Damiano Pastore – L’irraggiungibile della libertà
Cosa si puo’ fare per raggiungere la libertà? E’ questa una domanda che l’uomo spesso si pone,
soprattutto quando da giovane si accorge che la libertà, almeno vedendola nelle sue varie, possibili
accezioni, per un verso o per l’altro ci fa difetto.
Comunicato stampa
L’irraggiungibile della libertà
Cosa si puo’ fare per raggiungere la libertà ? E’ questa una domanda che l’uomo spesso si pone,
soprattutto quando da giovane si accorge che la libertà, almeno vedendola nelle sue varie, possibili
accezioni, per un verso o per l’altro ci fa difetto. Per solito ne segue che, anche qui in modi e
misure diversi, si tenta di ribellarsi a questa mancanza. Le opere di Damiano Pastore nascono dal
desiderio di esprimere ciò che egli ancora ragazzo, provò nel percorrere quel cammino, la reazione
alla presa di coscienza che qualsiasi cosa si possa fare o pensare, la libertà resta comunque limitata
e finisce assai prima di dove inizia quella degli altri. In questo senso risultano chiari molti aspetti
delle sue opere quali i grigi lattiginosi dei cieli, gli alberi spogli e la presenza di uccelli neri, che
sono si forse più liberi, ma se osserviamo attentamente, notiamo che si tratta di rapaci, vale a dire
esseri che basano la loro libertà anche e soprattutto sulla sopraffazione di chi è più debole.
Vi sono poi alcune opere nelle quali, oltre a scritte e altri elementi evocativi di un periodo
ormai distanti alcuni lustri, nel quale l’artista ha frequentato il mondo della scena rave come Dj,
compaiono dei crani di animali che ci introducono a un gioco di bilancino tra la vita e la morte.
Quella fase fu vissuta dall’artista come un momento di rinascita, di nuovo incentivo al vivere che
egli ci trasmette con la simbologia dei crani risorti a nuova vita nel momento in cui assumono un
valore linguistico nell’ambito dell’opera.
Nella serie di opere intitolata “Trauma” invece, i personaggi sono completamente scorticati,
senza più i tratti somatici che diversificano gli uomini, hanno le orbite completamente vuote,
prive di occhi come non avessero più nulla dentro di se, e sullo sfondo si vede il filo spinato, uno
dei simboli massimi della privazione della libertà e quindi del venire contenuti, limitati, certo
fisicamente ma nondimeno, emotivamente e, più in generale, psicologicamente. D’altra parte la
morte è la massima limitazione della vita e quindi anche della libertà, ed ecco allora il desiderio
dell’imbalsamatore che vuole bloccare la morte tentando di rimettere la vita dove non c’è più.
Battaglie perse in partenza si dirà, ma che rappresentano anche ciò per cui l’umanità è riuscita ad
arrivare sin qua e al tempo stesso, un modo per parlare di alcune realtà che sono indissolubilmente
legate all’essere umano ma che, in epoca di crescita esponenziale dei numeri, delle tecnologie e dei
problemi, possono portare a drammi molto più grandi di quanto sia accaduto in passato.
Damiano Pastore è nato a San Cesario di Lecce nel 1975, e vive attualmente in un piccolo centro
della Lombardia. Disegna e dipinge fin dall’infanzia; ha frequentato il liceo artistico dopodiché ha
avuto un periodo di travaglio esistenziale dal quale traggono origine il suo successivo cammino
artistico e il dedicarsi alla tassidermia in modo professionale. Ha frequentato la facoltà di Beni
Culturali dell’Università di Lecce. Ha partecipato a numerose mostre organizzate da Studio d’Ars in
diverse città italiane e a Milano dalla Galleria Trasparente e dall’Associazione Tratti-Discontinui.
L’organizzazione della mostra è di ‘Action art’ e di Alessandro Rizzo.
Action Art è una realtà sorta nel settembre 2009, che si propone l’obiettivo di sostenere giovani
artisti emergenti, alla ricerca di visibilità sul mercato, ma privi della rappresentanza di una galleria
o di un curatore. L’iniziativa nasce da una serie di appassionati del settore ed è guidata da Fabrizio
Gilardi, operatore culturale e artista egli stesso.
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità,
cinemaindipendente.it, culturagay.it, I segreti di pulcinella; è direttore responsabile della rivista
ondine Le voci dell’agorà.