Obiettivo Mediterraneo

Informazioni Evento

Luogo
PRIMO PIANO LIVINGALLERY
Viale Guglielmo Marconi 4, Lecce, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/12/2011

ore 18.30

Patrocini

Ufficio Cultura e Informazioni, Ambasciata Turchia(Roma); Ministero del Turismo e della Cultura (Turchia); Ministero degli Affari Esteri (Roma); Assessorato alla Cultura, Educazione ed Arte (Turchia);

Unione delle Facoltà di Belle Arti (Turchia); Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo (Regione Puglia); Provincia di Lecce; Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce;

Fondazione Pino Pascali (Polignano a Mare-Bari), Accademia di Belle Arti di Lecce.

Curatori
Dores Sacquegna, Emine Tokmakkaya
Generi
arte contemporanea, collettiva

La manifestazione di respiro internazionale vede il coinvolgimento di artisti e di operatori culturali turchi e pugliesi e delle Autorità di entrambi i luoghi.

Comunicato stampa

Continua a Dicembre 2011 ( iniziata a novembre, termina con il mese di marzo 2012) la manifestazione che vede protagonista in Italia, la Turchia con “OBIETTIVO MEDITERRANEO: PUGLIA-TURCHIA, DIALOGO TRA CULTURE”, un progetto co-organizzato e ideato dalla Primo Piano LivinGallery a cura di Dores Sacquegna e da Art Project for the Turkey Organization Commitee, a cura di Emine Tokmakkaya, ospitato a Lecce presso la galleria d’arte contemporanea Primo Piano LivinGallery, l’ Accademia delle Belle Arti e il Castello Carlo V. La manifestazione di respiro internazionale vede il coinvolgimento di artisti e di operatori culturali turchi e pugliesi e delle Autorità di entrambi i luoghi. Il calendario di dicembre è così distribuito:

Si inizia l’08 dicembre alle ore 18:30 ( e termina il 23 dicembre) alla Primo Piano LivinGallery, la mostra D’arte Contemporanea curata da Emine Tokmakkaya, con la partecipazione dei seguenti artisti Turchi:
Ayten Mungan, Bengisu Bayrak, Burcu Günay, Lale Altinkurt, Necmettin Karabulut Selda Cengiz, Sevdiye Kadioğlu, Yakup Göktaş, Seda Oğurtani, Nuray Ipek, A.Tayfur Yağci. Nilgun Ermiş,Ayla Gedik,Firdes Arkan, Berna Kiziltan, Mahmut Öztürk, Emine Öztürk, Meltem Söylemz, Meliha Yilmaz, Sevdiye Kadioğlu, Orhan Tekin, Yasemin Yenigül, Seba Uğurtan, Dilek Üstündağ, Hülya Kuloğlu e una rassegna di opere della curatrice e artista Emine Tokmakkaya.
Nelle sale adiacenti della galleria, la rassegna “Video Biografie Mediterranee” curata da Dores Sacquegna con i seguenti artisti pugliesi presentati dal critico e storico d’arte Marina Pizzarelli:
Uccio Biondi, Vito Capone, Miki Carone, Pietro Coletta, Fernando De Filippi, Giulio De Mitri, Gaetano Grillo, Iginio Iurilli, Vito Mazzotta, Fernando Miglietta, Romano Sambati, Giuseppe Spagnulo.

Nella mattina del 10 dicembre dalle ore 10:00, nell’Accademia di Belle Arti, presieduta dal Direttore Claudio Delli Santi, il pubblico e gli artisti turchi potranno visitare i laboratori della Facoltà di Belle Arti.
Alle ore 18:30 ( termina il 20 dicembre), presso il Castello Carlo V, si inaugura la mostra documentativa curata da Dores Sacquegna su “Una Identità Mediterranea: Pino Pascali” l’artista è presentato dalla dott.sa Rosalba Branà, direttrice del Museo e Fondazione Pino Pascali a Polignano a Mare, Bari. Una mostra che ripercorre il percorso artistico del noto artista pugliese con fotografie e due video di cui: Pino Pascali o le trasformazioni del serpente di Marco Giusti e Skmp2 - solo Pascali di Luca Patella.

Nella sala Maria d’Enghien del Castello Carlo V, conclude la serata, la performance “La Rivoluzione sono Io,2” dell’artista pugliese Uccio Biondi (Ceglie Messapica-Brindisi, 1946).
Durante gli eventi saranno presenti Consoli e Ambasciatori della Turchia e le Autorità Pugliesi.
Main Sponsor: Hotel President, Lecce (http://www.hotelpresidentlecce.it/ ); Tenuta Ciracì (http://www.vini-ciraci.com/ )
CENNI BIOGRAFICI ARTISTI PUGLIESI
UCCIO BIONDI (Ceglie Messapica-Brindisi, 1946). Avvia l'attività artistica nel 1973 sviluppando una produzione pittorica e grafica. Sino al 1980 segue le poetiche del realismo e della tradizione figurativa espressionista, legate a problematiche esistenziali e alla questione meridionale, documentate da numerose mostre in campo nazionale ed estero. Nel lavoro più recente aggiunge nuova linfa alla sua consolidata produzione pittorica, proponendo soluzioni plastiche di sapore neopop e concettuale, che coniugano scultura e uso del colore. S'interessa di ricerca teatrale. Nel 1982 fonda il Teatro della Calce che dirige e con cui tuttora realizza opere ed azioni performative di intensa suggestione. È presente in collezioni museali.
VITO CAPONE nasce a Roma nel 1935 da genitori salentini e compie gli studi artistici a Napoli. Ha insegnato Tecniche Pittoriche presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, di cui è stato direttore dal 1988 al 1991. Vive e lavora in questa città. Sue opere figurano in enti pubblici, musei e collezioni private in Italia e all’estero. Il linguaggio di Capone, infatti, proprio mentre si celebrava con la Transavanguardia la “riscoperta” della pittura, riparte da zero: dal foglio bianco, per indagare le possibilità espressive della materia carta e del colore-non colore (bianco prima e in seguito nero). Con la carta, modellata incisa pigmentata, Capone crea una serie di bassorilievi e di fogli incisi in cui la luce si insinua tra le pieghe sapientemente costruite a evidenziare il rigore delle forme. Il punto di partenza è la volontà di lavorare sulla luce sostituendo a pennelli e matite i punteruoli, per dare vita a forme scavate o organicamente cresciute nella/sulla carta, che non è più supporto né struttura portante dell’opera, ma opera essa stessa.
MIKI CARONE (Bari,1952). Laureato dall’ Accademia di Belle Arti di Bari e dal DAMS Università di Bologna. Ha insegnato Scenografia presso l’Istituto d’Arte di Parma dal 1978 al 1988. In collaborazione con Rosalba Branà ha ideato: nel 1987 la galleria d’arte Zelig di Bari; nel 1992 il Festival dell’arte “Ritorno al Mare” di Polignano; nel 1995 “Artisti alla finestra” a Ostuni; nel 1998 Palazzo Pino Pascali, il Museo Comunale d’Arte Contemporanea di Polignano a Mare. Dal 1994 vive e lavora nell’Abbazia di San Vito a Polignano a Mare (Bari) dove nel 2003 ha aperto lo studio-galleria Atelier Blu. Dal 2008 insegna Mosaico presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. È presente in collezioni museali.
PIETRO COLETTA nasce a Bari nel 1948, si trasferisce a Milano nel 1967, frequenta l’Accademia di Brera dove segue i corsi di Marino Marini, Alik Cavaliere e Lorenzo Pepe. Dagli anni Settanta è un protagonista della ricerca scultorea, con interventi che originariamente mettevano in discussione il senso del materiale usato attraverso un sapiente gioco di illusione ottica e spaziale. Ha partecipato a molte delle principali rassegne espositive nazionali e internazionali, dalla Quadriennale di Roma nel 1975 alla Biennale di Venezia nel 1982, oltre ad essere inserito in molte manifestazioni dedicate alla scultura e all’intervento nello spazio, come "Pittura ambiente" a Palazzo Reale di Milano nel 1979, ed in importanti rassegne sull’arte italiana al Lenbachhaus di Monaco, alla Hayward Gallery a Londra, a Sidney, a Ottawa e così via. Nel 1987 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ha ospitato una sua personale. È presente in collezioni museali.
FERNANDO DE FILIPPI (Lecce, 1940).A 11 anni è ammesso ai Corsi di Pittura della Scuola media annessa al locale Istituto d'Arte, dove vive sin da giovanissimo l'esperienza della bottega. Dopo aver conseguito il diploma di Maestro d'Arte, nel settembre del 1959 si trasferisce in un primo tempo a Parigi stabilendosi poi definitivamente a Milano, dove si iscrive all' Accademia di Belle Arti di Brera dapprima ai corsi di Pittura del Prof. Morelli , quindi a quelli di Scenografia del Prof.Varisco, conseguendo il diploma nel 1964. Dal 1966 é Docente di Ornato Disegnato presso il Liceo Artistico di Brera. Dal 1971 al 1973 é Direttore dello stesso Liceo. Nel 1973 assume l'incarico del Corso Complementare di Tecniche Grafiche Speciali presso l'Accademia di Brera a Milano. Nel 1979 é Docente di Scenografia presso L'Accademia di Bari. Dal 1982 é docente all'Accademia di Brera a Milano. Dal 1991 è Direttore della stessa Accademia. È presente in collezioni museali.
GIULIO DE MITRI (Taranto,1952). Professore Ordinario di Tecnica e tecnologia della pittura nell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. È tra gli artisti piu’ innovativi e sperimentali del Mezzogiorno d’Italia. La sua ricerca linguistica si pone, nel dibattito artistico contemporaneo, con il segno delle proprie origini dove materia e spirito uso appropriato di elementi naturali e di nuove tecnologie si fondono, tra progettualità e processo, in un rigoroso linguaggio iconico ed aniconico che sottende l’essenza poetica e concettuale dell’intero suo percorso creativo. La sua attività si e’ manifestata da anni attraverso numerosi e significativi eventi, mostre, installazioni e performance, tenute in Italia e all’estero (XV Quadriennale di Roma; Evento collaterale ufficiale alla 52a Biennale di Venezia; Environmental Art Festival Lakonia: Arthumanature Topos 2007, Sparta, Grecia). È presente in collezioni museali.
GAETANO GRILLO (Molfetta nel 1952). Studia all'Istituto d'Arte di Bari e si interessa anche di filosofia. Insieme ad altri, artisti molfettesi, come Paolo Lunanova e Michele Zaza, dà vita alla "Scuola Molfettese" e a numerose iniziative espositive che concentrano su Molfetta l'attenzione di tutta la Puglia artistica. Si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Milano e frequenta la scuola di scultura di Alik Cavaliere, dove si sperimentano nuovi linguaggi. Nel 1980 l'artista comincia a realizzare opere tridimensionali. Dieci anni dopo, Molfetta gli dedica una grande mostra nella Sala dei Templari in cui trovano spazio sculture di forte impatto plastico. Viene pubblicato il catalogo della mostra, Humus e le opere saranno esposte nel 1991 presso la Lorusso Arte. In questo periodo Grillo è molto interessato ai geroglifici egiziani, inizia a dipingere i primi "palinsesti" e ad elaborare un alfabeto criptato che contiene tutte le lettere che l'artista raccoglie da ogni tempo e da ogni cultura. Questo speciale alfabeto costituirà una delle caratteristiche del suo lavoro.
Nel frattempo egli esegue opere di grandi dimensioni per enti pubblici e espone in molte gallerie del Nord Europa come Zurigo, Amburgo, Stoccolma. È’ presente in collezioni museali.
IGINIO IURILLI (Gioia Del Colle-Bari, 1946), a Roma dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti. Conseguito il diploma di scenografia lavora per un anno presso lo studio di due architetti. Nel 1968 si trasferisce definitivamente a Bari dove insegna al liceo artistico e successivamente all’Istituto Statale d’Arte. Durante i primi anni realizza scenografie per i teatri Petruzzelli e Piccinni di Bari. Quasi contestualmente comincia a dipingere movendosi nell’ambito della "Nuova figurazione", ponendo l’accento sulle tematiche ecologiche con particolare attenzione al degrado urbano ed extraurbano, suscitando subito l’attenzione della critica. In quel periodo è presente in diverse rassegne nazionali tra cui il "XXVIII Premio Michetti" e la "X Quadriennale di Roma", nella sezione dedicata alle "Nuove generazioni". Nel 1977 inizia la sua ricerca sui giochi dell’infanzia come recupero delle tradizioni popolari e tra gli altri rivisita il gioco della cerbottana, dando vita a suggestive installazioni ludiche enfatizzando al massimo i cartocci realizzati con fogli di quaderno dipinti in modo informale.Dopo un lungo periodo di sperimentazione di nuove tecniche e materiali, realizza (siamo nei primi anni ’90) i primi bassorilievi in legno intagliato ricoperti di sale, di polvere di marmo o di sabbia di deserto e i grandi ricci. E’ con tali opere che ottiene i maggiori consensi di pubblico e di critica che gli consentono di avere, a tutt’oggi, un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero.
VITO MAZZOTTA (Lequile-Lecce, 1950). Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma e Firenze, diplomandosi nel 1977 a Firenze. Al 1970 risalgono le sue prime azioni di arte totale presso la galleria d’Arte 70 a Lecce. Nel 1978 la performance” Assalto alla fortezza e alle Istituzioni per il rapimento del tempo e il suo slittamento” presso la Biblioteca nazionale di Firenze. Dal 1979 ad oggi, numerose le performance e le mostre antologiche che lo vedono protagonista in Italia e all’estero. Di lui hanno scritto numerosi critici e teorici tra cui: Severino, Anna Cirignola, Anna D’Elia, Ilderosa Laudisa, Vittorio Balsebre, Lucio Galante, Umberto Palamà, Marina Pizzarelli, Antonio Verri..La sua poetica è quella dell’approdo al pianeta terra, l’identificazione del soggetto uomo e dell’oggetto. L’impatto con la roccia, con l’acqua, col cielo, con il sole, con l’humus. Non il ritorno alla natura espresso nell’800 dai realisti italiani e francesi, ma una restituzione alla natura, dimettendo l’uomo come istituzione di se stesso. Mazzotta cancella e brucia secoli di storia, si restituisce al cosmo, autoannullandosi. Con lui finisce l’uomo della storia, in un rapporto autentico, vitale e muto della roccia.
FERNANDO MIGLIETTA (Lecce, 1950). Architetto, artista, critico e teorico. Aperto ai codici più diversi, pratica la sua idea di architettura plurale come forte strumento educativo per una società libera nella ricerca di un nuovo spazio dell’esistenza. “Personaggio-cerniera nelle ipotesi di nuovi scenari del mondo” – lo ha definito Alessandro Mendini – per la sua visione umanistica mista a sensibilità figurativa”. Intellettuale di punta da oltre trent’anni, ha realizzato con il suo Laboratorio Città delle Arti numerose opere e progetti di architettura, design e urbanistica con il coinvolgimento di artisti di rilievo internazionale, fra cui, Munari, Rotella, Perilli, Carmi, Patella. Commissario critico-artista nella XI Quadriennale d’Arte di Roma, e’ Direttore dell’Istituto Internazionale di ricerca e cultura urbana Abitacolo (1995), di cui è il fondatore, e dell’omonima rivista di teorie ed estetica della città, Abitacolo, Forme e linguaggi del contemporaneo.
PINO PASCALI (Bari 1935-Roma 1968). Nel 1965 aveva tenuto la sua prima personale, a Roma nella galleria "La Tartaruga". In pochi anni si era imposto all'attenzione dei maggior critici d'arte italiani come Vivaldi, Calvesi, Grandi, Rubiu, Boatto, Bucarelli, De Marchis e di galleristi d'avanguardia, come Sargentini, Sperone, Iolas. Nell'estate del 1968 aveva partecipato alla XXXIV Biennale di Venezia. Dopo la sua scomparsa, a mostra ancora aperta, gli fu conferito il Premio internazionale per la Scultura. Scultore, scenografo, performer, Pascali coniuga in modo geniale e creativo forme primarie e mitiche della cultura e della natura mediterranea (la Grande Madre e Venere, il Mare, la Terra, i Campi, gli attrezzi e i riti agricoli) con le forme infantili del Gioco e dell'Avventura (animali della preistoria, dello zoo e del mare, giocattoli di guerra, il mondo di Tarzan e della giungla, bruchi e bachi, travestimenti, Pulcinella). Traduce questo mondo dell'immaginario in forme monumentali con rimandi al romanico pugliese e al bestiario medievale delle sue chiese e in contemporanea alle icone della dilagante cultura di massa del fumetto, del cinema, della moda). Realizza le sculture con materiali fragili ed effimeri (tela, legno, lana d'acciaio, pelo acrilico, paglia, raffia), dando una sua originale risposta critica alle nuove tendenze che venivano dall'America: la Pop Art, la Minimal Art. Precorre l'Arte Povera, la Body Art, l'arte concettuale degli anni Settanta. È’ presente in collezioni museali.
ROMANO SAMBATI (Lequile-Lecce, 1938). Tra i più noti pittori pugliesi degli ultimi decenni. Compie gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli con gli scultori Emilio Greco e Augusto Perez. Torna a Lecce nel 1962 e stabilisce il suo studio nella campagna salentina, che da questo momento diventerà una sorta di osservatorio sulla luce e sulla natura. Qui mette a punto le sue ricerche incentrate sulla materia, la natura, il tempo, la trasparenza, la luce, che nel corso degli anni diverranno il suo universo – linguaggio e il repertorio di una personale mitologia, che lo porteranno alla creazione del grande ciclo pittorico sul De Rerum Natura di Lucrezio (1981) e alla riscoperta della scultura nelle Metamorfosi di Ovidio, fino alla progressiva rarefazione dell’immagine e della materia. Il potere evocativo della figura continua ad essere fonte di riflessione nella sua ricerca che sfocia nell’espressione plastica che da corpo alla grande mostra Il dolore del mito (Lecce 2003). Con l’ultimo ciclo di opere: Geografie: Paesaggi a sud del sud, ritorna alla pittura. E’ la luce ora il tema portante della sua pittura, captata in colori impalpabili, in una materia che è essa stessa mare, terra, cielo. È’ presente in collezioni museali.
GIUSEPPE SPAGNULO (Grottaglie-Taranto, 1936). Arriva a Milano nel 1959 e si iscrive all'Accademia di Brera, lavora come assistente negli studi di Fontana e Pomodoro. Conosce Tancredi e Manzoni. Dopo una parentesi di lavoro nella ceramica, si dedica definitivamente alla scultura. Nel 1964 organizza al Salone di Carlo Grossetti di Milano la sua prima mostra personale con lavori in terracotta, pietra e legno. Nel 1968 inizia i primi grandi lavori in ferro: simboli di protesta da collocare nelle strade. E' del 1972 una grande mostra personale a Milano, intitolata Ferri Spezzatisimboli di rottura di equilibri geometrici (Cerchi) o forzatura del taglio come divisione di piani e loro trasformazione (Diagonale, Grande Curva).Dal 1976 concettualizza sempre più il suo lavoro iniziando i temi dei Cartoni, dei Paesaggi e dell 'Archeologia. Nel 1977, al Newport Harbor Alt Museum, in California, esegue in loco un grande lavoro sui Paesaggi.. È’ presente in collezioni museali.

LUOGHI E DATE EVENTI DICEMBRE 2011
Primo Piano LivinGallery, Viale G. Marconi 4 Lecce
Mostra d’arte contemporanea di artisti turchi
Video-Biografie Artisti pugliesi per la rassegna “Una Identità Mediterranea”
Dal 08 al 23 Dicembre (Inaugurazione giovedì 08 dicembre ore 18:30)
Accademia di Belle Arti, Via Libertini, Lecce
Visita dei laboratori e dibattito tra artisti e professori
10 dicembre dalle ore 9:30 alle 13,00
Castello Carlo V, Via XXV Luglio, Lecce
Mostra documentativa e video arte “Una identità mediterranea: Pino Pascali”
Installazione e Performance “La rivoluzione sono io, 2” di Uccio Biondi