Lucilla Ragni – A quello strano spazio tra le cose tornare

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Via Ercole Bombelli 22, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00

Vernissage
15/11/2011

ore 18

Artisti
Lucilla Ragni
Curatori
Giorgio Bonomi
Generi
arte contemporanea, personale

L’evento è l’ultimo appuntamento di Spazio Aperto 2011 ciclo di quattro mostre in cui i critici invitati dall’associazione culturale Fuori Centro, tracciano i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.

Comunicato stampa

L’evento è l’ultimo appuntamento di Spazio Aperto 2011 ciclo di quattro mostre in cui i critici invitati dall’associazione culturale Fuori Centro, tracciano i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.

In occasione del vernissage della mostra sarà presentato il catalogo con testo critico di Giorgio Bonomi, che scrive: “i lavori di Ragni – che si articolano, nel corso degli anni, per cicli – in realtà compongono un ciclo unico, costituendo una sorta di cerchi concentrici in verticale come quelli di una spirale. (…) Questi non sono immediatamente definibili come sculture o pitture, data la loro complessità, anche costruttiva (…).

Una complessità che spesso trova un equilibrio lirico come nei Diari tattili – dalla serie Scritture assenti, eseguite dal 1997 ad oggi – “encausti su carta”, che si offrono in tutta la loro poeticità, serena e rasserenatrice, sia nella loro “semplice” composizione” sia nella loro “complessa” materialità sia nella loro soave cromaticità.

Altre volte l’opera si presenta con un piglio più severo, come negli Osservatori del 2000 o nei Nottari del 2004 o negli Ombrari del 2006, fino ai più recenti Contatti del 2008 in cui l’artista raggiunge una sintesi di notevole maturità tra materiale e tattilità, tra forma ed espressività, tra luce ed ombra, tra pieno e vuoto: l’osservatore è come attratto a “varcare la soglia” che solitamente, in modo più o meno invisibile, si frappone tra lui stesso e l’opera, ed è preso dal desiderio del “contatto”, fisico, materiale, al di là di ogni possibile cartello con su scritto “vietato toccare”!”