interno alla storia dell’arte. Oberti ha un modo personale e minimale di riflettere sull’arte. A volte estremamente freddo, altre volte, invece, impregnato della patina del tempo e riscaldato dal filtro della memoria. Paride Petrei presenta due grandi carte d’insetti disegnati a biro sulla base di descrizioni entomologiche, senza tuttavia ricorrere allo studio del modello dal vero. La ricerca di Paride Petrei risulta spesso essere una poetica riflessione filosofica sul rapporto tra uomo (e dunque anche architettura) e natura. L’artista stabilisce, ogni volta in modo differente, una sorta di parallelismo tra i meccanismi apparentemente perfetti del mondo animale e quelli imperfetti della società dell’uomo. Petrei formula dunque delle ipotesi solidali caratterizzate da un sottinteso rigore intellettuale, che è molta parte del suo lavoro. Luca Resta presenta Lego, un’installazione in cui l’attitudine infantile al gioco, attraverso l’uso del metallo utilizzato per le monete, viene immediatamente trasportata su un piano economico e di attualità. Questa scultura giocosa, modificando il materiale – spiega l’artista - si trasforma e diventa metafora del rapporto con un oggetto che, da elemento di diritto quale è la casa, si è trasformata nel tempo in elemento di arricchimento e quindi di speculazione, obbligando ogni persona a subire questo dato di fatto. Per la XVII edizione Vezio Tomasinelli, fondatore e storico direttore di Velan, ha voluto rinnovare il concept del catalogo. Non più un contenitore di testo ed immagini, ma uno strumento vivo ed estremamente personale che ciascun artista ha, per questa prima ri-edizione, liberamente interpretato a proprio modo.
Cristian Chironi
(Nuoro nel 1974), vive e lavora tra Orani (Nu) e Bologna
Danilo Correale
(Napoli, 1982), vive e lavora tra Milano e Napoli
Giacomo de Vito
(Milano, 1976), vive e lavora a Torino
Giovanni Oberti
(Bergamo, 1982), vive e lavora a Milano
Paride Petrei
(Pescara, 1978), vive e lavora tra Pescara e Roma
Luca Resta
(Bergamo, 1982), vive e lavora tra Bergamo e Milano
Si ringraziano gli artisti e: Simone Ciglia, Paolo Di Paolantonio, Massimo Greco, Enrico Fornello, Milano; Cesare Manzo, Pescara, Roma; Galleria Raucci/Santamaria, Napoli, Xing/Raum, Bologna.