Federico Guerri – Leitmotiv
Leitmotiv è la prima mostra personale di Federico Guerri a Venezia. L’esposizione s’inserisce nelle serie di eventi selezionati da scatolabianca in occasione della Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
Leitmotiv è la prima mostra personale di Federico Guerri a Venezia. L’esposizione s’inserisce nelle serie di eventi selezionati da scatolabianca in occasione della Biennale di Venezia. In un periodo così importante per la città e per l’arte contemporanea internazionale l’obiettivo di scatolabianca è quello di dare spazio ai giovani talenti emergenti più rappresentativi del panorama italiano.
Leitmotiv si riferisce al motivo ricorrente del segno utilizzato e dei soggetti che accompagnano la produzione artistica dell’artista di Cesena. Nei suoi lavori c’è infatti un ritmo costante, un’ossessione ripetuta nello scavare il senso di geometrie che passano dal particolare all’universale, dal macro al micro. La sua architettura contiene una temperatura riferita a ossature arcaiche come a luoghi urbani contemporanei, a torri di Babele come a tendopoli, a ragnatele naturali come a reticoli stradali. Le vedute dall’alto contengono tracce livide e presenti come cicatrici, costruzioni che oltrepassano il pellicolare per indagare un concetto spaziale intimo e concettuale. Guerri pratica l’incisione e il disegno intessendo sempre un dialogo tra opera e spettatore sbalzato nella “città invisibile” in cui la caduta e l’ascesa sono piani rovesciati e rovesciabili. Nella pratica artistica di Federico Guerri l’addizione dei segni dialoga con la griglia complessa dei singoli elementi congiunti in un unico sforzo di appartenenza. Se la sua matita avesse un suono sarebbe quello di un diapason metallico mentre la struttura della forma creata diviene improvvisamente un’antistruttura che per essere nell’ordine del senso abbisogna di tutti gli elementi di inganno e gioco. Nel parlare di antistruttura in questo caso non intendo dire che i singoli elementi non costituiscano un insieme sociale, ma sottolineo come la pratica artistica sfugga sempre alle regole del vivere civile per porsi in una dimensione superiore in cui il dubbio non è mai sussurrato, bensì costituisce il presupposto dell’esistere.
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra - Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan - Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea dell'arco che esse formano. Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perche mi parli delle pietre? È solo dell'arco che mi importa. Marco Polo risponde: - Senza pietre non c'è arco.
(Italo Calvino, Le città invisibili)