Percorsi nel paesaggio
La presente mostra è un invito ad entrare in luoghi di confine in cui il paesaggio perde i suoi connotati di realtà circostante e veste quelli di dimensione sospesa tra reale e immaginario, tra ricordo e presente, tra natura e storia.
Comunicato stampa
Sabato 3 marzo alle ore 17.00 s’ inaugura la mostra “Percorsi nel paesaggio” con le tele ad olio di Albina Dealessi e Nadia Presotto e le immagini del fotografo Renato Luparia allestita presso Spazio Arte Corte Zerbo in Gavi (AL).
Questo il testo appositamente redatto dalla prof. Elena Carrea : PERCORSI NEL PAESAGGIO - Attorno, ecco il paesaggio.
La presente mostra è un invito ad entrare in luoghi di confine in cui il paesaggio perde i suoi connotati di realtà circostante e veste quelli di dimensione sospesa tra reale e immaginario, tra ricordo e presente, tra natura e storia.
Ci riporta a quella volta in cui capitò – perché a tutti capitò- di fermarsi a osservare e all’improvviso ci colpì un rossore del crepuscolo, la scomparsa della città in una nuvola di nebbia, il giallo abbagliante di un campo arato steso al sole d’estate. Catturati, a nostra volta afferrammo quel paesaggio e lo portammo con noi.
“Percorsi nel paesaggio” è, perciò, il titolo della collettiva perché a proposito delle opere esposte, dipinti a olio su tela di Albina Dealessi e Nadia Presotto e foto in bianco e nero di Renato Luparia, non è opportuno parlare di arte, pittura o fotografia, di paesaggio: si dirà, piuttosto, nel paesaggio. Un semplice cambio di preposizione per rilevare come i lavori di questi artisti nascano da un’esperienza di totale immersione nello spazio vissuto, sia esso naturale o urbano. L’uomo è assente dalla rappresentazione perché si è dissolto in essa.
Materia, rapporto epidermico con il colore, del quale il gesto pittorico sembra volerne saggiare la consistenza, farne scaturire un gusto, un odore, i quadri di Nadia Presotto e Albina Dealessi condividono la ricostruzione di atmosfere paesaggistiche, più ideali in Presotto, più emozionali in Dealessi.
Quest’ultima frantuma in un prisma di colori e barbagli di luce la memoria del paesaggio. La sua è una pittura gestuale che attraverso il ritmo andante di corpose tracce cromatiche stese a spatola rende mobile la superficie del quadro, senza un centro definito. Affiora così sulla tela, come sul lago del pensiero, la danza mossa degli istanti e degli spazi attraversati, che trascina l’osservatore nella sequenza dinamica di passi tonali.
Nei dipinti di Presotto uno stacco cromatico divide di netto il supporto in due aree tonali tendenti a una monocromia qui e là screziata, aperta in una vastità carica di luce, estraniante. Lungo la linea dell’orizzonte, al centro del quadro, tracce corpose di materia, intreccio di gesti lineari e ascendenti, edificano profili di figure, miraggi di città, isole di là dal mare, impressioni di un viaggio ideale, verso un dove magnetico e inafferrabile.
Nel collage fotografico “Segni-Terra”, le foto aeree di terreni coltivati manifestano l’intervento demiurgico dell’homo habilis che opera una metamorfosi del paesaggio. La trasformazione prodotta dal lavoro agricolo, al di là dell’aspetto economico, si accosta agli esiti della Land-art, ai temi estetici ed esistenziali di appropriazione, interpretazione e superamento dello spazio in cui viviamo. Accanto al collage, però, nella serie di scatti invernali in cui la neve ha inghiottito ogni traccia dell’uomo la natura riafferma il suo potere creativo, corpo animato da un’energia che ora si lascia addomesticare, ora sovrasta con selvaggia potenza.
I tre artisti hanno partecipato a numerose e importanti rassegne espositive in Italia e all’ estero e fiere d’ arte; le loro opere sono pubblicate in cataloghi, libri e calendari.