Benny Chirco – Non svegliate Holden
La Galleria Francesco Pantaleone è lieta di annunciare la seconda personale in galleria di Benny Chirco.
Comunicato stampa
INTRODUZIONE
Negli anni 90,la ricerca scientifica si è imbattuta in una scoperta non poco rilevante:un determinato tipo di neuroni ,presenti nella testa dell’uomo e degli animali, agivano in modo assai particolare.
Si è potuto constatare che i neuroni che si attivano in un soggetto che compie un azione,vengono attivati anche in chi osserva quell’azione, come se fosse quest’ultimo a compierla.
Un’ imitazione voluta o autonoma e indipendente prova che questo sistema chiamato specchio, stia alla base della conoscenza umana ed in particolare dell’evolversi del linguaggio,secondo alcuni,tramandato attraverso un sistema di codifica/decodifica dell’informazione trasmessa emulandola.
Escludendo il fatto che essa sia una scoperta di fondamentale importanza per la sociologia la psicologia, quanto la scoperta del DNA lo è stato per la biologia, la teoria dei neuroni specchio
sembra vestire con mood attillato, l’essenza del desiderio mimetico, spiegato dal filosofo René Girard.
Noi imitiamo.
Imitiamo? Ma non siamo esseri originali, che significa?
Siamo come privi di pulsione creativa.?
Al contrario essa risiede in noi sin dall’infanzia quando imitiamo tutto quello che ci circonda.
Pensiamo ai bambini; cosa fanno se non emulare?
L’uomo è ciò che è perché imita chi gli sta vicino.
Il nostro desiderio è sempre legato all’esibizione del desiderio di qualcun altro. Imitiamo il prossimo perché è felice e di conseguenza desideriamo la sua felicità.
Mentre contro-imitiamo chi non ci piace o disprezziamo.
Ma non è tutto rose e fiori,
l’emulare si divide in due.
Quando si imita qualcuno che è fuori dalla portata del soggetto: tipo Obama, Lady Gaga, Rocky o il Papa, il soggetto vive la follia ottimista incontrastata di essere qualcuno di loro, (mediazione esterna), mentre se egli desidera qualcosa di vicino e reale, come la felicità e i successi del proprio compagno di banco ed in questo caso l’oggetto conteso non è condivisibile, il mediatore si trasforma in ostacolo e rivale e dalla rivalità si passa alla violenza (mediazione interna).
1 CAPITOLO
Se due individui, imitandosi, desiderano la stessa cosa, può benissimo aggiungersi un terzo, un quarto… e il conflitto dei primi si allarga. La violenza è essa stessa imitativa e si può quindi assistere ad un processo a catena. L'oggetto della contesa passa in secondo piano e il conflitto mimetico si trasforma in antagonismo generalizzato. Ma quando la violenza non può scaricarsi sul nemico che l'ha eccitata, si sfoga come su un bersaglio sostitutivo. (wikipedia)
La storia è intrisa di vittime sacrificali, portatrici di pace o più o meno, occultate nell’anonimità, da Gesù alla violenza della seconda guerra mondiale, l’uomo ha sempre cercato, il suo sacrificio take away. Per encicolpedizzare la fame di evoluzione culturale egli agisce come la scimmia in prova, che nella stanza biologica, per imitare la prima scimmia afferra la banana.
2 CAPITOLO
La genesi del male scaturisce da diverse forme imperative di imitazione, la macchia imitativa dilaga, perché imitativa anch’essa. Non ha mai avuto un fine, ma si è solo interrotto in un frame come in stop motion, alla frase “chi non ha peccato scagli la prima pietra” come in uno still rallentato, tutto si blocca per ripartire qualche ora dopo.
La nostra fame ci spinge ben più in la dei personaggi vangelici o proustiani, e quest’utima ci fa muovere in fila indiana, come in un negozio di H&M per permetterci di scegliere il modello più adatto alle nostre condizioni, permettendoci di trasferire il nostro desiderio e indossarlo al prezzo che ha.
3 CAPITOLO
é possibile che il desiderio diventi violento perché non appagato è possibile che esso si trasformi continuamente.
4 CAPITOLO
Il giovane Holden
Chi meglio di lui, che affiora dalla paralisi delle sue stesse emozioni, ma che pulsa di energia ancora brufolosa, riesce ad essere vittima e desiderio nello stesso momento? Chi è stato ad infischiarsene del suo futuro, come se in quest’ultimo risedesse il destino universale di ogni singolo lettore? Quale epilogo migliore per un gran finale che promette ad Holden una fuga per nascondersi da troppi desideri mimetici che lo hanno trasformato da censura ad insegnante, a star, a sacrificio di parole?
Quello che ci insegna Holden non è più scritto sul suo libro, ma sui blog che parlano
di lui:
Christian 18-07-2011, 23:19
Ho letto questo libro in due giorni e quando l'ho finito mi è dispiaciuto perchè mi è rimasto veramente nel cuore
Alessandro 04-03-2011
troppo troppo noioso...tra tutti i "Vattelapesca", i "e compagnia bella" e gli "schifa" non ha trama, l' unica cosa che ci viene raccontata sono i ricordi di Holden. Pessimo...Non lo consiglierei a nessuno
Vox Populi 22-02-2011, 12:32
Angelica: Un libro che, lascia senza fiato!
Mi ricorda Mark D Chapman, omicida di Mr.Lennon, innamorato di questo libro! Non aveva tutti in torti, in realtà pensava con la sua mente e non per sentito dire!
Roberta 09-07-2011, 22:10
E’ un libro fantastico e contemporaneamente distruttivo. Dopo averlo letto non si può rimanere indifferenti alla disillusione e alla rabbia che corrode l’anima di questo 17enne. Ribelle, anticonformista? Si, ma soprattutto molto solo. Dovrebbe essere letto da tutti gli adolescenti.
Andrew 18-07-2011, 16:38
Per me il libro e stato molto bello emi ha fatto capire cosa vuol dire nn vivere serenamente ed nn trovarsi il posto nel mondo cm aveva detto Mary
EPILOGO
Quando cambieremo il desiderio, che ormai da tante e tante generazioni rimane uguale, nell’amore e nell’odio, avremmo già trovato un altro ragazzo arrabbiato che ci racconta di se in pochi giorni.
Forse lo abbiamo già trovato, magari è proprio dietro di te e ti sta chiedendo una sigaretta, sapendo che non fumi o magari in questo momento è proprio di fronte a te e ti guarda leggere queste parole.
O magari è dentro di te.
Don't wake Holden up
(and the theory of mirror neurons)
INTRODUCTION
In the 1990s, scientific research made a major discovery: a specific type of neurons, found both in the heads of humans and animals, acted in a rather unique way.
It was observed that the neurons that are fired in an individual that performs an action are also fired in someone watching action as if he or she were doing it.
A deliberate or an autonomous and independent imitation proves that this system called mirroring lies, according to some, at the root of human knowledge and particularly of the development of language, which is handed down through a system for the coding/decoding of the transmitted information by copying it.
Apart from the fact that it is a key discovery for sociology and psychology just as the discovery of DNA was for biology, the theory of mirror neurons seems to fit like a glove the essence of the mimetic desire theorized by the philosopher René Girard.
We all imitate.
Do we imitate? Aren't we original? What does it mean?
Are we devoid of the creative urge?
On the contrary, it is inherent in us right from our childhood when we imitate everything that surrounds us.
Let's take children: isn't it true that all they do is copy?
Humans are what they are because they imitate those who surround them.
Our desire is always linked to the display of someone else's desire. We imitate those around us because they are happy and we crave for their happiness.
In turn, we counter-imitate those who we don't like or who we despise.
But it's not all roses;
there are two sides to copying.
When you imitate who is out of your reach: take Obama, Lady Gaga, Rocky or the Pope, an individual experiences a mad and optimistic folly of being one of them - external mediation - while if you wish something at hand and real, like the happiness and success of your classmate and the longed-for object cannot be shared, the mediator becomes an obstacle and a rival and rivalry results in violence - internal mediation.
CHAPTER 1
If two individuals, by imitating one another, want the same thing, there can well be a third person, and a fourth one, and so on… And the conflict spreads. Violence is by its very nature imitative and so it is easy to observe a chain reaction. The object of the dispute becomes of secondary importance and the mimetic conflict leads to widespread antagonism. But when violence cannot be targeted against the enemy who has kindled it, it is vented against an alternative target. (Wikipedia)
History is full of sacrificial victims, sort of harbingers of peace, hidden in anonymity; from Jesus to the violence of WWII, humans have always sought for their take-away sacrifice. In order to build an encyclopedia of the hunger for cultural development, humans act like monkeys during tests when they take the banana to copy the first monkey to do so.
CHAPTER 2
The genesis of evil is rooted in various imperative forms of imitation; the imitative blob spreads because it too is imitative. There has never been an end to it; there have only been pauses in a frame, a sort of stop motion, as in the words “he that is without sin among you, let him first cast a stone”, as in a slow motion, everything stops and then starts again a few hours later.
Our hunger drives us well beyond that of the Gospels' or Proust's characters and it makes us advance in a single file, just like in an H&M store, to allow us to choose the model that best fits our condition, enabling us to transfer our desire and wear it at the price it bears.
CHAPTER 3
it is possible that desire can lead to violence because if it is not satisfied, it continues to transform itself.
CHAPTER 4
The young Holden
Who better than he who emerges from the paralysis of his own emotions yet teems with teenage vitality can be both victim and desire at the same time? Who didn't care a damn about his future, as if it were the ultimate fate of every single reader? What better ending could there be than the promise to Holden to escape and hide from too many mimetic desires that have transformed him from being a critic to teacher, to a star, and the sacrificial victim of words?
What Holden teaches us does not lie anymore in the book, but rather in the blogs that talk
about him:
Christian July 18, 2011, 11:19 pm
I read the book in two days and when I finished I was sorry because it took hold of my heart
Alessandro March 4, 2011
too, too boring...all those "who knows", the "and so on" and the "disgust"; it has no plot. It only tells about Holden's memories. Terrible... I wouldn't recommend it to anyone.
Vox Populi February 22, 2011, 12:32
Angelica: A book that leaves you breathless! It reminds me of Mark D Chapman, Mr. Lennon's killer, who loved this book! He wasn't wrong at all; he was actually thinking with his own head and not out of hearsay!
Roberta July 9, 2011, 10:10 pm
It's a fantastic book, yet destructive at the same time. After reading it, you can't be indifferent to the disenchantment and to the anger that wears away the soul of this 17-year-old. A rebel and individualist? Yes, but above all very alone. Every teenager should read it.
Andrew July 18, 2011, 4:38 pm
To me, it's a beautiful book and it made me understand what it means not to have peace of mind and not to find a place in the world as Mary says.
ENDING
When we will change desire, which has been the same now for so many generations, in love and in hatred, we will have found another angry teenager who tells us about himself in just a few days.
Perhaps we have already found him, maybe inside you and he's asking you for a cigarette even though he knows you don't smoke. Or perhaps he's right in front of you and he's watching you as you read these words.
Or perhaps he's inside you.