Tentativi di volo
Tutte le opere di questa piccola collettiva son state realizzate da artisti che – in un gioco di associazioni relazionali – giacciono in una linea creativa ed umana che parte da De Dominicis. E tutte queste opere son in qualche modo tentativi di volare oltre le regole e i vincoli impostici dal “Grande Fattore”.
Comunicato stampa
Arte è parola probabilmente abusata, ma certo essa ha colpito profondamente chi – anche in questi decenni contrassegnati dallo scetticismo – ha cercato di farne la propria attività: filosofica, prima che professionale e poi certamente anche manuale.
Soprattutto dal Romanticismo in poi essa è stata percepita come strenua resistenza alle miserie del mondo ed all’ineluttabilità della morte, ingannabile appunto - tra le poche possibilità date all’uomo - tramite glorie maturate grazie all’arte.
Nei ragionamenti di un grande artista come Gino De Dominicis, il semplice contravvenire a una legge della fisica era già la dimostrazione che l’immortalità potesse essere conseguita anche da noi, esseri caduchi.
Per questo realizzò la sua nota opera Tentativo di volo che lo vede tutt’ora sospeso in aria – dunque apparentemente in fuga dalla legge di gravità. Opera che esiste solo grazie alla documentazione fotografica di tale azione d’arte e che viene ora esposta laddove per definizione si ha la certezza della possibilità di volare, nell’area arrivi di un aeroporto. Altro volo è quello che effettua un gesù bambino sospeso in aria grazie allo sguardo della madre, una madonnina anch’essa naïf perché frutto di un artigianato popolare nutrito da un’iconografia certa e tradizionale quanto la religiosità d’un tempo, nel nostro paese. Terza opera di De Dominicis esposta è una delle sue note grafiti su tavola, con i caratteristici, peculiari sinhal alla cultura ed alla mitologia sumera – in parte reinventata dal più grande artista marchigiano della modernità.
Molto vicino a lui, già a quell’epoca, era Vettor Pisani, altro grande artista purtroppo recentemente scomparso. In opere come Gino Vampirelli, alchimista egli ne ha ripreso le fattezze – tramite la rara fotografia scattata da Elisabetta Catalano – e lo ha reso effigie delle strategie umane di superamento dei limiti appunto posti all’umanità. La sua immagine dandy ne è testimone: perdura nel tempo. Anche Pisani è stato un artista di intensa – ma sottile – capacità provocatoria, sovente giocata avvicinando riferimenti all’eros a nomenclature religiose, come nel caso di La Vergine e la Sposa: ready made realizzato a partire da un frigorifero, modificato nel suo personalissimo “pop mediterraneo”. Evidente è l’omaggio iconografico e soprattutto testuale a Marcel Duchamp.
Tutte le opere di questa piccola collettiva son state realizzate da artisti che – in un gioco di associazioni relazionali – giacciono in una linea creativa ed umana che parte da De Dominicis. E tutte queste opere son in qualche modo tentativi di volare oltre le regole e i vincoli impostici dal “Grande Fattore”.
Per esempio la giovanissima Domitilla Damiani è stata fin da bambina in contatto con Vettor Pisani e - anche tramite Marta Massaioli – ha potuto assorbire il suo costrutto culturale fitto di riferimenti esoterici ma anche storici, data la passione – comune con l’amico Gino – per i Sumeri e i loro miti. La sua foto ritrae un simulacro d’uomo – un manichino – mentre tenta anch’esso di librarsi in volo. Qui i riferimenti artistici son anche altri: Yves Klein, De Chirico, Man Ray, ma rimane lo stupore per la personalità ed il talento di un’artista che a 14 anni vanta già svariate esposizioni ed usa abilmente tecniche differenti – per esempio anche il disegno digitale, con cui realizza dei paradossi cosmici che appaiono assolutamente ispirati da Vettor Pisani. Altro tema su cui lavora – come sovente i giovani artisti – è quello della sua propriocezione come individuo e specificamente come corporeità. Ciò si nota nell’altro suo lavoro esposto, una fotografia solarizzata in cui appare lei stessa in volo.
Infine Ringo of Dakar, che dal Senegal ha potuto sviluppare in Italia le proprie capacità nelle varie forme di arte visiva - anch’egli grazie a Marta Massaioli - è presente in questa esposizione con un dittico pittorico informale, che vede mondi trasfigurati e misteriose linee di forza rese in forma gestuale e assai istintiva. Nelle foto di una performance da lui progettata e condotta con una modella proveniente dalla sua stessa terra si può notare il tentativo di farle superare – grazie alla sua bellezza ed al ruolo legittimato dalla convenzione artistica e dal fatto stesso di avere un pubblico in galleria – limiti tristemente materiali posti alla natia Africa e vincoli razziali presenti anche in Europa.
Dunque la bellezza come tentativo di volo: questo il fil rouge che relaziona tra loro queste opere e i loro autori a Gino De Dominicis, moderno Icaro che usò l’arte al posto della cera e delle piume.
Marche & Tour Expo è uno spazio ideato dalla Fondazione Zamperetti in collaborazione con Aerdorica SpA.
La mostra apre sabato 5 novembre con vernissage dalle ore 17 alle 20. Successivamente essa sarà visitabile, con ingresso libero, fino a domenica 20 novembre, ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, nello spazio appositamente allestito all’interno dell’area Arrivi dell’aeroporto Raffaello Sanzio (Falconara Marittima – An).
L’esposizione è stata ideata da Marta Massaioli, cofondatrice dell’Associazione Archivio Gino De Dominicis ed editrice di Crudelia Art Magazine ed è curata assieme a Riccardo Lisi, ideatore del progetto Il peso dell’assenza, ciclo di incontri su De Dominicis prodotto da Quattrocentometriquadri, associazione di Ancona che collabora anche in questo caso.
In collaborazione con la Fondazione Zamperetti e l’Associazione Culturale Quattrocentometriquadri, il progetto Marche & Tour Expo è patrocinato dalla Regione Marche, dal Comune di Falconara Marittima e dalla Provincia di Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.
per informazioni sull’esposizione: [email protected] – 380 3690400
per informazioni sulle opere: [email protected]