Gianfranco Sergio – Dimore dell’Anima
Dai natali cosentini, Gianfranco Sergio si distanzia dal quotidiano per il sehnsucht che lo contraddistingue e lo esorta a interrogarsi sulle valenze del quotidiano esistere, sondandone il mistero per poi trasporre su tela la propria verità: visionaria e colta.
Comunicato stampa
Artista dagli occhi grandi, profondi e luminosi, intrisi dell’ancestrale melanconia che la condizione umana impone a chi, fortemente sensibile, ricerca il senso di un’esistenza a cui si è chiamati a vivere, ma con la quale non si è in grado di condividere concetti, modi e usi convenzionali. Dai natali cosentini, Gianfranco Sergio si distanzia dal quotidiano per il sehnsucht che lo contraddistingue e lo esorta a interrogarsi sulle valenze del quotidiano esistere, sondandone il mistero per poi trasporre su tela la propria verità: visionaria e colta. Lo fa volgendo il proprio sguardo a quelle forme, luci e colori di un presente immateriale che la Pittura va a esplicitare, ma in guisa criptica, chiamandoci a intendere segni che fungono da sole tracce, velate indicazioni poste a sottendere aulici concetti. Pittura, silente eloquio, narrativa di un mondo interiore pregno di amore, spiritualità e poesia; forme di luce e colore, ritmate da un palpito che si fa sempre più intenso tangendo prima i sensi poi le carni, così, intensamente stimolati a vibrare per esplodere nell’armonia di un suono polifonico, coro e coreografia di danza. Un canto ascensionale, letto sullo spartito di Euterpe, che, per noi fruitori, è biografia e testimonianza documentale, mappa e bussola delle metafisiche geografie e atmosfere della dimensione dell’artista: germinate dal kunstwollen di Sergio e da questi trasposte su tela, partorite da un bolero catartico.
Gianfranco Sergio - Dimore dell’Anima