Carmelo Nicotra – 37 gradi 19′ 07” N 13 gradi 39′ 47”
La mostra e’ il risultato di un percorso conoscitivo attraverso il tessuto sociale e abitativo di Favara. Tra le opere presentate si svela anche la parte invisibile del lavoro: documenti, fotografie, mappe e dati.
Comunicato stampa
Martedì 14 Gennaio 2012 presso la Galleria Zelle Arte Contemporanea si inaugura 37° 19′ 07″ N 13° 39′ 47″ E, prima mostra personale di Carmelo Nicotra.
Il titolo è costituito dalle coordinate geografiche di Favara, ambiente di ricerca in cui l’interesse antropologico per il tessuto sociale e abitativo viene sollecitato particolarmente dalla presenza di diverse case fatiscenti che diventano lo scenario in cui l’artista interagisce. La mostra è il risultato di un percorso conoscitivo attraverso questi siti archeologici moderni.
All’ingresso della galleria due mensole ricordano le catalogazioni dei musei archeologici, ma al posto dei reperti storici l’artista vi espone frammenti di abitazioni, differenti per forma, colore e provenienza. In dialogo con i frammenti una serie di collage ricompone, attraverso accostamenti impercettibili di carta bianca, gli edifici che l’incuria e l’abbandono hanno fatto crollare e che l’artista meticolosamente ricostruisce per riempire virtualmente questi vuoti urbani. I detriti, ricollocati all’interno dello spazio espositivo, insieme alla serie di collage, diventano così rappresentativi di un fenomeno diffuso e non circoscrivibile quale il lento sgretolarsi del paesaggio urbano.
Tra le opere presentate si svela anche la parte invisibile del lavoro: documenti, fotografie, mappe e dati. Questi materiali, reperiti grazie anche alla collaborazione con la municipalità, hanno contribuito a strutturare il lavoro finale e a comprendere il fenomeno nelle sue molteplici sfaccettature.
37° 19′ 07″ N 13° 39′ 47″ E è uno sguardo rivolto alla memoria collettiva di cui anche le abitazioni sono testimonianza, sia per coloro che vi ha vissuto che per il tempo che queste con la loro presenza hanno rappresentato. Una memoria frammentaria di cui le macerie, dalle forme irregolari e casuali, sono espressione. Delle sculture povere e minimali capaci però di ricordarci l’intimità domestica che caratterizza la vita.