Edoardo Coral – Amico legno
L’esposizione propone una trentina di eleganti sculture in legno, realizzate dall’artista nel 2011 e del tutto inedite, che interpretano con delicatezza, poetica sensibilità, essenzialità e inclinazione molto personale, il tema sacro, nell’ambito del quale l’artista sa conferire grande umanità ai volti, la natura animale e la struttura del totem.
Comunicato stampa
Lunedì 12 dicembre alle ore 18.00 a Trieste alla Sala Comunale d’Arte (Piazza dell’Unità d’Italia 4) avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale dello scultore Edoardo Coral, intitolata “Amico legno”. La rassegna, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni, rimarrà visitabile fino al 6 gennaio (orario: feriale e festivo 10-13 / 17-20).
L’esposizione - scrive Accerboni - propone una trentina di eleganti sculture in legno, realizzate dall’artista nel 2011 e del tutto inedite, che interpretano con delicatezza, poetica sensibilità, essenzialità e inclinazione molto personale, il tema sacro, nell’ambito del quale l’artista sa conferire grande umanità ai volti, la natura animale e la struttura del totem. Soggetti affrontati da Coral con amorosa attenzione, intagliando tutti i tipi di legno, ma prediligendo il profumato cirmolo o pino cembro, il tiglio e vecchi legni sottratti alla distruzione, cui l’intervento dell’artista dona nuova dignità. “Quando si batte con il mazzuolo il legno” afferma lo scultore “si crea un ritmo cadenzato che assomiglia alla musica”: arte da cui Coral è stato sempre fortemente affascinato tanto da dedicarvisi completamente per vent’anni, diplomandosi in corno al Conservatorio di Trieste, componendo e interpretando concerti di musica classica e poi leggera. In seguito ha iniziato a studiare disegno e pittura e nel 2000, da un giorno all’altro, ecco la svolta e l’inizio dell’attività scultorea, che l’artista svolge seguendo una passione trasmessagli fin dall’infanzia dal padre. Che ha approcciato inizialmente forgiando legni portati a riva dalle mareggiate, cui assiste in diretta dal piccolo atelier sul lungomare di Barcola, a Trieste, dove opera.
La sua cifra espressiva è la gentilezza - prosegue Accerboni - che lo scultore svela nel tornire le forme con un approccio morbido, convincente, dotato di eleganza. Interessante è anche la sua passione nel raccogliere, nei vecchi fienili e nei magazzini, antichi legni, assemblandoli ad altri nuovi, soprattutto per realizzare, oltre a originali “paesaggi lignei”, dei totem di sapore tecnologico e quasi etnico, che rammentano le invenzioni di Brancusi e dell’arte africana. Per quanto riguarda invece il tema sacro, va ricordato che una sua Madonnina si trova nella Chiesa di S. Bartolomeo a Barcola (Trieste), altre nel refettorio del Convento della Chiesa di Gretta a Trieste e nel Convento di suore di clausura ad Attimis (Udine), mentre un suo crocifisso è stato posizionato davanti alla Chiesa di Conconello (Trieste).
A far scaturire nell’artista l’esigenza di scolpire fu l’emozionante incontro - conclude il critico - avvenuto a Sauris un po’ di anni fa, con lo scultore Ermanno Plozer: da quel momento la vita creativa e artistica di Coral è cambiata, passando dalle note musicali all’amore per la forma e per il legno, che lo scultore lavora sempre e solo completamente a mano, anche là dove potrebbe servirsi di strumenti e tecnologie avanzate. Una o due settimane per realizzare un solo pezzo e “vivere dall’inizio alla fine tutta la scultura manualmente”. Con purezza, davanti al mare.