Strangers
Oltre ad offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire un importante segmento per lo più sconosciuto della ricca collezione del museo, la rassegna permette di approfondire la storia della politica di acquisizioni, in questo caso di arte “straniera”, che negli anni ha permesso di annoverare la GAM tra i primi musei d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra i più conosciuti in Europa.
Comunicato stampa
La volontà della GAM di Torino di valorizzare le proprie collezioni, concretizzata negli ultimi due anni con l’esposizione del patrimonio secondo un ordine tematico a rotazione, prosegue idealmente con la mostra temporanea dal titolo Strangers, ordinata da Riccardo Passoni negli spazi dell’Exhibition Area del primo piano del museo. Oltre ad offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire un importante segmento per lo più sconosciuto della ricca collezione del museo, la rassegna permette di approfondire la storia della politica di acquisizioni, in questo caso di arte “straniera”, che negli anni ha permesso di annoverare la GAM tra i primi musei d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra i più conosciuti in Europa.
Il museo, che mantenne una natura fortemente radicata al territorio almeno fino agli anni Venti del Novecento, solo nel secondo dopoguerra si aprì ad una visione internazionale, grazie all’intensificarsi di una campagna di acquisizioni rivolta non solo all’arte nazionale. Ed è proprio da questo periodo che parte l’analisi per la scelta delle 60 opere in mostra, perché da quel momento ha inizio un vero e proprio svecchiamento delle collezioni GAM. Tra il 1951 e il 1961 vengono organizzate a Torino 7 mostre dal titolo Pittori d’Oggi. Francia Italia, e da queste rassegne confluiscono in collezione importanti lavori di artisti internazionali. Con la fine della guerra riprende inoltre la consuetudine di acquisire opere alle Biennali di Venezia, e da importanti gallerie e collezionisti privati, che in quegli stessi anni si inseriscono in un tessuto culturale in continuo fermento.
Il primo acquisto davvero ardito del museo alla Biennale risale al 1954: Scultura di silenzio “Corneille” di Hans Arp del 1942 accanto alla quale il pubblico potrà trovare esposte anche 5 serigrafie del 1959.
Le altre sezioni della mostra presentano i linguaggi artistici internazionali che dalla metà degli anni Cinquanta e fino agli anni Settanta hanno caratterizzato le annessioni alla GAM. Si tratta della consistente presenza Informale (con, tra le altre, opere di André Masson, Wols, Roger Bissiere, Hans Hartung e Pierre Soulages), delle ricerche ottico-geometriche di Beverly Pepper fino al nucleo di arte Pop americana, giunto in museo grazie ai notevoli acquisti degli anni Sessanta (acquisti grazie ai quali confluì anche l’unica opera alla GAM di Pablo Picasso) che comprende il capolavoro di Andy Warhol Orange Car Crash del 1963 e undici serigrafie di autori americani come Roy Lichtenstein, James Rosenquist, Tom Wesselmann, o inglesi come Allen Jones, e Peter Phillips, tutte in origine contenute in un’unica cartella acquistata dal museo nel 1967 dalla galleria Sperone.
La fitta politica di esposizioni temporanee che caratterizza gli inizi degli anni Settanta coincide con l’arrivo in museo di una serie di autori non solo italiani, chiamati a esporre in rassegne personali. Molto spesso la mostra si concludeva con l’acquisizione di una o più opere, ed è per questo che oggi troviamo in collezione opere di Anna Eva Bergman e Gerard Schneider o le fotografie di Irving Penn, stampe originali ai sali d’argento donate dal fotografo alla GAM.
In anni recenti il patrimonio della GAM ha continuato ad accrescersi, anche grazie al notevole impegno, ormai decennale, della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che ha permesso negli anni Novanta di colmare diverse lacune presenti in collezione, ad esempio Jean Fautrier, o comunque di arricchire nuclei di opere già presenti (come Karel Appel e Asger Jorn), fino ai recentissimi acquisti di artisti contemporanei, che pur non trovando luogo negli spazi della mostra possono essere ammirati nelle sale dedicate all’esposizione permanente.
Tra tutte ricordiamo le installazioni di Hermann Nitsch e le imponenti opere di Anselm Kiefer, esposti entrambi nel corridoio dedicato all’Anima.
Artisti in mostra:
Josef Albers, Karel Appel, Hans Jean Arp, Anna Eva Bergman, Roger Bissiere Norman Bluhm, Lynn Chadwyck, Eduardo Chillida, Allan D’arcangelo, Jim Dine, Isao Domoto, Jean Fautrier, Hans Glattfelder, Hans Hartung, Auguste Herbin, Allen Jones, Asger Jorn, Gerald Laing, Roy Lichtenstein, Walther Linck, Alfred Manessier, André Masson, Louise Nevelson, Irving Penn, Beverly Pepper, Peter Phillips, Pablo Picasso, Mel Ramos, Alain Resnais, James Rosenquist, Gerard Schneider, William Scott, Pierre Soulages, Pierre Tal Coat, Rufino Tamayo, Sofû Teshigahara, Joe Tilson, Marc Tobey, Cy Twombly, Maria Helena Vieira Da Silva, Andy Warhol, John Wesley, Tom Wesselmann, Fritz Winter, Wols.