#occupyvenice – Grande Acampada
S.a.L.E. Docks raccoglie l’invito alla giornata di mobilitazione globale lanciato da OccupyWallStreet per l’11/11/11, con uno sguardo particolare rivolto a chi a New York ha occupato il MoMa, il New Museum, il Museo di Storia Naturale, ha fatto e continua a fare picchietti all’ingresso della casa d’asta Sotheby, a chi a Oakland ha trasformato le recinzioni della polizia in gigantesche sculture. Perché ancora oggi il sistema dell’arte è controllato da un’èlite ristrettissima di soggetti e perchè ancora oggi la creatività è troppo spesso intesa come ingrediente per la ricetta capitalista.
Comunicato stampa
Assistiamo in queste ore al tramonto di Berlusconi, allo spettacolo deprimente di una classe politica che non riesce a dare risposte efficaci, allo spettro di un governo tecnico che si adegua alle soluzioni imposte dalla Banca centrale europea e dal Fmi. La dittatura della finanza e delle banche rappresenta una minoranza, quella dell' 1%, che da tempo promuove un'unica soluzione per risolvere la crisi che passa per i tagli ai servizi pubblici e alle spese sociali, per la riduzione del welfare, per le privatizzazioni e per l'attacco frontale ai diritti del lavoro. Il restante 99% è precario, ma ha deciso di manifestare il proprio dissenso, di mettere in gioco i propri corpi in una pratica tutta da inventare.
C'è un filo comune che lega le esperienze di #Occupywallstreet a New York, di #Occupystockexchange a Londra, il movimento studentesco in Cile e le acampadas in Spagna, un filo comune fatto dalla volontà delle persone di costruire un'altra uscita dalla crisi, fatto di mobilitazioni che si espandono, che sono irrefrenabili, che travolgono.
S.a.L.E. Docks raccoglie l'invito alla giornata di mobilitazione globale lanciato da OccupyWallStreet per l'11/11/11, con uno sguardo particolare rivolto a chi a New York ha occupato il MoMa, il New Museum, il Museo di Storia Naturale, ha fatto e continua a fare picchietti all'ingresso della casa d'asta Sotheby, a chi a Oakland ha trasformato le recinzioni della polizia in gigantesche sculture. Perché ancora oggi il sistema dell'arte è controllato da un'èlite ristrettissima di soggetti e perchè ancora oggi la creatività è troppo spesso intesa come ingrediente per la ricetta capitalista.
L'11 novembre vogliamo essere parte di un movimento globale, plurale, aperto e costituente. Denunceremo la dittatura finanziaria e i suoi tirapiedi politici (sempre che tra politica ed economia si possa ancora distinguere). Ma ribadiremo anche quanto arte e cultura debbano divenire davvero beni comuni. Sarà un altro passo nel cammino della nostra ribellione alla crisi, alla dequalificazione e alla precarietà del lavoro artistico, denunceremo le ingerenze politiche in campo artistico e la vergognosa governance pubblica di quest'ultimo. Troviamoci per intavolare una discussione comune su un nuovo modo di produrre e promuove l'arte e la cultura, per riprenderci ciò che ci è stato tolto, per invadere non solo le piazze ma anche musei, cinema e teatri.
Portatevi la tenda!!