I Cavalieri dell’Apocalisse
La mostra si pone come punto di partenza per una ricerca stilistica e, al tempo stesso, come work in progress: contenitore di idee e soluzioni in continuo sviluppo.
Comunicato stampa
La Galleria Aripa di Mariana Paparà rappresenta, da anni, artisti italiani e internazionali che, avvalendosi di diversi linguaggi e strumenti, propongono lavori sperimentali sia a livello formale che contenutistico.
A compimento di un annuale percorso tematico di mostre, la galleria presenta una collettiva dedicata ai Cavalieri dell'Apocalisse. La lettura escatologica e mistica è pretesto per introdurre, all'interno del percorso espositivo, una serie eterogenea di approcci e stili. L'assunto comune è la messa in discussione delle coordinate della rappresentazione tradizionale.
Ogni artista, nella ricerca di un linguaggio che sapesse oltrepassare la barriera della comune percezione, si è confrontato con soluzioni estremamente personali. Nella varietà dei risultati ottenuti sta la chiave di lettura dell'intera mostra: indagine sulla realtà attraverso intervento sulla materia.
Accanto ai cavalli di Ezio Gribaudo e alle archeopatie di Gianni Ottaviani, affermati artisti della guest area, possiamo osservare gli scudi di Mariana Paparà, opere in cui pittura e installazione si incontrano. La scultura di Teo Martino, allo stesso modo, si confronta con un uso particolare di materia e colori. Gli artisti torinesi Carlo Giaccone, Carla Bassignana, Carmen Sempreboni, Giovanna Boglioni, Anne Cecile Breuer, Clara De Magistris e Riccarda Fabbricatore si rapportano con l'arte orientale, dipingenso su carta di bambù con nero di china e mallo di noce. Le xilografie di Ortansa Moraru, artista rumena attiva a Toronto, propongono rappresentazioni su carta giapponese, in bilico tra naturalismo e astazione. Nelle tradizioni a cui si attengono, si contrappongono formalmente ai collage e alle sperimentazioni di Viorel Rotari.
Gli studi formali e cromatici di Severino Magri, le strutture metafisiche di Ida Sacco, le composizioni materiche di Lorena Fortuna, gli acrilici informali di Stefania Groppo, la tenica mista su legno di Mario Goglia, l'atrattismo espressionista di Alga Zaharescu e le creazioni in digitale di Luciana Ronco completano una collettiva improntata all'esplorazione dei linguaggi e all'indagine su strumenti e materiali.
La mostra si pone come punto di partenza per una ricerca stilistica e, al tempo stesso, come work in progress: contenitore di idee e soluzioni in continuo sviluppo.
Ivan Fassio