Rembrandt – Dall’Ermitage a Padova
Giungono a Padova, dal grande Museo di San Pietroburgo, due capolavori del pittore olandese. Per la prima volta vengono esposte anche stampe del maestro provenienti dalle collezioni civiche e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova.
Al via la collaborazione siglata tra Ermitage e Padova, che presterà l’Eterno Padre di Giotto.
Comunicato stampa
Nell’attività artistica di Rembrandt le raffigurazioni di persone anziane, rese sagge dalla vita, hanno sempre occupato un posto particolare
per la loro forte connotazione spirituale, per la loro profondità psicologica ed espressiva, ma anche per la maestria con cui egli rappresentava i segni dell’età tanto da riuscire a competere con la natura stessa.
Il Ritratto di vecchia e il Ritratto di vecchio ebreo appartengono alla schiera dei grandi capolavori dell’Ermitage e ricoprono un posto d’onore, insieme alle altre opere tarde, nella sorprendente
sala dedicata al maestro olandese nel museo russo. Ora giungono a Padova, concessi eccezionalmente dal prestigioso museo di San Pietroburgo, segnando l’avvio di un’importante collaborazione tra la città veneta
e il Museo Statale Ermitage e si potranno ammirare presso i Musei Civici agli Eremitani dal 26 novembre 2011 al 30 gennaio 2012.
Due tele intensissime e toccanti, dal valore assicurativo di oltre 30 milioni di euro, che pervennero al grande Museo sulla Neva per volere di Caterina II nel 1781, insieme a tanti altri capolavori della prestigiosa
collezione del conte Silvain-Raphaël Baudouin (1715-1797): militare, noto nei circoli dei curieux parigini come incisore amatoriale e appassionato collezionista, la cui raccolta contava nel 1780 ben 119 opere.
Fu questo l’ultimo dei favolosi acquisti della monarchia russa nel XVIII secolo.
Rembrandt fu capace di influenzare, con la sua pittura di luce e di ombra e con la misteriosa intensità emozionale dei suoi volti, intere generazioni di artisti e anche la pittura veneta contemporanea.
Fu in particolare la diffusione delle sue bellissime stampe (o delle loro imitazioni), attraverso collezionisti illuminati come Anton Maria Zanetti, Dominique Vivant Denon e Joseph Smith,
a favorire a Venezia la conoscenza dell’opera del Maestro. L’incisione su rame, grazie alla sperimentazione incessante, alla padronanza del mezzo tecnico e alla capacità inventiva dell’artista,
fece con Rembrandt passi in avanti, tanto che nel Seicento si può dire che questa tecnica s’identifichi con lui stesso.
L’esposizione dei due dipinti dell’Ermitage ha offerto dunque l’occasione per mostrare per la prima volta al pubblico anche una quarantina di stampe, fogli originali e copie,
attinte dalle ricche collezioni patavine: quelle civiche (Museo d’Arte e Museo Bottacin) e quella del marchese Federico Manfredini conservata presso la Biblioteca del Seminario Vescovile.
Si potranno così ammirare alcuni capolavori indiscussi dell’arte incisoria di Rembrandt come il foglio con Cristo che risana gli infermi, meglio noto come Stampa dei cento fiorini e il Ritratto di Jan Six.
La mostra, curata da Davide Banzato, Elisabetta Gastaldi, Mari Pietrogiovanna, Irina Sokolova, è promossa dal Comune di Padova, dai Musei Civici agli Eremitani,
dal Museo Statale Ermitage, in collaborazione con la Fondazione Ermitage Italia, con il contributo di Fischer Italia e della Fondazione Antonveneta. E’ organizzata dai Musei Civici
con la collaborazione di Villaggio Globale International, mentre il catalogo è edito da Skira.
Entrambi i capolavori dell’Ermitage furono realizzati da Rembrandt nel 1654: uno dei periodi più difficili della vita del maestro che, a causa di uno stile di vita dispendioso
e alla cattiva gestione delle finanze, fu costretto a far ricorso alla camera dei fallimenti e a vendere all’asta la sua collezione d'arte insieme alle altre proprietà;
ma anche uno dei momenti più innovativi dal punto di vista artistico, allorquando la sua pittura appare orientata verso una rappresentazione sempre più interiorizzata della realtà e delle vicende umane
fino a comprenderne il senso più intimo e a esprimere la “verità” nascosta, anche a costo di allontanarsi dalle convenzioni artistiche e dal senso di “decoro” della società contemporanea.
Dal 26 novembre dunque l’Ermitage sarà a Padova con questo omaggio a Rembrandt, ma dal 6 dicembre prossimo sarà Padova presente all’Ermitage con la preziosissima tavola di Giotto, proveniente
dalla cappella degli Scrovegni, raffigurante l’Eterno Padre colto nell’atto di conferire all’arcangelo Gabriele la missione dell’Annunciazione. Il dipinto viene prestato come scambio e suggello
del protocollo d’intesa siglato con il prestigioso museo russo, orientato soprattutto a studio, ricerca, restauro e progetti condivisi sul tema degli affreschi.