Daniele Galliano / Zoran Music

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO LEONE DA PEREGO
Via Monsignor Eugenio Gilardelli 10, Legnano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
19/11/2011

ore 11.30

Contatti
Email: comunicazioni@legnano.org
Editori
ALLEMANDI
Artisti
Zoran Music, Daniele Galliano
Curatori
Luca Beatrice, Flavio Arensi
Uffici stampa
CLP
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Novanta opere – più di 50 dipinti, oltre a disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni – ripercorrono la carriera di uno dei maestri del Novecento, i cui lavori hanno caratterizzato il panorama creativo italiano e internazionale. In contemporanea, le sale del palazzo legnanese accoglieranno la personale di Daniele Galliano, uno dei protagonisti della pittura figurativa italiana.

Comunicato stampa

A LEGNANO – PALAZZO LEONE DA PEREGO
DAL 19 NOVEMBRE 2011 AL 19 FEBBRAIO 2012
LA MOSTRA
ZORAN MUSIC
Se questo è un uomo

Ottanta opere – più di 50 dipinti, oltre a disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni – ripercorrono la carriera di uno dei maestri del Novecento, i cui lavori hanno caratterizzato il panorama creativo italiano e internazionale.

In contemporanea, le sale del palazzo legnanese accoglieranno la personale di Daniele Galliano, uno dei protagonisti della pittura figurativa italiana.

Dopo il successo di Rodin. Le origini del genio, con 40.000 visitatori, Legnano propone un’esposizione di rilievo storico e critico, dedicata a Zoran Music (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005), una delle personalità più riconosciute dell’arte italiana del Novecento.

Curata da Flavio Arensi, direttore artistico di SALe – Spazi Arte Legnano, l’iniziativa, dal titolo Se questo è un uomo, presenterà ottanta opere – più di 50 dipinti, oltre a disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni – in grado di ripercorrere, attraverso i suoi cicli più importanti, la carriera dell’artista che meglio ha saputo unire tematiche e visioni dei grandi maestri europei che hanno indagato l'umanità.
Music è stato celebrato dalle più importanti istituzioni italiane e straniere, come testimonia l’ampia retrospettiva del Grand Palais di Parigi nel 1995, oltre a quelle di Villa Medici a Roma e di Palazzo Reale a Milano nel 1992, del Musée d’Art Moderne della capitale francese (la prima antologica di un artista ancora vivente) e alle varie partecipazioni alla Biennale di Venezia.

La mostra legnanese ruoterà attorno al fulcro costituito dal ciclo Noi non siamo gli ultimi, iniziato negli anni Settanta, dedicato al dramma della deportazione e dell'internamento nel campo di Dachau della Germania nazista, unanimemente considerato dalla critica internazionale il più interessante e intenso nucleo pittorico del maestro. Saranno esposti anche alcuni disegni del 1945 realizzati proprio a Dachau. Questi disegni e molti dei dipinti del ciclo sono totalmente inediti per l'Italia, essendo stati per lungo tempo in collezioni private americane e da poco rientrati in Europa.

Sette sono le sezioni che compongono il percorso della retrospettiva, all’interno del quale si osserverà come, dai paesaggi dalmati fino alle ultime estreme figure degli anni Novanta, passando attraverso i motivi vegetali o le vedute urbane, il linguaggio di Music usi una medesima grammatica poetica, ponendo sempre al centro della propria analisi il “nodo” umano, l'esperienza esistenziale. Si tratta, dunque, di una sorta di viaggio che rimanda ai singoli nuclei pittorici, unendo tutti i periodi storici, dagli esordi degli anni Quaranta, fino alle ultime realizzazioni.

All'interno del mondo di Music si sente costantemente una forte attrazione per la vita, in ogni sua particolare declinazione e forma. I grandi pini si trasformano così nelle mani aguzze dei morti, che tornano in forma di corda usata per i moli veneziani, e i grandi territori dalmati sono una amplificazione dei confini della serie litografica della Cadastre de cadavres - un doloroso cumulo di corpi scheletrici senza vita - mentre gli autoritratti e i ritratti dell’amata moglie Ida, o le figure uncinate, sono la trasfigurazione del mistero della vita, tutto con un ritmo pittorico unico fra gli artisti del secolo scorso.

Per il Sindaco di Legnano Lorenzo Vitali «Le nuove iniziative espositive rappresentano, dopo il grande successo di Rodin, la continuazione di un impegno ormai decennale dell’amministrazione legnanese nel campo dell’arte. In un periodo economicamente difficile, la città tiene fede a un progetto culturale forte che in questi anni ha portato sul territorio artisti di importanza internazionale, con grandi riscontri sia di pubblico che di critica. La cultura si conferma dunque un bisogno fondamentale per tutti, tanto più in periodi duri, poiché porta alle persone ricchezza interiore e identitaria, insieme ad una speranza per il futuro».

L’esposizione, che aprirà l'anno di iniziative legate alla Slovenia e a Maribor capitale della cultura europea 2012, si avvale di un comitato scientifico composto da Flavio Arensi, Adriano Baccilieri, direttore Accademia di Belle Arti di Bologna, Flaminio Gualdoni, preside del Dipartimento di comunicazione e didattica dell'arte all’Accademia di Belle Arti di Brera, Luca Beatrice, critico e storico dell'arte, Gojko Zupan, storico dell'arte e tra i maggiori esperti di Music, Lorenzo Respi, assistente alla curatela della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, Davide W. Pairone, ricercatore all’Università per Stranieri di Perugia.

L’iniziativa s’inserisce in linea di continuità con l’attività di SALe – Spazi d’Arte Legnano, nel solco tracciato dalle monografiche dedicate a Francisco Goya, Käthe Kollwitz, Varlin, Leonardo Cremonini che di Music sono stati colleghi e compagni di viaggio o semplicemente dei maestri da cui trarre ispirazione.

Catalogo Umberto Allemandi & C con testi di Flavio Arensi, Gojko Zupan, Lorenzo Respi, Davide W. Pairone, e una testimonianza su Music del grande scrittore italo-sloveno Boris Pahor.

In contemporanea, dal 19 novembre 2011 al 19 febbraio 2012, Palazzo Leone da Perego di Legnano ospiterà Urbi et Orbi, la personale di Daniele Galliano, uno dei principali protagonisti della pittura figurativa del nostro paese a partire dagli anni Novanta, che ha iniziato portando all’estremo l’idea di corpo per poi indagare il paesaggio e gli spazi aperti con una ricerca tutta interna al linguaggio della pittura, ben aldilà dell’immagine stessa.
La mostra, curata da Luca Beatrice, presenterà un corpus di quindici dipinti dell’artista torinese (Pinerolo, 1961). La sua pittura implica un tempo che si concentra sulla dimensione del momento attuale, privo di passato e di futuro. I suoi quadri più attuali hanno inquadrature non frontali, spesso pochi colori e propongono una prospettiva priva di profondità per marcare la loro dimensione assoluta in un presente in continuo movimento. Il linguaggio espressivo dell’artista, fin dagli esordi, si caratterizza per quel lasciare in voluta evidenza il fatto che ogni dipinto è tratto da una foto, oppure nasce da un’immagine vista, catturata e rielaborata attraverso una forte componente emotiva. In catalogo testi di Luca Beatrice, Flavio Arensi, Silvia Bottani.

Maurizio Cozzi, assessore alla cultura della città di Legnano, sottolinea «la grande attenzione che la città dedica ai maestri della nostra contemporaneità. Music, d'altronde, ha caratterizzato il dialogo fra la cultura mediterranea e quella nordeuropea, traducendo in pittura il dramma che ha segnato il nostro continente, ma senza trasformalo in una presa di posizione faziosa, invece richiamando tutti gli uomini ai propri doveri di esseri civili. Anche Galliano dimostra un'attenzione particolare per l'uomo, in tutte le sue dimensioni, da quella intima e sessuale, fino ai grandi raduni di massa, ed è un piacere per la città cercare un confronto fra due personalità tanto potenti nell'uso del linguaggio pittorico».

Catalogo Umberto Allemandi & C.

Anton Zoran Music. Note biografiche
Anton Zoran Music nasce nel 1909 il 12 febbraio 1909 nel villaggio di Bukovica presso Gorizia, all’epoca città sotto il dominio austro-ungarico, oggi Slovenia.
Nel 1922 segue la famiglia in Austria, dove realizza i primi disegni. Tra il 1930 e il 1935 frequenta l’Accademia di Belle Arti a Zagabria, allievo del pittore croato Babic, formatosi presso Von Stuck a Monaco. Sempre nel 1935, conclusi gli studi, soggiorna a Madrid e a Toledo. L’anno seguente risiede in Dalmazia. Partecipa a due mostre collettive a Zagabria e Lubiana (1941-1942). In seguito all’occupazione italiana di territori dalmati e sloveni, rientra a Gorizia. Nel 1943 espone a Trieste (Galleria De Crescenzo) e alla Piccola Galleria di Venezia. Nel 1944 le SS lo deportano a Dachau, dove disegna in una febbrile e segreta attività le vittime dell’Olocausto. Dall’aprile del 1945 è libero. Torna a Venezia, dove dipinge i primi Cavallini, che diverrano un soggetto tipico, assieme alle serie delle Zattere e di San Marco. Nel 1948 espone a Venezia (Biennale) e a Roma (Galleria l’Obelisco). Kokoschka visita più volte il suo studio, molto frequentato anche da Campigli. Vende diversi dipinti alla contessa Pecci-Blunt e alla principessa Caetani (sue collezioniste). Soggiorna spesso in Svizzera, specie a Zurigo e vi esegue le prime litografie (1948), incide per la prima volta a puntasecca nel 1949 a Venezia (le più antiche acqueforti risalgono invece al 1955). Vince, assieme a Corpora, il Premio Parigi per la pittura (1951), esponendo quindi alla Galérie de France a Parigi (1952), con la quale stipula un contratto che gli consente di stabilirsi nella città francese (1953). In questo periodo si afferma professionalmente. Ha uno studio a Montparnasse, un altro presso l’Accademia di Venezia; si fa conoscere a New York (1953-1954), Londra e partecipa alla Quadriennale romana con una sala personale (1955). Ottiene il Premio della Grafica alla Biennale Internazionale di Venezia (1956), alla Biennale di Lubiana (1957) e il Premio UNESCO alla Biennale veneziana (1960). Nel frattempo incrementa l’attività d’incisore e, più tardi, di litografo. Nel 1962 viene pubblicato il catalogo completo dei suoi disegni dal 1947 al 1961, anno peraltro cui risale l’avvio di una produttiva collaborazione con il gallerista Ugo Meneghini. Vanno citate le ampie retrospettive svoltesi a Parigi (1972), Darmstadt (1977), Venezia (1980), e l’antologica del Grand Palais di Parigi (1995) e le mostre “Music opere” 1946-1985, Venezia, Ala Napoleonica e Museo Correr (1985) e “Zoran Music” all’Accademia di Francia in Roma (1992).
Muore nel 2005 a Venezia.

Daniele Galliano. Note biografiche
Daniele Galliano nasce a Pinerolo (To) nel 1961. Completamente autodidatta, da ragazzo dipinge ritratti di turisti in Liguria e studia i grandi maestri e la storia della pittura. Incoraggiato da alcuni suoi giovani colleghi, presenta i suoi lavori all’Unione Culturale di Torino nel 1991, ottenendo immediato successo e iniziando a collaborare con alcune prestigiose gallerie italiane, tra cui In Arco, Torino, Studio Cannaviello, Milano, Studio Raffaelli, Trento, Marco Noire, Torino. Nel 1996 tiene la sua prima personale da Annina Nosei a New York, esponendo diverse volte all’estero – Galerie Voss, Düsseldorf, Galeria Districto Cu4tro, Madrid, Livingstone Gallery, De Haag, Esso Gallery, New York, Södertälje konsthall, Svezia. Nel 2009 ha rappresentato l'Italia alla Biennale di Venezia. Vive e lavora a Torino.

Legnano, ottobre 2011

A LEGNANO – PALAZZO LEONE DA PEREGO
DAL 19 NOVEMBRE 2011 AL 19 FEBBRAIO 2012
LA PERSONALE DI
DANIELE GALLIANO
Urbi et Orbi

La mostra presenta 15 lavori recenti di uno dei protagonisti della pittura figurativa italiana.

In contemporanea, le sale del palazzo legnanese accolgono la mostra di Zoran Music. Se questo è un uomo che, attraverso novanta opere ripercorre la carriera di uno dei maestri del Novecento.

Dal 19 novembre 2011 al 19 febbraio 2012, Palazzo Leone da Perego di Legnano ospita Urbi et Orbi, la personale di Daniele Galliano, uno dei principali protagonisti della pittura figurativa del nostro paese a partire dagli anni Novanta, che ha iniziato portando all’estremo l’idea di corpo per poi indagare il paesaggio e gli spazi aperti con una ricerca tutta interna al linguaggio della pittura, ben aldilà dell’immagine stessa.

La mostra, curata da Luca Beatrice, presenta un corpus di quindici dipinti recenti dell’artista torinese (Pinerolo, 1961). La sua pittura implica un tempo che si concentra sulla dimensione del momento attuale, privo di passato e di futuro. I suoi quadri più attuali hanno inquadrature non frontali, spesso pochi colori e propongono una prospettiva priva di profondità per marcare la loro dimensione assoluta in un presente in continuo movimento. Il linguaggio espressivo dell’artista, fin dagli esordi, si caratterizza per quel lasciare in voluta evidenza il fatto che ogni dipinto è tratto da una foto, oppure nasce da un’immagine vista, catturata e rielaborata attraverso una forte componente emotiva.

Come scrive Flavio Arensi, direttore artistico di SALe - Spazi Arte Legnano, “Galliano allontana l'obiettivo della sua macchina da presa pittorica e ritrae le masse (persone o animali conta meno) che si districano in un linguaggio informale, dove la figura rarefà e il particolare perde vigore nei confronti del contesto ampliato. La pittura in questo caso sceglie di espandersi e distendersi, le macchie che da lontano paiono casuali, se non una geometria affastellata, sono in verità piccoli fenomeni concatenati, scene di popolo che si intersecano, corpi che si fondono, scene di sesso ripetute in giaculatorie. Quello che ne deriva è un ricettario sociologico, scevro da qualsiasi pregiudizio morale, piuttosto una istantanea di ciò che siamo: un grande teatro al quale sono tutti chiamati a rappresentarsi in un modo o nell'altro, e dove molti recitano il dramma buffo della loro storia”.
Accompagna l’iniziativa un catalogo Umberto Allemandi & C. con testi di Luca Beatrice, Sivlia Bottani, Flavio Arensi.

In contemporanea, dal 19 novembre 2011 al 19 febbraio 2012, nelle sale di Palazzo Leone da Perego di Legnano si tiene un’esposizione di rilievo storico e critico, dedicata a Zoran Music (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005), una delle personalità più riconosciute dell’arte italiana del Novecento.
Curata da Flavio Arensi, direttore artistico di SALe – Spazi Arte Legnano, l’iniziativa, dal titolo Se questo è un uomo, presenta novanta opere – più di 50 dipinti, oltre a disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni – in grado di ripercorrere, attraverso i suoi cicli più importanti, la carriera dell’artista che meglio ha saputo unire tematiche e visioni dei grandi maestri europei che hanno indagato l'umanità.
La mostra legnanese ruota attorno al fulcro costituito dal ciclo Noi non siamo gli ultimi, iniziato negli anni Settanta, dedicato al dramma della deportazione e dell'internamento nel campo di Dachau della Germania nazista, unanimemente considerato dalla critica internazionale il più interessante e intenso nucleo pittorico del maestro. Sono esposti anche alcuni disegni del 1945 realizzati proprio a Dachau. Questi disegni e molti dei dipinti del ciclo sono totalmente inediti per l'Italia, essendo stati per lungo tempo in collezioni private americane e da poco rientrati in Europa.
Catalogo Umberto Allemandi & C con testi di Flavio Arensi, Gojko Zupan, Lorenzo Respi, Davide W. Pairone, e una testimonianza su Music del grande scrittore italo-sloveno Boris Pahor.

Daniele Galliano. Note biografiche
Daniele Galliano nasce a Pinerolo (To) nel 1961. Completamente autodidatta, da ragazzo dipinge ritratti di turisti in Liguria e studia i grandi maestri e la storia della pittura. Incoraggiato da alcuni suoi giovani colleghi, presenta i suoi lavori all’Unione Culturale di Torino nel 1991, ottenendo immediato successo e iniziando a collaborare con alcune prestigiose gallerie italiane, tra cui In Arco, Torino, Studio Cannaviello, Milano, Studio Raffaelli, Trento, Marco Noire, Torino. Nel 1996 tiene la sua prima personale da Annina Nosei a New York, esponendo diverse volte all’estero – Galerie Voss, Düsseldorf, Galeria Districto Cu4tro, Madrid, Livingstone Gallery, De Haag, Esso Gallery, New York, Södertälje konsthall, Svezia. Nel 2009 ha rappresentato l'Italia alla Biennale di Venezia. Vive e lavora a Torino.

Anton Zoran Music. Note biografiche
Anton Zoran Music nasce nel 1909 il 12 febbraio 1909 nel villaggio di Bukovica presso Gorizia, all’epoca città sotto il dominio austro-ungarico, oggi Slovenia.
Nel 1922 segue la famiglia in Austria, dove realizza i primi disegni. Tra il 1930 e il 1935 frequenta l’Accademia di Belle Arti a Zagabria, allievo del pittore croato Babic, formatosi presso Von Stuck a Monaco. Sempre nel 1935, conclusi gli studi, soggiorna a Madrid e a Toledo. L’anno seguente risiede in Dalmazia. Partecipa a due mostre collettive a Zagabria e Lubiana (1941-1942). In seguito all’occupazione italiana di territori dalmati e sloveni, rientra a Gorizia. Nel 1943 espone a Trieste (Galleria De Crescenzo) e alla Piccola Galleria di Venezia. Nel 1944 le SS lo deportano a Dachau, dove disegna in una febbrile e segreta attività le vittime dell’Olocausto. Dall’aprile del 1945 è libero. Torna a Venezia, dove dipinge i primi Cavallini, che diverrano un soggetto tipico, assieme alle serie delle Zattere e di San Marco. Nel 1948 espone a Venezia (Biennale) e a Roma (Galleria l’Obelisco). Kokoschka visita più volte il suo studio, molto frequentato anche da Campigli. Vende diversi dipinti alla contessa Pecci-Blunt e alla principessa Caetani (sue collezioniste). Soggiorna spesso in Svizzera, specie a Zurigo e vi esegue le prime litografie (1948), incide per la prima volta a puntasecca nel 1949 a Venezia (le più antiche acqueforti risalgono invece al 1955). Vince, assieme a Corpora, il Premio Parigi per la pittura (1951), esponendo quindi alla Galérie de France a Parigi (1952), con la quale stipula un contratto che gli consente di stabilirsi nella città francese (1953). In questo periodo si afferma professionalmente. Ha uno studio a Montparnasse, un altro presso l’Accademia di Venezia; si fa conoscere a New York (1953-1954), Londra e partecipa alla Quadriennale romana con una sala personale (1955). Ottiene il Premio della Grafica alla Biennale Internazionale di Venezia (1956), alla Biennale di Lubiana (1957) e il Premio UNESCO alla Biennale veneziana (1960). Nel frattempo incrementa l’attività d’incisore e, più tardi, di litografo. Nel 1962 viene pubblicato il catalogo completo dei suoi disegni dal 1947 al 1961, anno peraltro cui risale l’avvio di una produttiva collaborazione con il gallerista Ugo Meneghini. Vanno citate le ampie retrospettive svoltesi a Parigi (1972), Darmstadt (1977), Venezia (1980), e l’antologica del Grand Palais di Parigi (1995) e le mostre “Music opere” 1946-1985, Venezia, Ala Napoleonica e Museo Correr (1985) e “Zoran Music” all’Accademia di Francia in Roma (1992). Muore nel 2005 a Venezia.

Legnano, novembre 2011