Valerio Ferretti – Il tempo dell’anima
Ferretti predilige dipingere su grandi tele, libere dai consueti telai di legno, perché queste possano, una volta appese alle pareti, continuare ad avere la loro naturale morbidezza e a vibrare ai lievi aliti dell’aria.
Comunicato stampa
Se Picasso affermava che chi dipinge deve dimenticare il
corpo, questo concetto si smentisce nel caso del pittore
Valerio Ferretti che per creare le sue opere usa non solo
l’anima ma anche il corpo.
L’artista afferma che a piedi nudi sparge il colore sulle tele
distese sul pavimento, mi immagino quasi con movimenti di
danza, coprendole di filamenti di colore rosso, nero, blu.
Quando è invitato a realizzare lavori in luoghi pubblici, capita
che offra ai passanti l’opportunità di giocare con lui e
assaporare la gioia di usare, con totale libertà creativa, i colori
unendosi a lui in un insolito, raro, affascinante momento
magico.
Ferretti predilige dipingere su grandi tele, libere dai consueti
telai di legno, perché queste possano, una volta appese alle
pareti, continuare ad avere la loro naturale morbidezza e a
vibrare ai lievi aliti dell’aria.
Abile ritrattista, raffinato pittore figurativo, nelle opere esposte
in questa mostra non presenta la riproduzione della realtà, ma
svela immateriali presenze evocate per ricordare a sé e agli
altri che l’invisibile è una realtà di grande forza.
Valerio Ferretti sa anche esprimersi con le parole: a fianco
trascriviamo una delle sue più recenti creazione poetiche.
Grazia Chiesa
novembre 2011
Immagine: Oltre i numeri
CONTATTI: Valerio Ferretti
t: 3339985105
[email protected]
E così… quando gli aliti della sera si fan primavera
sbocciano tra le mani parole dal profumo d’aria vera,
spesso chiedon acqua i frutti dell’amore generato
rare le richieste dei petali, silenti le urla dei boccioli.
Voli confusi, voli assennati, sorrisi di figli mai nati
ciottoli guidano nella selva, fuochi ardono i palmi,
fiumi dai seni della foce del creato, saltano,
penetrando il cuore
trafiggendo pioli d’una salita che cresce in salita.
Vita
i binari tramano al passar dei treni,
le casse al rintrono della musica,
le tasche all’accrescer umano onor,
le pance all’esuberanza dei cibi;
fin quando vedi le sbarre e freni,
i soffi concertuali della fisica
gloria e lode del Signor
e salute che non dà alibi.
I secondi non si servirebbero dei primi
se i primi non desiderassero i secondi.
Ora:
Il primo dei primi non comanderebbe l’ultimo degli ultimi
se l’ultimo degli ultimi non donasse un senso al primo dei
primi
così il primo dei primi servir dovrà l’ultimo degli ultimi
e l’ultimo degli ultimi sarà il primo dei primi.
Adesso