Fratelli d’Italia #7
“Fratelli d’Italia” è un omaggio al nostro inno, alla nostra storia. Una testimonianza di fratellanza, una lunga e inconsueta passeggiata tra le pieghe dell’arte contemporanea del nostro paese. Protagonisti del settimo appuntamento sono Ascanio Renda (Calabria) e Serse (Veneto)
Comunicato stampa
I 150 anni dell’Unità d’Italia noi li festeggiamo così: con una mostra corale, un ambizioso progetto che vede coinvolti venti artisti, uno per ogni regione, scelti in base al loro luogo di nascita. Dalle Alpi alla Sicilia, sfileranno in galleria, in gruppi di tre, i lavori di Bruno Benuzzi (Sardegna), Enrica Borghi (Piemonte), Maurizio Cannavacciuolo (Campania), Adrea Chiesi (Emilia Romagna), Fabrice De Nola (Sicilia), Alberto Di Fabio (Abruzzo), Tamara Ferioli (Lombardia), Ettore Frani (Molise), Sarah Ledda (Valle d’Aosta), Tommaso Lisanti (Basilicata), Carla Mattii (Marche), Franco Passalacqua (Umbria), Simone Racheli (Toscana), Ascanio Renda (Calabria), Max Rohr (Trentino Alto Adige), Massimo Ruiu (Puglia), Serse (Veneto), Antonio Sofianopulo (Friuli Venezia Giulia), Francesca Tulli (Lazio), Corrado Zeni (Liguria),
Il progetto espositivo è articolato in otto appuntamenti, dal 25 maggio al 25 novembre, uno ogni due settimane. Di ogni artista saranno presentate due o tre opere a sua scelta, una terza sarà realizzata appositamente su un supporto della forma della regione di appartenenza, per l’ultimo appuntamento, che vedrà coinvolti tutti gli artisti, che uniti, pur nella diversità di stili, tecniche e linguaggi, ricomporranno la cartina della nostra nazione.
"Fratelli d'Italia" è un omaggio al nostro inno, alla nostra storia. Una testimonianza di fratellanza, una lunga e inconsueta passeggiata tra le pieghe dell’arte contemporanea del nostro paese.
Pittura, scultura, installazioni, si susseguiranno, senza sosta, fino alla fine del 2011, più di 60 opere, attraverso le quali sarà possibile stabilire dialoghi e confronti, stimolare riflessioni e delineare nuovi e inaspettati orizzonti.
Calendario mostre
25 maggio - 7 giugno TAMARA FERIOLI - ETTORE FRANI -CARLA MATTII
8 giugno - 21 giugno ALBERTO DI FABIO - SIMONE RACHELI - MAX ROHR
22 giugno - 5 luglio MAURIZIO CANNAVACCIUOLO - FRANCO PASSALACQUA - CORRADO ZENI
6 luglio - 19 luglio BRUNO BENUZZI - SARAH LEDDA - ANTONIO SOFIANOPULO
21 settembre - 4 ottobre FABRICE DE NOLA - TOMMASO LISANTI - MASSIMO RUIU
5 ottobre - 18 ottobre ENRICA BORGHI - ANDREA CHIESI - FRANCESCA TULLI
19 ottobre -1 novembre ASCANIO RENDA - SERSE
9 novembre - 25 novembre FRATELLI D’ITALIA - PRESENTAZIONE CATALOGO
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settimo appuntamento
mercoledì 19 ottobre 2011 ore 18
Protagonisti del settimo appuntamento sono Ascanio Renda (Calabria) e Serse (Veneto)
ASCANIO RENDA (Crotone, 1951). Il percorso artistico di Ascanio Renda è disseminato da una miriade di tessere di mosaico, con le quali ha rivestito la realtà. Entrare nel suo universo è come entrare in una favola meravigliosa e grottesca al tempo stesso. Sebbene, la prima cosa da dire sia che non ha mai voluto fare il mosaicista. Quel che lo interessa è la frantumazione dell’immagine, della superficie. Il contrasto tra caldo e freddo, leggerezza e pesantezza. Fa sculture che poi sbriciola nel mosaico. L’idea è un po’ come quando a casa ti casca un vaso e lo rincolli. Se per noi quel vaso resta per sempre un oggetto zoppo, per Renda quelle fratture, invece di depotenziare la forma, la compattano ancora di più. Per primo, nel 1983, usa il mosaico, con lo stesso principio dei pixel televisivi. Inizia quasi per gioco a creare immagini con piccoli tasselli. Presto finisce col prediligere il mosaico industriale. La sua parola d’ordine? Percorrere l’arte con un piacere che supera il tormento. Per questa mostra ha realizzato una nuova opera che ha come fulcro il Mosè di Michelangelo e, come contorno, una borsetta da passeggio di marmo. Una evidente nota di scetticismo nei confronti della grandezza delle cose. Dissacrante, ironico, Renda mette in parallelo due virtuosismi di epoche diverse, confrontandosi con i mostri sacri della storia dell'arte. Come dire: alla fine, una borsetta in marmo ben lavorata è un opera d’arte, almeno quanto un bel Mosè di maniera!
SERSE (San Polo del Piave, 1952). Attraverso un sapiente e complesso uso della grafite, Serse ha dato vita a una delle più intense riletture del tema del paesaggio nell’arte contemporanea. Astratti, d’impronta fotografica, sospesi nel tempo. Opere dove la natura viene scandagliata, rappresentata, evocata. Paesaggi dove talvolta compaiono confuse increspature mattutine di un lago. Altre volte, nuvole vaporose e mutevoli; acque attraversate da onde che disegnano vortici e spirali che risucchiano in luoghi nei quali è molto facile smarrirsi. Metafora della perenne instabilità delle forme e dell’equilibrio. Un modo altro per parlare dell’essenza del mondo che ci circonda, la grande madre terra dalla quale tutto, anche noi, ha avuto origine. Impressionano i suoi disegni, spesso di grandi dimensioni. Ancora di più stupisce il talento con il quale li realizza. Nelle sue mani la grafite è uno strumento dalle infinite possibilità. Una vocazione al superamento dei limiti che, negli ultimi anni, gli ha permesso di raggiungere esiti stupefacenti. Come nel ciclo dei Riflessi, descrizioni minuziose del carattere mutevole della superficie dell’acqua, che sfiorano l’astrazione. Il richiamo alla condizione minerale della grafite ha dato vita alla raffinata serie dei Diamanti, alla quale appartiene l’opera scelta per la mostra, la cui forma, perfetta e inalterabile, è metafora sapiente dell’incorruttibile purezza della natura.