Agostino Buzzetti – Minima Naturalia
Fuori casa. A piedi. La lentezza del passo mi porta a distrarmi con sguardi quotidiani, inquadrature del “sempre visto” perchè sotto casa e “mai visto” …
Comunicato stampa
Fuori casa. A piedi. La lentezza del passo mi porta a distrarmi con sguardi quotidiani, inquadrature del "sempre visto" perchè sotto casa e "mai visto"
perchè sempre di fretta. Recupero il sapore degli elementi naturali, delle sfumature della terra arata, dei riflessi dell'acqua stagnante, di un cencio
bianco mosso dal vento, del legno che brucia in un campo. E mi ccorgo che il primitivo mi attrae perchè senza tempo. Gli elementi naturali mi rassicurano
nel loro arcaico esistere e nel loro sopravvivere negli interstizi dell'ultima civiltà. Ma più che quello che osservo, comunque scelto perchè in contrasto
con i soliti ritagli urbani e perchè prova della sopravvivenza della natura in città (quasi fossi Marcovaldo), importa come lo osservo, con quale grammatica,
con quale scelta cromatica. Colori tenui, opachi, che rimandano ad un atteggiamento minimalistico e quasi astratto. Quasi che la raffinatezza cercata da tanti
nei rumori urbani non si potesse ritrovare che nel silenzio dei luoghi marginali. Non vi è figura umana proprio perchè l'umano sta nell'osservatore. E' questi
che si deve sforzare di entrare nell'immagine e abitarla in riverente silenzio di riflessione. Come fosse un giardino zen, come una pausa che ci si prende
dall'immagine troppo urlata, troppo affollata, troppo in movimento dei giorni nostri. Un mondo abitabile per pulirsi un po' lo sguardo.
Analogica ( e non digitale) proprio per sottolineare la necessità di mantenere un'analogia con la realtà, con la natura concreta ma in leggerezza.