Sul segno degli artisti #10 – Riccardo Badalà
Un gruppo di opere pittoriche per il decimo appuntamento della rassegna Sul segno degli artisti, che vede 12 artisti in galleria presentati nell’arco di un anno con 12 opere ciascuno. Saranno visibili stavolta i lavori del giovane artista catanese, Riccardo Badalà
Comunicato stampa
Dodici artisti da presentare nell'arco di un anno con 12 lavori ciascuno. Alla fine dell'anno sarà pubblicato un catalogo edito dalla Salarchi Immagini, nel segno degli (astri) artisti prescelti, con 144 opere: esso costituirà ciclicamente per dodici anni il corpo ideale di una sinestesia simbolica da deporre nella collana editoriale "Sul segno degli artisti" in dodici volumi, per un ammontare cabalistico di 1728 opere d'arte esposte, prodotte da 144 artisti.
Venerdì 23 dicembre, alle ore 19, alla Galleria degli Archi di Comiso, ci sarà il decimo appuntamento con “Sul segno degli artisti”: saranno visibili stavolta i lavori del giovane artista catanese, Riccardo Badalà, «12 opere – come lui stesso ci introduce – che fanno parte essenziale del mio far pittura. Dipingo la figura umana perché mi affascina il suo esser così diverso nel medesimo tempo. Ritratti, figure intere e mezzi busti, ma sempre l'umano essere al centro di una pittura comunicativa… il corpo ancor prima della parola, è comunicazione. La postura, i gesti, l'espressione facciale, un insieme questo di segni di cui è fatta la comunicazione non verbale. Mi affascina cogliere con diverse sfumature tutto ciò che è corpo, un sentire attraverso i colori, un sinestetico ascolto della fisicità. D'altronde, quella del corpo, è una comunicazione più universale, primaria, rispetto alle diverse lingue. Alcune opere raffigurano personaggi che sono solo "comparse", come se fossero attori non protagonisti di un film, di passaggio, sfuggenti o semplicemente in attesa. Un'attesa che si fa perenne, infinita. In altre invece, sono interpreti di sDe stessi, assoluti protagonisti del proprio spazio. Si impongono con lo sguardo, e attendono lì, al centro della propria scena, lo spettatore. Si compiacciono con gli innumerevoli sguardi e si disperdono sempre meno».
«Riccardo Badalà in verità sospende le sue amorfe figure, fra gli intervalli del pieno e del vuoto, nel magma materico del colore, cercando un’estetica dell’assente o del futuro. La sua pittura espressiva trova nell’essenzialità della forma e dei gesti la bellezza dell’alieno. Come dire che qualcosa di extraterrestre, dagli echi giacomettiani, s’insedia, impercettibilmente, tra i grumi e le sfumature del colore, ancor prima di riconoscersi simile alle fattezze umane, di definirsi e avvilupparsi nel perimetro di una tela o di una tavola. Il dato pittorico ossia la sua autonomia formale rispetto al contenuto è straordinaria, e comunque il tratto proprio della sua pittura si accende in un groviglio di segni quasi a mimarne l’inchiostro di un disegno o i graffi di un’incisione. Certo queste sono alcune riflessioni che chiariscono le radici figurative da cui proviene Badalà, affermandone lo stesso, ciò nonostante, la sua attualità contemporanea. Anche se, volendo seguire una mia suggestione, mi piacerebbe collocare la pittura di Riccardo Badalà più che alla contemporaneità alle già acquisite età di passato e futuro nell’attesa che si snoda questo perenne, insostenibile, presente» ci dice il curatore Salvatore Schembari
Biografia
Riccardo Badalà, nasce a Catania il 22 marzo 1976. Nel 2008 si laurea in Scienze dell'Educazione con una tesi in Estetica: Riflessioni sul vedere tra psicologia e arte, intrecciando i propri studi e la personale filosofia pittorica con gli scritti di H. Gombrich e R. Arnheim, celebri storici dell'arte. Durante la discussione della tesi presenta un inedito autoritratto in trittico, sviluppato da una serie fotografica di autoscatti in movimento. Nel 2009 ha prestato alcune opere per la rappresentazione della commedia brillante "Da giovedì a giovedì" di Aldo De Benedetti, messa in scena dalla compagnia teatrale C.A.F. Nel 2009 ha svolto un laboratorio pittorico per bambini presso le scuole "Chiostri" e "Don Minzoni" di Bologna, curandone la relativa mostra a fine corso, intitolata "Dei piccoli".Lavora in Italia e Spagna