OA #2 – Enrico Castellani
Il Secondo atto OA / la danza, con l’opera di Enrico Castellani, va in scena in prima nazionale, sempre al Teatro Studio, incentrandosi sulla presenza del corpo nella sua doppia capacità di essere elemento scalare: rispetto allo spazio, come misura dell’universo e rispetto al tempo, con il ritmo del suo movimento.
Comunicato stampa
TEATRO STUDIO KRYPTON
OA – cinque atti teatrali sull’opera d’arte
con Alfredo Pirri, Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Loris Cecchini e Cristina Volpi
regia Giancarlo Cauteruccio
OA
Secondo atto
La danza
con l’opera di ENRICO CASTELLANI
23, 24, 25 febbraio 2012 ore 21
Teatro Studio – Via G. Donizetti, 58 Scandicci
ideazione e regia Giancarlo Cauteruccio
con un testo originale di Adriano Sofri
in scena sette danzatori
costumi Massimo Bevilacqua
luci Giancarlo Cauteruccio e Loris Giancola
elaborazioni digitali Alessio Bianciardi
consulenza al progetto Pietro Gaglianò
Comunicato stampa
Dopo il Primo Atto OA / la parola, con l’opera Gas di Alfredo Pirri e pagine di Paul Celan e Theodor Adorno, che ha riscosso in gennaio un notevole successo presso un ampio pubblico, il progetto OA, per la regia di Giancarlo Cauteruccio, prosegue il suo viaggio tra le lingue del teatro e l’opera d’arte fino a maggio 2012.
Il Secondo atto OA / la danza, con l’opera di Enrico Castellani, va in scena in prima nazionale, sempre al Teatro Studio, giovedì 23 febbraio, repliche 24 e 25, incentrandosi sulla presenza del corpo nella sua doppia capacità di essere elemento scalare: rispetto allo spazio, come misura dell’universo e rispetto al tempo, con il ritmo del suo movimento.
Sette danzatori disegnano lo spazio scenico al cospetto de “Il muro del tempo”, l’opera che Enrico Castellani presentò nel 1968 presso la galleria romana La Tartaruga, nell’ambito del progetto “Il teatro delle mostre”, ciclo di esposizioni giornaliere che coinvolse alcuni fra i più importanti artisti del tempo.
L’opera è costituita da sette metronomi, impostati a velocità diverse e attivati contemporaneamente, per evidenziare con il loro battito ossessivo l’impossibilità di comprendere il senso del tempo e la vanità del desiderio di fermarlo.
Lo straordinario lavoro di Castellani riemerge al Teatro Studio in una particolare forma scenica, ideata da Giancarlo Cauteruccio e guidata da un testo originale di Adriano Sofri.
La compulsività del tempo affrontata politicamente nell’installazione di Castellani diviene la traccia drammaturgica sulla quale i danzatori interpreteranno il pieno e il vuoto, il suono e il silenzio, collegati in audio cuffie alle differenti frequenze dei sette metronomi.
La scena si avvolge di grandi superfici prospettiche di colore bianco che, grazie alla luce elaborata digitalmente, generano continue pulsazioni, ricreando le estroflessioni, segno e simbolo della personale e inesausta ricerca artistica di Castellani.
Il teatro, luogo della vibrazione, spazio misuratore del tempo, luogo dell’azione del corpo propone così una sua nuova dimensione delle percezioni.
Il progetto OA – cinque atti teatrali sull’opera d’arte proseguirà il 24 marzo (repliche 25 e 26) con il Terzo atto, sull’opera site specific di Jannis Kounellis, dalla quale scaturirà una drammaturgia dedicata al canto. Il Quarto atto, dal 14 al 16 aprile, sarà con le opere di Loris Cecchini, un lavoro dedicato alla luce come principio scultore della materia, e infine il Quinto atto, il 18 maggio con Cristina Volpi, esplorerà la percezione del corpo, la sua superficie, la pelle.
ENRICO CASTELLANI
L’opera IL MURO DEL TEMPO, 1968
L’pera è stata realizzata nel 1968 in occasione de "Il teatro delle mostre", alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis a Roma. Ogni artista esponeva il proprio lavoro per il tempo dell'inaugurazione (e non più a lungo di un giorno) e Castellani ha proposto questa installazione mantenendo l'intervento di Franco Angeli che il giorno prima aveva ribassato il soffitto della galleria con dei pannelli di polistirolo. In questa prima esposizione il lavoro si componeva di 8 metronomi poggiati su una struttura ricoperta di tela, in seguito il lavoro è stato esposto in numerose occasioni costituito da 7 metronomi poggiati su una base in legno. I metronomi sono regolati su differenti frequenze e sono destinati ad esaurirsi uno dopo l'altro in un tempo dato.
Biografia
Enrico Castellani nasce a Castelmassa nel 1930, vive e lavora a Celleno.
Compie gli studi medi a Novara e a Milano e nel 1952 si trasferisce a Bruxelles dove studia pittura all’Académie Royale des Beaux-Arts e dove nel 1956 consegue la laurea in architettura presso l’Ecole Nationale Supérieure de la Cambre. Nello stesso anno torna a Milano e nel 1959 con Piero Manzoni fonda la rivista Azimuth e la Galleria Azimut. Sempre nel 1959 realizza la sua prima superficie a rilievo e da allora il suo procedere continua a svilupparsi nell’ambito dell’estroflessione, senza rinunciare però ad alcune fughe che lo porteranno a realizzare ambienti, sculture ed installazioni. Dal suo esordio sino ad oggi si susseguono una serie di importanti esposizioni in spazi pubblici e privati. Viene invitato alla Biennale di Venezia nel 1964, nel 1966 (con una sala personale, per la quale riceve il Premio Gollin), nel 1984 e nel 2003. Nel 1965 partecipa alla mostra "The Resonsive Eye" al MoMA a New York e alla VIII Biennale di Sào Paulo in Brasile; nel 1970 a "Vitalità del negativo nell'arte italiana" al Palazzo delle Esposizioni a Roma; nel 1981 a "Identité Italienne" al Centre Pompidou a Parigi; nel 1994 a "The italian metamorphosis" al Guggenheim Museum a New York. Tra le principali esposizioni personali degli ultimi anni: Fondazione Prada, Milano, 2001; Kettle’s Yard, Cambridge, 2002; Museo Pushkin delle Belle Arti, Mosca, 2005; Haunch of Venison, New York, 2009 e 2001. Il 13 ottobre 2010 riceve dal Principe Hitachi, Patrono Onorario della Japan Art Association, il “Praemium Imperiale per la pittura”, il più alto riconoscimento artistico a livello internazionale.
GIANCARLO CAUTERUCCIO
Regista, scenografo, attore, formatosi da studi d’arte e di architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, Cauteruccio è compreso nella schiera dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana, grazie alla sua specificità linguistica di ricerca e applicazione delle nuove tecnologie alle arti sceniche a partire dalla fine degli anni Settanta.
Nel 1982 dà vita alla compagnia Krypton, oggi compresa fra le più accreditate compagnie italiane di teatro d’arte e di innovazione maggiormente riconosciute dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Cauteruccio ha al suo attivo numerosissimi allestimenti registici e scenografici di spettacoli programmati nei circuiti nazionali e internazionali. Sue opere sono state ospitate al La Mama Theatre di New York al teatro Mossoviet di Mosca, alla mostra internazionale Documenta di Kassel, al festival Ars Electronica di Linz, al Festival di Zagabria, Oslo, Valencia, Berlino; sue opere di video-teatro sono presenti nell’archivio della Biennale di Venezia e in quello della Triennale di Milano.
Dal 1991 è Direttore Artistico del Teatro Studio di Scandicci, Firenze, una delle più moderne strutture polivalenti della Toscana che, grazie alla coerenza progettuale del regista, è considerato un punto di riferimento regionale e nazionale del teatro di innovazione in Italia.
Nel 1989 Cauteruccio avvia il fortunato percorso nella drammaturgia di Samuel Beckett, e oggi è considerato uno dei maggiori metteur en scène beckettiani in Italia, tanto che nel 2006 viene invitato a ideare e dirigere il progetto 1906BECKETTCENTOANNI2006, unico progetto internazionale creato in Italia per le celebrazioni del centenario della nascita dell'autore irlandese, ottenendo, per lo spettacolo “Trittico Beckettiano” il premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per la miglior regia.