Rosella Restante – Visitando la parola
Nell’epoca dei codici globali e della comunicazione diffusa, rapida e planetaria, il linguaggio vive la perdita e lo svuotamento delle sue potenzialità comunicative. Rosella Restante nella sua installazione, propone con un profondo senso di perdita, di ri-potenziarne il valore estendendo la sua analisi ad altri livelli sensoriali, percettivi e cognitivi.
Comunicato stampa
Martedì 4 ottobre 2011 alle ore 18,00 presso lo Studio Arte Fuori Centro di Roma, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Rosella Restante, Visitando la parola a cura di Matteo Galbiati.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 21 ottobre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00
L’evento è il secondo appuntamento di Spazio Aperto 2011 ciclo di quattro mostre in cui i critici invitati dall’associazione culturale Fuori Centro, tracciano i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
Nell’epoca dei codici globali e della comunicazione diffusa, rapida e planetaria, il linguaggio vive la perdita e lo svuotamento delle sue potenzialità comunicative.
Rosella Restante nella sua installazione, propone con un profondo senso di perdita, di ri-potenziarne il valore estendendo la sua analisi ad altri livelli sensoriali, percettivi e cognitivi.
Questo progetto espositivo, si compone di un ciclo di tre nuovi ed inediti lavori. Troviamo tre sculture in carta che, rievocando nella forma arrotondata i rotoli del Mar Morto, riportano la trascrizione braille di una poesia di Emilio Villa. La condivisione di questi versi ha mosso la fase ultima della ricerca di Rosella Restante animando il suo interesse proprio sul tema del linguaggio nel senso profondo della sua unità base riconosciuta nella parola.
Rimane segno materico anche la grande installazione ambientale che prova a delineare al centro della sala dello spazio espositivo, il gesto grafico di una lettera dell’alfabeto. Il movimento plastico – terra-cielo – sottolinea il divenire di un fonema come presenza fisicamente visibile e ingombrante nella sua rilevanza e ridondanza scultorea.
Il linguaggio si fa invece voce percepita nella videoinstallazione .
La suggestione sonora si unisce al potere visivo delle immagini in un tutt’uno di puntuale e inequivocabile efficacia e senso.
Installazioni, sculture su carta, video e tracce audio diventano strumenti con cui l’artista intraprende la via di una riflessione all’interno della sua ricerca poetica rivolta alla parola, nell’attualità del proprio tempo e nel mistero mutevole e profondo della sua anima. Parola e linguaggio vivono agli occhi dello spettatore un’estensione di campo, un allargamento di confine che lo portano, con l’indispensabile consapevolezza, a ri-visitarne l’origine viva, a ritrovarne il nervo pulsante della loro essenza.