Sergio Ragalzi – Nature
È un sentimento di ingombrante disperazione quello che accompagna la visione di un’opera di Sergio Ragalzi. Ingombrante sempre, anche nei suoi dipinti, nelle sue installazioni a parete o in sculture più piccole di queste due Nature. Ingombrante perché anche se giri la testa dall’altra parte quell’ansia nera, personificata ora da una scimmia urlante, ora da un mostro postatomico ora da un enorme insetto, è sempre lì, ti ha agganciato, ha ormai bucato la tua sensibilità, ha perforato la tua protezione mentale.
Comunicato stampa
In occasione della apertura della mostra "Cambio di Stagione 2" al MUSEO PECCI MILANO
Piercarlo Borgogno presenta
Sergio Ragalzi - Nature
SPAZIOBORGOGNO - Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
Opening Mercoledì 25.01.2012 h 18
Nature, gli ultimi oggetti ansiosi
È un sentimento di ingombrante disperazione quello che accompagna la visione di un’opera di Sergio Ragalzi. Ingombrante sempre, anche nei suoi dipinti, nelle sue installazioni a parete o in sculture più piccole di queste due Nature. Ingombrante perché anche se giri la testa dall’altra parte quell’ansia nera, personificata ora da una scimmia urlante, ora da un mostro postatomico ora da un enorme insetto, è sempre lì, ti ha agganciato, ha ormai bucato la tua sensibilità, ha perforato la tua protezione mentale.
Nature certo, si tratta pur sempre di una coppia di cervi volanti, ma abnormi e morbidi, il contrario di quello che questi insetti sono in realtà. Ingabbiati nello Spazioborgogno, che sembrano minacciare come fossero ordigni esilaranti contenenti un gas mortale, gravidi di una tragedia imminente o già avvenuta, ci dicono la posizione dell’opera di Ragalzi in questo mondo: inevitabile e impossibile da rimuovere o riavvolgere, come una metastasi, come le scorie radioattive, come il petrolio perso negli oceani, come il buco dell’ozono.
Queste Nature altro non sono che gli ultimi “oggetti ansiosi”, o almeno i più concreti, del nostro tempo.
Marco Tonelli
Sergio Ragalzi nasce a Torino nel 1951. Esordisce sulla scena dell’arte italiana alla fine degli anni settanta, nel 1984 prende parte ad Extemporanea, la mostra che consacra la riapertura degli spazi espositivi della Galleria L’Attico, a Roma. Lavora con le principali gallerie italiane attive fin dagli anni 80: Paludetto, Sargentini, Weber, Cannaviello, Annunciata, Grossetti, Repetto poi ancora Carlina, Allegretti, Delloro. Nel 1997, a seguito della sua partecipazione al Premio della Camera dei Deputati, una sua opera viene acquistata ed entra a far parte della collezione della Camera, la quale nello stesso anno gli dedica un catalogo e una mostra personale. La collaborazione con Piercarlo Borgogno inizia nello spazio ViaArtisti da lui diretto a Torino con una sua mostra personale nel 1996; prosegue lo stesso anno con la partecipazione ad Artissima insieme con grandi lavori di Cerone, Astore, Spagnulo, Mattiacci ed Icaro. Nel 1997 è presente con tre grandi tele nella mostra La fabbrica del vento allestita in occasione dell’edizione piemontese di Arte all’arte, nello stabilimento ex Calissano di Alba; ancora nel 2001 prende parte con un intervento site specific alla rassegna Entr’acte in Palazzo Albiroli a Bologna. Recentemente inizia la collaborazione con la nuova galleria romana Delloro che gli organizza due personali a Berlino e a Roma. Lo scorso anno espone tre grandi sculture gonfiabili nel Parco della Musica ed al Macro sempre a Roma.
Di lui hanno scritto i più importanti critici: Rudy Fuchs, Ennio Crispoldi, Achille Bonito Oliva, Emilio Villa, Marisa Vescovo, Maria Luisa Frisa, Elena Pontiggia, Luca Beatrice, Roberto Lambarelli, Guido Curto ed altri ancora.
Sergio Ragalzi vive e lavora in Piemonte, a San Giusto Canavese, in provincia di Torino.