Caterina Notte – Sei qui
Caterina Notte, molisana, affronta con profondità un viaggio nella dimensione umana e sociale sfruttando l’arte come unico mezzo per superare il dubbio, l’impercepibile, il precostituito. Sei situazioni, in ambienti femminili e intimi, reiterate nello spazio ma bloccate nel tempo dall’artista.
Comunicato stampa
OLBIA, I dicembre 2011 – “You are here” è il titolo dell’opera che l’artista molisana, Caterina Notte, propone per la quattordicesima mostra all’Art-port Corner. La selezione, composta da sei foto in bianco e nero, è il frutto di una profonda ricerca introspettiva del genere umano che l’autrice sta sviluppando da anni.
Caterina Notte ha cominciato la sua carriera artistica a Roma quando scopre che l’arte è un buono strumento di interazione con gli altri. Sfrutta la tecnologia a suo modo, entrando e uscendo dal virtuale al reale e viceversa. Inventa il suo stile e lo associa ad uno sguardo scrupoloso sul sociale, ambiente privilegiato della sua ricerca. I suoi primi lavori si concentrano sul concetto del doppio e, utilizzando le scansioni del suo corpo, ricostruisce se stessa in dimensioni digitali. Crea avatar di se stessa e di colui che la circonda, quando questo rappresenta un’identità confusa.
Il lavoro che la parete del KaraFood ospita è uno sguardo sui dettagli interiori dei soggetti, tutte donne e tutte di Roma, con l’intento di congelare uno stato d’animo e una condizione meta-fisica.
Ogni scatto ci aiuta a capire “dove sono queste donne” e, allo stesso tempo, i loro sguardi davanti a noi, ci obbligano a riflettere su noi stessi invitandoci a trovare il nostro punto di arrivo.
Con “You are here”, Caterina Notte, ci offre la possibilità di mettere a fuoco il “dove siamo” e, in quest’ottica, ci da uno spunto per capire meglio “dove vorremmo stare”.
“Caterina Notte, molisana, affronta con profondità un viaggio nella dimensione umana e sociale sfruttando l’arte come unico mezzo per superare il dubbio, l’impercepibile, il precostituito. Sei situazioni, in ambienti femminili e intimi, reiterate nello spazio ma bloccate nel tempo dall’artista. Come condotte in un volontario blackout cerebrale, l’autore degli istanti raccoglie gli sguardi e le posture di donne, con il solo obiettivo di evidenziare il vuoto, segnalare il malessere, contribuire alla rinascita o, forse, alla demolizione di un assetto. Donne emancipate, capitoline e in fuga, da se stesse, dai propri limiti, da un tormento interiore ingiustificato. “You are here” ci costringe anche a rifletterci nell’immagine, a calarci nello stato di ogni soggetto, per tentare di collocarci in un punto preciso, della nostra vita o della personale visione di noi stessi.”
[tratto dal testo critico Geasar]