Bios Vincent – Il muro ha un suono
Bios costruisce per gli spazi del Palazzo Reale un percorso del tutto inusuale, che si snoda dal piano inferiore, in cui si è accolti dai video con i gli atti performativi dell’artista, fino alla sala centrale del piano superiore, dove una labirintica installazione composta da oltre 40 opere di grandi dimensioni avvolge il visitatore in spire materiche dalle forti cromie che prendono il sopravvento e conducono alla grande parete di fondo interamente coperta da un lavoro di notevoli dimensioni emozionali.
Comunicato stampa
BIOS Vincent, uno tra i più promettenti giovani artisti della scena contemporanea, sarà ospitato dal
Parlamento Siciliano nella sua storica sede di Palazzo Reale, l’affascinante Palazzo dei Normanni
che domina la città di Palermo, dal 14 gennaio al 3 febbraio 2012, con la personale “Il muro ha un
suono”, una labirintica installazione di oltre 40 opere di grandi dimensioni, per celebrare il suo
atteso ritorno nella terra d’origine dopo le recenti esperienze artistiche in Cina, a Boston e a Berlino.
“Il muro ha un suono”, a cura di Martina Cavallarin, è la prima personale dell'artista a Palermo. Le
più alte cariche del Parlamento Siciliano apriranno le porte del Palazzo Reale con una cerimonia di
inaugurazione venerdì 13 gennaio 2012 alle ore 19:00. Per l’occasione, un’inedita performance dal
forte impatto emotivo introdurrà gli invitati alla visione della mostra.
La mostra è patrocinata dalla Regione Sicilia, dall’Assemblea della Regione Siciliana e dalla
Fondazione Federico II, e promossa dall’Associazione Sicilia Promotion, con il contributo di Galleria
Affiche Milano e Galleria 71 Palermo. Sponsor d'eccezione URSA Italia SrL.
LA MOSTRA
BIOS costruisce per gli spazi del Palazzo Reale un percorso del tutto inusuale, che si snoda dal
piano inferiore, in cui si è accolti dai video con i gli atti performativi dell'artista, fino alla sala
centrale del piano superiore, dove una labirintica installazione composta da oltre 40 opere di
grandi dimensioni avvolge il visitatore in spire materiche dalle forti cromie che prendono il
sopravvento e conducono alla grande parete di fondo interamente coperta da un lavoro di
notevoli dimensioni emozionali.
Di fronte ai pannelli cosparsi di cemento o lasciati quasi a vivo, perforati da proiettili di vari calibri,
Magnum, piombini, Lupara, e alle installazioni a parete con numeri, parole, lettere, segni violentati
dall’uso determinato e mirato di armi da fuoco, ci si lascia trasportare dall’eco del sibilo lacerante
e invisibile di uno sparo, di risposte mai date, di doni inaspettati, di una speranza disillusa o di un
ricordo cancellato.
BIOS guarda il mondo dal buco inflitto dai proiettili sulle sue superfici trattate e la sua arte appare
da autodidatta, ma è mutuata invece da un preciso percorso culturale, da codici antichi come la
grafica o la letteratura medievale, le incisioni, l’arte sacra e un immaginario visionario - afferma la
curatrice della mostra Martina Cavallarin.
BIOS ha una ricerca personale che indaga nella dimensione del sociale concentrandosi su temi
spigolosi come l’aborto, l’ecologia, le sopraffazioni, la violenza, le barriere fisiche e mentali,
attraverso un’arte che si avvale di performance - in cui i cacciatori sparano virtualmente sulla
preda, metafora per eccellenza, o in cui l’artista impersona i “pinocchio” e ne simula crocefissioni -
e di installazioni a parete, quadri che si fanno scultura nell’accogliere gettate di colore,
scarnificazioni, oggetti circondati da numeri che sono un logo – come il 194, cifra che evoca la
legge sull’aborto – o parole, lettere, scritte.
“Quelli di Vincent sono i muri della vita che raccontano la storia degli uomini che l’hanno vissuta. –
scrive l’architetto Michele Premoli Silva che ha realizzato il progetto espositivo – Muri che, come
quelli delle case nei luoghi di combattimento o di conflitto, segnati dalle raffiche dei proiettili che vi
hanno inciso il loro alfabeto, restano lì a ricordare che tra quel muro e chi sparava probabilmente
sono state interrotte delle vite. BIOS ha scelto di raccontare la vita del Mondo attraverso il muro”.
L’ARTISTA
BIOS Vincent
è nato a Erice, Trapani, il 24.11.1976
Installazioni di grande formato a parete e mixed media sono le tecniche utilizzate nella sua ricerca,
che si focalizza sulla dimensione del sociale, su temi spigolosi come l’aborto, l’ecologia, le
sopraffazioni, la violenza, le barriere fisiche, mentali e la memoria sorda e necessaria.
Al momento è impegnato nel processo di installazioni ambientali nelle quali è previsto l'utilizzo di
sorgenti di energia rinnovabile. Dal 2000 il suo lavoro è stato presentato in varie mostre collettive e
personali in Italia e all’estero.
Vive e lavora tra Milano e la Cina e collabora con diversi studi di Architettura nello sviluppo di
progetti tra arte e architettura.