Franco Bratta – Cromie strutturate
Mostra personale
Comunicato stampa
Nelle civilta' orientali, in particolar modo in Cina e in Giappone, scrittura e pittura sono state , e in gran parte ancora oggi, strettamente connesse. Nella storia invece della cultura europea, a parte le pittografie delle originarie societa' mediorientali, i due elementi sono stati sempre distinti. Un processo di unificazione, o di alternanza dialettica nella stessa opera, e' iniziato con l' avvento delle avanguardie del '900 e in special modo dell'arte informale e dell' action painting. E in questo ambito le variazioni stilistiche e formali sono state infinite: dal lancinante segno nero di Fontana alle larghe stesure, ancora nere, di Soulages, dai ghirigori di Cy Twombly
alle grafiche spinose dei rossi di Scanavino ... per fare qui solo qualche nome. Successivamente, pero', anche per reazione a tanto furore gestual-cromatico d'ascendenza freudiana, prevalse un ' raffreddamento' della grafica per dare spazio a pennellate ampie e corpose , omogenee o irregolarmente dinamiche e coloratissime, tali da realizzare delle strutture di materia cromatica ora consonanti ora dissonanti sia nei timbri che nelle dimensioni e posture. Tale pittura non e' piu' da ritenersi informale, bensi' analitico-ottica in quanto ricollegabile alla grande tradizione razionalistica delle ricerche visive della Bauhaus. I risultati conseguiti nell' attuale panorama artistico sono, memori della grande lezione dell' astrattismo, delle irregolari costruzioni struttural-architettoniche che presuppongono il reale, ma lo trasfigurano in un discorso di razionalita' purificata e lirica. Si e' quindi lontanissimi dal superdecorativismo invadente e ribollente dell' arte attuale che cicaleggia eccessivamente per imporsi nei processi mediatici contemporanei.
Quanto detto fin qui spiega il lavoro silenzioso e appartato di Bratta, che da autodidatta perseverante ha conseguito nel tempo un percorso evolutivo ma coerente. E' stato infatti fino agli anni sessanta pittore realista, nell' accezione di osservatore analitico delle immagini della realta' urbanistica circostante: le sue casette o i piu' complessi edifici hanno nell' apparente semplicita' di artista naif una strutturazione costruttiva di forme geometriche che portano direttamente al postcubismo sintetico rivissuto e naturalizzato dai Carra', Rosai ed altri nomi eccellenti della pittura italiana degli anni del 'ritorno all'ordine'. Quella strutturazione poi si e' conservata in seguito quando , abolendo ogni fenomenismo apparente , ne lascia intatto il noumeno portante e reggente, che non e' per questo negazione del reale, ma al contrario lucida costruzione geometrico-materica delle forze sottese. Ma qualche riferimento naturalistico, diretto o allusivo, persiste ed ha la sua ragione in una memoriale liricita' da cui tutta l'opera ha avuto origine. Nello specifico si tratta prevalentemente di elementi astronomici, come il sole o la luna , quali simboliche presenze di forme di vita basilari del cosmo, fuori e sopra le costruzioni piu' o meno utili degli uomini.
Luigi Dello Russo