Ivan Lardschneider
Lardschneider, una voce fuori dal coro, un artista capace di coinvolgerci e ipnotizzarci con la Sua giocosa lucidita’ quasi sarcastica.
Comunicato stampa
IVAN LARDSCHNEIDER
Nasce in Val Gardena nel 1976. Espone i suoi lavori fin dal 2005 e le Sue opere si trovano oggi esposte al Museo Ladino e in Gallerie d’arte a Parigi, Saint Paul de Vence, Roma, Milano, Torino, Berlino e in India. E’ stato ospite nel 2009 della 53° Biennale di Venezia nel progetto collaterale del Padiglione della LILA. Sue mostre personali si sono tenute dal 2008 ad oggi a Milano, Parexel International Center a Berlino e alla Leonart Gallery a Treviso nonché nelle principali fiere come Miart, Arte Fiera Padova e ArtVerona, Nell’ultimo anno (2010) e’ stato invitato ad esporre nell’importante collettiva itinerante “Dadaunpop” che ha toccato le città di Mumbay, Calcutta e New Delhi curata da Igor Zanti.
Esposizioni principali
2011
• 54° Venice Biennale, invited to the Arabic Sirian Republic paivlion, San Servolo isle e Caserma Cornoldi
2010
• Kunstart Bolzano with Leonart gallery
• Ceres4art , finalist of the international price with
exhibition at My Owen Gallery in Milan
• Collective Exhibition at Labyrinth Sculpture Park at Cermes (Bolzano)
• Personal Exhibition at Leonart Gallery, Treviso
• Best 10 Young Italian Artist in India collective exhibitions around India (curator Igor Zanti)
• Padua Artfair with Leonart Gallery
2009
• Collective Exhibition Zaion Gallery (curated by Igor Zanti)
• 53° Venice Biennal – Collateral event at Ca’ Foscari
University (curated by Francesco Elisei)
• Collective Exhibition by Galleria la Fenice (Venice)
• Padua Artfair with Leonart Gallery
• Forli ArtFair with Leonart Gallery
• Reggio Emilia Art Fair with Leonart Gallery
• Kunstauktion , Prisma Gallery in Bolzano
Nella vita di ogni giorno, comunemente, le persone si trovano a ricoprire e incarnare ruoli! Ruoli che cambiano con i giorni, le persone, le situazioni e gli stati d´animo.
La societa´ moderna e´ costituita sempre più da compartimenti stagni che hanno la funzione di incasellare i nostri ruoli in preconcette e stereotipate classificazioni. Questo aspetto che caratterizza in modo pressante la nostra societa´ moderna, e´ la causa principale della progressiva perdita di sensibilita´ artistica e di creatività da parte della gran parte del genere umano e del progressivo ed inesorabile accentuarsi di situazioni stressanti e patologiche che fanno emergere paure, insicurezze e malattie.
E’ nelle pieghe di queste problematiche che emerge prepotente per significato e grande capacita´ evocativa la ricerca artistica di Ivan Lardschneider, una voce fuori dal coro, un artista capace di coinvolgerci e ipnotizzarci con la Sua giocosa lucidita’ quasi sarcastica.
Da grande scultore qual’è, vista la sua provenienza dalla scuola scultorea della Val Gardena, Lardschneider ha saputo ricavare, dalla forte e consolidata tradizione delle sue genti, il sapere della scultura su legno e al tempo stesso uscire dagli stilemi classici e ormai calpestati dai suoi illustri predecessori. In qualita‘ di primo allievo di Aron Demetz, Ivan Lardschneider ha dapprima intrapreso la strada della nuova figurazione tanto cara a Valpot e ancor prima a Balkenol e gia‘ giovanissimo (oggi ha solo 32 anni) ha virato verso uno stile che lo pone su un gradino diverso, e che ritengo, senza paura di essere smentito, molto riconoscibile e originale.
Ivan Lardschneider ha saputo interpretare, come accennavamo sopra, le paure e le debolezze dell’essere umano traducendole in un nuovo linguaggio scultoreo, che riesce ad evocare la nostra contemporaneita’ ridando nuova vita alla scultura lignea. La contemporaneità della Sua scultura e’ quindi un connubbio perfetto con il forte messaggio che egli vuole trasmettere e che e’, ne più ne meno, che il segno tangibile della nostra societa’ moderna sulle nostre menti e sui nostri comportamenti. Viene quindi da chiedersi se e’ la societa’ a plasmare le persone o viceversa. Su questo aspetto l’opera di Lardschneider riesce meravigliosamente a porre il Suo spettatore davanti a questo interrogativo quasi a voler in qualche modo indurci all’auto critica ed a soffermarci a riflettere sul nostro io interiore, quello che quasi mai interroghiamo per sapere come sta.
La leggerezza quindi delle Sue sculture non e‘ che solo apparente e cela fra le pieghe del legno e sotto i sapienti colpi di scalpello un giocoso tragico interrogativo: chi siamo .....diventati?
Aggiungo inoltre che questo scultore gardenese stupisce una volta di più anche per la incredibile freschezza delle Sue rappresentazioni. Pur non amando le spurie classificazioni di movimenti o correnti artistiche non riesco a non porre l’accento sulla POPolarita‘ della immagini che Lardschneider ci sottopone. Le sue sculture sono un evidente richiamo a talune semplificazioni stilistiche care a tanta POP ART ma al tempo stesso ci portano indietro nel tempo perche‘ trasudano tradizione e vecchia saggezza popolare. E‘ forse questo connubio a lasciare il segno nel cuore degli spettatori. E‘ quasi un’atavica riconoscibilita‘ che abbiamo tutti dentro a farci innamorare a prima vista di queste sculture. La modernita‘ mista a primordiale saggezza si uniscono insieme per donarci questo POP NEO CLASSICO. Classico perche’ riprende i concetti della statuaria classica, il senso del candore delle bianche statue del Canova e ancor prima Romane e Greche, reso più vero del vero dal sapiente uso del gesso quasi a voler creare un’inganno visivo, quel trompe l’oile che per primo introduce l’opera. Una sorta di prima visione dell’opera che come una cipolla ci fa vedere i suoi aspetti prima più evidenti e superficiali ma, l’attesa dello spettatore non frettoloso e paziente davanti all’opera viene ripagata da tutta la maestria concettuale e tecnica che fa di Ivan Lardschneider un fuori classe nella scena artistica italiana e non solo.
E’ proprio il senso di inganno materico il primo naturale approccio di ogni spettatore. Poi subentra il senso di suggestione e immedesimazione davanti a queste figure surreali e improbabili con colli allungati, teste e arti vari amplificati ed enormi quasi a voler porre l’accento su una parte del nostro corpo che sappiamo averci fatto sentire la Sua ingombrante presenza in alcuni casi della nostra vita: dal mal di testa, al senso di soffocamento, di gonfiore o ancora a quello di avere un nodo in gola ovvero di avvertire l’impossibilità quasi fisica di trovare il coraggio per dire apertamente ciò che si pensa.
Nella ricerca artistica spesso l’artista deve riuscire a trovare il non facile connubbio tra originalità e riconoscibilità. Molto pochi sono gli artisti anche affermati che possono vantare questo binomio e spesso questa e’ la principale concausa del successo di un artista. Ivan Lardschneider è quindi sulla buona strada e anzi possiamo gia’ dire che ha gia’ lasciato negli spettatori, collezionisti, galleristi e curatori di tutta europa un segno indelebile del suo passaggio. Non e’ un caso difatti che Sue sculture si trovino oggi in mostra in India come a Berlino, Parigi, Torino, Milano e Roma. L’arte di Ivan non conosce confini, parla la lingua della buona arte internazionale e sa attraversare culture e gusti assai distanti e diversi. Anche in questo si può ravvisare in questo giovane scultore tutte gli ingredienti del fuoriclasse. Buona visione.....
Fabio Anselmi