Lo zoo di legno
Tre percorsi che prendono avvio e si sviluppano da un elemento comune, il legno, a fare da filo conduttore nella mostra. Sia che si tratti delle interpretazioni di popoli che conservano un rapporto diretto con la natura e gli altri animali destinati ad assurgere a ruoli di divinità piuttosto che di protettori o esorcisti, sia che a far emergere la presenza inquietante del “vivente”, siano la mente e la mano dello scultore che ci rivela così presenze insolite e imprevedibili.
Comunicato stampa
Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino presenta dal 3 Marzo al 9 Aprile 2012 la mostra “Lo Zoo di legno” che propone l’anima artistica del legno visto da Luca Germena, Gianni Valente e Gianni Verna.
Tre percorsi che prendono avvio e si sviluppano da un elemento comune, il legno, a fare da filo conduttore nella mostra. Sia che si tratti delle interpretazioni di popoli che conservano un rapporto diretto con la natura e gli altri animali destinati ad assurgere a ruoli di divinità piuttosto che di protettori o esorcisti, sia che a far emergere la presenza inquietante del “vivente”, siano la mente e la mano dello scultore che ci rivela così presenze insolite e imprevedibili. Sia infine che si utilizzi il legno come elemento in cui scavare per far emergere la poesia dell’interpretazione mitica e mitologica del mondo animale vista attraverso i grandi classici.
Il curatore della mostra Valter Giuliano scrive nella presentazione della mostra “Il Legno come paradigma e metafora della natura, dell’ambiente. Animali come presenza ammonitrice nei confronti della specie Uomo che nella sua superbia dominatrice continua a non prendersene cura a sufficienza.
Lo ha denunciato l’Anno Internazionale delle Foreste che ci siamo appena lasciati alle spalle. Anche per questo il messaggio dell’esposizione ci stimola a riconsiderare il nostro rapporto con l’ambiente nel quale viviamo, a cominciare dai compagni di strada del mondo animale che simbolicamente ci richiamano alla nostra responsabilità con la mediazione del mondo vegetale che a tutti offre riparo, nutrimento e ossigeno per respirare la vita”.
L’esposizione inizia con un simbolico giro del mondo dalla collezione di Gianni Valente. Gli oggetti di uso quotidiano provenienti da svariate popolazioni di Africa, Asia, Sudamerica e Italia, ricordano a ognuno l’atavico rapporto della nostra specie con le altre, fatto di reti complesse nelle quali esso si manifesta in molteplici forme che vanno dalla divinizzazione alla rappresentazione del male.
In ogni caso l’animale è presenza costante, nel quotidiano della vita, sia come vivente che rappresentato in oggetti di uso comune.
Luca Germena espone le sue radici di alberi dalle quali nascono forme e scene di vita animale e cerca così di renderci coscienti e consapevoli del legame intenso tra impermanenza e interdipendenza, ammonendoci a trattare con rispetto tutto ciò che fa parte del nostro mondo. Un invito alla scoperta di quelle cose che sono intorno a noi e con noi, ma che troppo spesso non riusciamo a vedere; eppure ci fanno compagnia.
Allo stesso modo le tavole di legno di Gianni Verna trovano nuove e infinite possibilità di espressione attraverso l’arte antica della xilografia, in cui il legno diviene materia capace di soffiare sulla carta, anch’essa con la medesima origine nel mondo vegetale, una simbolica vita animale che si presenta attraverso la mediazione della cultura classica. Si sviluppa così una sorta di rinnovato Bestiario in cui le scene seguono le regole non più della natura e dell’ecologia, ma unicamente quelle della fantasia che la favola sublima per superare la realtà e rendere possibile ciò che non è.
L’allestimento, volutamente sobrio e leggero, lascia al visitatore la possibilità di scelta su come comporre il suo personale percorso di visita.
“Non poteva esserci cornice più adatta del Museo Regionale di Scienze Naturali, dice Valter Giuliano, i cui reperti contrappuntano il percorso di visita, per una così originale proposta espositiva nata dalla casuale convergenza di progettualità che sono all’origine di questo incontro a tre”…“La constatazione di questa realtà non potrà che essere occasione e opportunità di riflessione, continua Valter Giuliano, da cui, ci auguriamo, nasca quella nuova consapevolezza senza la quale risulta impossibile percorrere l’unica strada per un futuro sostenibile: quella dell’etica della responsabilità.
L’arca di Noè che simbolicamente si compone tra legno e mondo animale non può che farci assumere un atteggiamento ben diverso da quello sin qui assunto a garanzia del nostro comune futuro.
Insieme alla conoscenza, l’arte e la bellezza ci aiutano ad affrontare anche la crisi ambientale che stiamo vivendo. Sinora l’Umanità sembra averla colpevolmente sottovalutata, spesso rimossa, nonostante sia ben più preoccupante di quella finanziaria ed economica nella quale siamo coinvolti.
Proprio questa dovrebbe offrire l’occasione per un ripensamento globale di come la nostra specie -nonostante presunte doti intellettive superiori rispetto agli altri animali- si stia sempre più allontanando da una equilibrata capacità di essere parte integrante del Pianeta, senza generare metastasi incontrollabili che rischiano di minarne irrevocabilmente le radici sino a portarci al collasso.