Lucia Hesselink

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO SPAZIOZERONOVE
Via Delle Regioni 10 (04012) , Cisterna Di Latina, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal giovedì alla domenica dalle 18.00 alle 20.00.

Vernissage
03/02/2012

ore 20

Contatti
Email: eventi@madarte.it
Biglietti

COSTO BIGLIETTO SPETTACOLO TEATRALE: 10 €

Artisti
Lucia Hesselink
Curatori
Fabio D’Achille
Generi
arte contemporanea, personale

Dopo le mostre del foto scrittore Gabriele Maschio, dello street artist Andrea Forlenza (ARK8) e del pittore Dino Catalano, da venerdì 3 febbraio esporrà la pittrice Lucia Hesselink, in concomitanza con lo spettacolo teatrale “My arm”, interpretato da Matteo Angius e Emiliano Duncan Barbieri e diretto da Fabrizio Arcuri.

Comunicato stampa

MAD@Teatro Spaziozeronove
ARTE: I dipinti di Lucia Hesselink TEATRO: “My Arm”
Lo scorso ottobre è stata inaugurata la rassegna MAD@Teatro Spaziozeronove, frutto della collaborazione tra MAD Rassegna d’Arte Contemporanea a cura di Fabio D’Achille e la compagnia teatrale Spaziozeronove di Fabio Ramiccia. La cooperazione tra queste due realtà del territorio pontino è volta a promuovere una sinergia tra arte contemporanea e teatro sperimentale: in occasione di ogni spettacolo della stagione teatrale 2011/12 MAD sta curando un’esposizione personale allestita nel foyer/galleria del nuovissimo teatro di Fabio Ramiccia. Dopo le mostre del foto scrittore Gabriele Maschio, dello street artist Andrea Forlenza (ARK8) e del pittore Dino Catalano, da venerdì 3 febbraio esporrà la pittrice Lucia Hesselink, in concomitanza con lo spettacolo teatrale “My arm”, interpretato da Matteo Angius e Emiliano Duncan Barbieri e diretto da Fabrizio Arcuri.
Lucia Hesselink è un’artista autodidatta nata in Olanda e trasferitasi in Italia, a Giulianello (Cori, provincia di Latina), dove attualmente vive. Adora il mare, passeggiare sulla spiaggia con la testa rivolta verso il basso, alla ricerca di elementi come vetri, conchiglie, sassi, frammenti di ceramica, resti di juta; non a caso s’identifica con i vecchi cercatori di tesori nascosti. Gli oggetti trovati vengono trasformati e fatti rivivere attraverso il disegno e il colore, e poi applicati sulle tele, caratterizzate da campiture cromatiche nette contro cui si stagliano elementi figurativi come occhi o volti umani. Altre volte, come nel “Genio del bene”, i reperti marini sono applicati su plexiglass. Collabora attivamente con MAD Rassegna d’Arte Contemporanea: tra le sue ultime esposizioni segnaliamo la collettiva ArtiGiàNatale 2010, la personale per la rassegna d’arte al femminile MAD Lillabox, le collettive MADcon_TEMPORARY_art e ArtiGiàNATALE 2011. Sulla poetica artistica di Lucia Hesselink riportiamo il testo critico di Anna Maria Acquafredda:
“Lucia Hesselink è alla ricerca di tracce di arte provenienti dall’elemento acqua che circonda la terra, appassionata del mare, perché il contatto con quest’ultimo amplia l’immaginazione e permette di superare lo spazio visivo consentito, perché il mare cela, nasconde, conserva e poi rende a chi vuole trovare.
Così la fantasia, la percezione onirica liberamente va. Potremmo definire le sue composizioni come il luogo, dove la pittura incontra il mare. I suoi strumenti sono i reperti trovati lungo la spiaggia, la voce che ci lascia il mare, accolta e protetta nelle sue opere dove non vi è un’apparenza gridata ma una leggerezza intrinseca.
Dicevamo materiali raccolti sulla spiaggia come pietra pomice, legni levigati dal mare, frammenti di ceramica e sabbia. Oppure stoffe d’ogni genere, sacchi di juta e immagini ritagliate da riviste. Materiali che, senza compromettere la loro presenza, sono trasformati in colore. La Hesselink indaga sulla capacità espressiva di alcuni materiali poveri, materiali che sovente sono arrivati a fine ciclo, senza speranza di poter avere ancora una loro utilità, un qualunque significato… La materia conferisce alle sue opere plasticismo e spesso il confine fra pittura e installazione non appare così netto”.
La rappresentazione teatrale “My arm” vede in scena il monologo di un trentenne che racconta di come da bambino ha sfidato se stesso, le proprie possibilità, la propria noia, e quella universale. E’ una sfida incosciente, eppure di una portata speculativa e di un’intensità emotiva travolgente: dopo aver dimostrato di riuscire a stare per quattro mesi senza andar di corpo o senza parlare, un giorno porta un braccio sopra la testa e prova a verificare per quanto tempo riuscirà a tenercelo…e ora vent’anni dopo vive e muore del suo braccio reso inattivo, arto ucciso, ma insieme unico superstite al resto del corpo.