Giuseppe Mastromatteo – Indepensense

Informazioni Evento

Luogo
FABBRICA EOS
Piazzale Antonio Baiamonti 2, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato 10.00-13.00; 16.00-19.00

Vernissage
09/02/2012

ore 18.30

Contatti
Email: info@fabbricaeos.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Giuseppe Mastromatteo
Curatori
Denis Curti
Generi
fotografia, personale

Una mostra che racconta non solo la semplice e affascinante sovrapposizione dei sensi, ma un’idea tutta nuova del corpo. Un corpo che diventa occasione per raccontare lo sconfinamento tra culture, popolazioni, religioni, genere.

Comunicato stampa

Dopo il successo registrato due anni fa con la mostra alla galleria Fabbrica Eos, Giuseppe Mastromatteo ha voluto rimettere insieme la squadra vincente con il gallerista Giancarlo Pedrazzini e il curatore Denis Curti, al lavoro per definire i dettagli di una mostra sorprendente e di un catalogo destinato a restare nella memoria di tutti gli appassionati d’immagine, manipolazione, ma anche di poesia ed estetica.
Inizia così il nuovo corso di Indepensense, originale serie di fotografie che nasce mentre Mastromatteo è in trasferta a New York, per il suo lavoro di creativo per l’advertising.
“…a differenza della prima volta, quest’ anno ho cominciato il progetto realizzando schizzi su carta abbozzati qua e là, appunti digitali, fotografie con il telefonino. Ho anche noleggiato uno studio fotografico a Brooklyn, il set è stato più volte costruito e spesso abbandonato. Avevo in mente una diversa estetica rispetto a Indepensense, quasi dovessi negare ciò che avevo fatto in precedenza. Ma non era l'estetica che doveva cambiare o evolvere, era, piuttosto, un sentimento che ronzava in testa e che dovevo mettere a punto: l’idea di un lavoro fotografico che sapesse coniugare la sincerità con una più consapevole forma di autenticità, senza smettere di stupire, prima di tutto, me stesso”.
Indepensense questa volta è qualcosa di più della semplice, anche se sempre affascinante, sovrapposizione dei sensi come è successo con le prime opere del 2009, ora a prevalere è un’idea tutta nuova del corpo. Un corpo che diventa occasione per raccontare lo sconfinamento tra culture, popolazioni, religioni, genere.
La macchina da presa diventa un chiaro punto di vista: l’inquadratura si allarga al corpo intero e i sensi si mischiano. La pelle diventa occasione di senso, volontà di comprensione, soprattutto paesaggio. Paesaggio umano esteso e diffuso intorno e dentro all’uomo.
L’obiettivo finale è suggerire la possibilità di creare nuove identità, ragionare quindi sul tema dell’autenticità, sapendo che le cose del mondo non stanno mai ferme, ma risultano per lo più imprendibili.
Indepensense diventa così connessione, sconfinamento, appartenenza umana.