Adelita Husni-Bey / Elisa Strinna
Mostra di Adelita Husni-Bey ed Elisa Strinna, vincitrici della seconda edizione di 6Artista, il Premio – concepito dall’Associazione Civita e dalla Fondazione Pastificio Cerere e con il sostegno di Allianz – per supportare la crescita professionale di promettenti talenti under 30 che vivono in Italia.
Comunicato stampa
Giovedì 24 novembre si inaugura presso il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma la mostra di Adelita Husni-Bey ed Elisa Strinna, vincitrici della seconda edizione di 6ARTISTA, il Premio - concepito dall’Associazione Civita e dalla Fondazione Pastificio Cerere e con il sostegno di Allianz - per supportare la crescita professionale di promettenti talenti under 30 che vivono in Italia.
Con questo evento si riconfermano l’attenzione del Museo verso le nuove generazioni di artisti e il sodalizio fra MACRO, Civita e Fondazione Pastificio Cerere, realtà fortemente impegnate nella divulgazione e promozione dell’arte contemporanea.
6ARTISTA, la cui prima edizione si è svolta nel 2009, rappresenta un’opportunità sempre più importante per i giovani vincitori, ai quali viene offerto un percorso formativo di alto livello culturale. Adelita Husni-Bey ed Elisa Strinna hanno infatti trascorso un periodo di residenza di sei mesi a Roma presso la Fondazione Pastificio Cerere, punto di riferimento fin dagli anni Settanta della sperimentazione artistica, e altri tre mesi presso la Cité Internationale des Arts di Parigi, grazie alla collaborazione degli Incontri Internazionali di Roma. L’obiettivo è quello di favorire il confronto con diversi linguaggi, idee e tecniche, affinché i giovani individuati possano approfondire e caratterizzare la propria poetica.
La mostra al MACRO, curata da Vincenzo de Bellis - curator in residence della Fondazione Pastificio Cerere per il 2011 - è aperta al pubblico fino al 29 gennaio 2012 e presenta quattro lavori delle due artiste realizzati appositamente per l’occasione.
Partendo dall’analisi specifica di un luogo ben caratterizzato come il mercato dell’Esquilino di Roma, Elisa Strinna ha strutturato una riflessione sull’identità culturale e sul rapporto che l’uomo contemporaneo intrattiene con il dato naturale. Ripercorrendo la storia del genere artistico noto come “natura morta”, l’artista ha creato un parallelismo tra frutta e opera d’arte, entrambe fonti di nutrimento e merci di scambio, rivisitando in chiave contemporanea alcune forme espressive proprie della nostra tradizione culturale. L’opera Variazioni su Canestra di Frutta si compone di quattro riproduzioni della natura morta realizzata da Caravaggio (64x46 cm) alle quali sono state aggiunte o sostituite le immagini di oggetti inanimati emblematici della nostra contemporaneità. La seconda opera in mostra consiste in un breve film, dal titolo La ragazza Mela, con il quale Elisa Strinna rende nuovamente attuale l'omonima fiaba, trascritta e raccolta da Italo Calvino nelle sue Fiabe Italiane. Anche in questo caso la frutta diventa il ricettacolo, il feticcio attraverso cui esplorare pulsioni e atteggiamenti che l’uomo instaura nella contemporaneità con il dato naturale e l’opera d’arte.
Adelita Husni-Bey presenta A Holiday From Rules, un lavoro nato dal suo interesse per la pedagogia radicale e per il modo in cui questa educazione possa porre le basi di una società alternativa a quella che conosciamo. Il progetto è composto da due opere distinte, ispirate in gran parte a movimenti anarchici e all’esperienza dell’Escuela Moderna, fondata dal libero pensatore Fancisc Ferrer y Guardia nel 1901 a Barcellona. L’installazione I want the sun I want comprende un film in 16mm, riversato su DVD, in piano sequenza di nove minuti realizzato in una scuola di Parigi senza muri interni. L’audio di questo lavoro è costituito da una serie di dibattiti organizzati dall’artista al L.A.P. (Liceo Autogestito di Parigi) tra insegnanti e alunni sul tema dell’educazione, mettendo in discussione la necessità dell’insegnamento e le sue metodologie odierne. Postcards from the desert island è invece un’installazione composta da elementi creati con gli alunni dell’École Vitruve durante un workshop di tre settimane, nel quale i bambini hanno costruito una sorta di isola deserta nel salone della scuola, immaginando di viverci insieme: questa esperienza li ha portati a interrogarsi su pratiche di vita collettiva e a confrontarsi con la pratica dell’anarco-collettivismo.
La mostra è accompagnata da due cataloghi monografici a cura Vincenzo de Bellis, editi e distribuiti da Mousse Publishing.