Marco Gastini – Contrappunti
Viene presentata, con una speciale visita
per il pubblico, Contrappunti C (2011) opera di Marco Gastini recentemente donata dall’artista al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Comunicato stampa
Sabato 28 gennaio 2012 alle h. 18.00 viene presentata, con una speciale visita
per il pubblico, Contrappunti C (2011) opera di Marco Gastini recentemente
donata dall’artista al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
L’accoglimento dell’opera nella Collezione Permanente del Museo genera
l’occasione per presentare, fino al 1 aprile 2012, le altre tre tele inerenti al ciclo
Contrappunti, oltre ad una selezione di 22 opere realizzate dalla fine degli
anni Sessanta ad oggi che intrecciano un dialogo di forte intensità.
Il progetto espositivo, che prende il titolo Contrappunti. Con una finestra sullo
studio., coinvolge lo sguardo dello spettatore nei passaggi principali di un
pensiero artistico incentrato sugli elementi archetipici del gesto, del segno,
della materia che, attraverso lo sconfinamento dalla superficie del supporto,
compie uno strappo linguistico verso le tradizioni formalistiche per
sperimentare lo spazio, inteso sia in senso fisico che mentale, come luogo di
azione della pittura.
L’intervento di Gastini è concepito con un intento essenzialmente spaziale
basato su una dialettica tra opere e pareti, che rimarca il rapporto di
continuità tra l’ambito del gesto artistico e la dimensione spaziale in cui esso
si compie.
Nucleo centrale dell’allestimento è il ciclo di quattro tele Contrappunti
realizzato nel 2011 e ispirato ad una prolungata frequentazione del paesaggio
salentino, dalle cui materie e tradizioni artigiane l’artista trae suggestioni per
nutrire la sua ricerca pittorica.
Le opere si fronteggiano in una tensione di rimandi ed echi di colore e materia
che tende ad annullare la distanza dello spazio, coinvolgendo anche gli altri
lavori in un unico percorso ambientale attraversato da flussi pittorici
ininterrotti.
Tutte le opere esposte sono accomunate da un complesso e raffinato
assemblaggio di materiali eterogenei tradizionalmente non pittorici (ardesia
indiana, gesso, piombo, vetro, plexiglass) che, con la loro fisicità espressiva
primaria, aggettano verso l’attenzione percettiva dello spettatore come vortici
tridimensionali di forte coinvolgimento sensoriale.
Durante l’intero periodo di apertura della mostra, ogni seconda domenica del
mese alle h. 16 il Dipartimento educativo MAMbo propone visite guidate alla
Collezione Permanente con un focus speciale dedicato a Marco Gastini.
Ingresso € 4 a persona più ingresso alla Collezione Permanente (€ 6 intero, €
4 ridotto), minimo 6 max 30 persone. Info e prenotazioni: tel. +39 051 6496652
(dal lunedì al venerdì, h. 10.00–13.00); tel. +39 051 6496611 (dal sabato alla
domenica h. 10.00-17.00)
Con lo speciale approfondimento dedicato a Marco Gastini prende avvio
Prospettive. Nuovi percorsi nelle Collezioni del MAMbo, un nuovo formato
progettuale di articolazione della Collezione Permanente che intende
valorizzare la donazione di opere attraverso un momento espositivo
focalizzato sulla contestualizzazione dell’artista e del suo lavoro in un più
ampio e articolato percorso di carattere scientifico e didattico fruibile al
pubblico.
La mostra si integra in un progetto espositivo diffuso nella città di Bologna
che documenta il percorso artistico di Marco Gastini dagli anni Settanta fino
agli esiti più recenti coinvolgendo in contemporanea, oltre al MAMbo, anche
gli spazi di OTTO Gallery e Palazzo Pepoli Campogrande, sede distaccata
della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di
Bologna.
Per ulteriori informazioni:
www.mambo-bologna.org
Ufficio Stampa MAMbo
Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 - 608
[email protected]
BIOGRAFIA
Marco Gastini è nato nel 1938 a Torino, città dove attualmente vive e lavora.
Diplomato alla Scuola di Pittura dell’Accademia Albertina, nel 1964 allestisce
la sua prima personale alla Galleria del Falò di Alba. Esordisce alla fine degli
anni Sessanta con una pittura capace di essere percepita con tutti i sensi e in
tutte le articolazioni dello spazio.
L’artista mosso dall’esigenza di superare la stagnazione della pittura tardoinformale,
approda, in un primo tempo, alla definizione di una pittura che
indaga gli elementi che ne determinano il grado
espressivo essenziale: il segno minimo, la presenza spaziale, l’azzeramento
cromatico, per poi giungere a una visione non più classificabile entro le
tendenze del momento. La problematica dello spazio, sia mentale che fisico,
come luogo di azione della pittura, lo accompagnerà sempre.
Con i cicli delle Macchie 1970 e dei Disegni 1971, la sua pittura comincia a
delineare una serie di elementi linguistici in grado di consentire una
coniugazione tra segno, supporto e altri dispositivi di spazialità, connessi di
volta in volta alla scelta di materiali tradizionalmente non pittorici assai
diversi, come il piombo, l’alluminio, la carta, la pietra ed il plexiglas. Dopo la
personale alla Cirrus Gallery di Los Angeles nel ’75 e alla John Weber Gallery
di New York nel ’77, nel ’78 è a Milano alla Studio Grossetti.
In questi anni è l’uso del colore a farsi protagonista dei suoi lavori, insieme ai
materiali più differenti: legno, metalli, minerali, pergamena; tutto partecipa
alla crescita del lavoro.
Le sue opere sono presenti in importanti rassegne di pittura analitica, come
La riflessione sulla pittura (1973) e Gelante Malerei a Munster (1974-75). Negli
anni Ottanta la collaborazione con gallerie italiane, europee e americane
prosegue intensa: nel 1982 la Lenbachhaus di Munchen ospita la prima
grande retrospettiva dell’artista, seguono le esposizioni del 1983 alla Galleria
Civica di Modena e quella del 1984 al PAC di Milano, curata da Paolo Fossati,
che nell’’88 si occuperà della monografia Marco Gastini per le Edizioni Essegi.
Nel 1992 la Galleria d’Arte Moderna di Bologna gli dedica una mostra a Villa
delle Rose e la stessa cosa farà la Galleria Civica di Trento nel ‘93. Ricordiamo
poi nello stesso anno una grande retrospettiva ai Kunstverein di Frankfurt e
St. Gallen.
Alla metà degli anni Novanta si assiste a una trasformazione del vocabolario
artistico di Gastini, che dà vita ad opere in cui i segni vengono resi oggettivi
con nastri e tondini di ferro, sempre in stretta relazione plastica con la pittura
presente sui supporti. Nel 1997 l’artista è presente a Siena con la mostra
Scommessa, dove i lavori installati in varie zone della città colloquiano con la
storia e l’atmosfera del luogo; nel 1998 l’Orangerie del Castello Weimar
espone una grande installazione che dialoga con tutto lo spazio e le sue
presenze di natura.
Dal 2005 l’artista torna a ragionare soprattutto sullo spazio della singola,
grande tela. Fa la sua comparsa anche un materiale caldo e sensibile come
la terracotta, che può talora contrapporsi, nella stessa tela, a reminescenze
dei lavori degli anni Settanta, quali la superficie bianca costellata di tratti
finissimi. Frequente anche l’impiego dell’alluminio e dell’ardesia. Gastini tiene
in questi anni con cadenza regolare mostre personali presso importanti
gallerie italiane. La città di Torino nel 2001 gli dedica una corposa
retrospettiva alla Galleria d’Arte Moderna negli spazi della Promotrice,
allestita successivamente al Lenbachhaus di Monaco. Nel 2005 è la volta
delle grandi esposizioni al CAMeC di La Spezia, e alla Kunsthalle di
Göppingen; nel 2008-2009 espone alla Galleria dello Scudo di Verona. Gastini
non manca poi di cimentarsi in installazioni, come nella Chiesa di S. Giacomo
a Treville (2005) e nel bosco di Bossolasco (2008); dal 2009 a Torino partecipa
a Luci d’Artista realizzando una scenografica installazione nella Galleria
Subalpina con luci blu al neon. Invitato più volte alla Biennale di Venezia,
l’artista è presente con le sue opere in numerose collezioni private e nei
musei del mondo.
MAMbo è sostenuto da:
In collaborazione con:
LISTA OPERE
Contrappunti A, 2011
Tecnica mista e ardesia indiana su tela
220 x 180 cm
Courtesy l’artista
Contrappunti B, 2011
Tecnica mista e ardesia indiana su tela
220 x 180 cm
Courtesy l’artista
Contrappunti C, 2011
Tecnica mista e ardesia indiana su tela
220 x 180 cm
Courtesy l’artista
Contrappunti D, 2011
Tecnica mista e ardesia indiana su tela
220 x 180 cm
Courtesy l’artista
Per "Casetta", 2009
Tecnica mista su carta
35,5 x 25,5 cm
Courtesy l’artista
Due, 1972
Plexiglas graffiato
149 x 149 cm
Courtesy l’artista
Pittura, 1970
Pittura ad alta percentuale di metallo su plexiglas
65 x 65 cm
Courtesy l’artista
Disegno per "Lastra", 1970
Pittura ad alta percentuale di metallo su carta
100 x 70 cm
Courtesy l’artista
7/11 , 2011
Tecnica mista e ardesia su carta
36 x 26 cm
Courtesy l’artista
3/8, 2004
Tecnica mista su vetro
15 x 15 cm
Courtesy l’artista
Progetto per telone di polietilene, 1970
Carboncino e grafite su carta
29,5 x 41,5 cm
Courtesy l’artista
Senza titolo, 1969
Fusioni di piombo e antimono su gesso
21 x 39 cm
Courtesy l’artista
Senza titolo, 1970
Pittura ad alta percentuale di metallo su plexiglas
23,5 x 23,5 cm
Courtesy l’artista
Macchie, s.d. (1969)
Grafite e tempera su carta
10,5 x 15,5 cm
Courtesy l’artista
Nel percorso, 2007
Tecnica mista e ardesia su tela
340 x 60 x 29 cm
Collezione privata
Quattro, 1970
Grafite su carta
29 x 40,5 cm
Courtesy l’artista
Senza titolo, 1969
Pittura ad alta percentuale di metallo su plexiglas
45,3 x 46 cm
Courtesy l’artista
Per "Contrappunti", 2011
Tecnica mista e ardesia su carta
44 x 30,5 cm
Courtesy l’artista
Senza titolo, 1970
Plexiglas graffiato
23,5 x 23,5 cm
Courtesy l’artista
Senza titolo, 2011
Tecnica mista e ardesia su carta
77 x 57 cm
Courtesy l’artista
Intrecci 1, 2007
Tecnica mista su vetro, ardesia
71,5 x 47 cm
Courtesy l’artista
Progetto per telone di polietilene, 1969
Grafite e carboncino su carta
29,5 x 41,5 cm
Courtesy l’artista
Otto macchie - 1, 1969
Fusioni di piombo e antimonio su gesso
22,5 x 34,5 cm
Courtesy l’artista
Lastra, s.d. (1970)
Grafite e carboncino su carta
10,5 x 15,5 cm
Courtesy l’artista
1 + 1 , 1972
Plexiglas graffiato
25 x 25 cm ciascuna lastra
Courtesy l’artista
Progetto per LP 220, 1970
Grafite e carboncino su carta
10,5 x 15,5 cm
Courtesy l’artista