Luca Panaro – Tre strade per la fotografia
Recentemente pubblicato da APM Edizioni e presentato al pubblico in una serie di incontri in librerie e musei di diverse città italiane, il nuovo libro di Luca Panaro, «Tre strade per la fotografia», approda a Bergamo in occasione del Festival Internazionale della Cultura, nell’ambito della attività dell’Accademia del Festival. L’autore dialoga con Enrico De Pascale, Mario Cresci e Davide Tranchina.
Comunicato stampa
«TRE STRADE PER LA FOTOGRAFIA»
Mercoledì 7 marzo ore 16
Centro Congressi Giovanni XXIII
Bergamo
Presentazione del libro di Luca Panaro
Intervengono
Enrico De Pascale (docente di arte contemporanea)
Mario Cresci (artista)
Davide Tranchina (artista)
Luca Panaro (autore)
Recentemente pubblicato da APM Edizioni e presentato al pubblico in una serie di incontri in librerie e musei di diverse città italiane, il nuovo libro di Luca Panaro, «Tre strade per la fotografia», approda a Bergamo in occasione del Festival Internazionale della Cultura, nell’ambito della attività dell’Accademia del Festival. L’autore dialoga con Enrico De Pascale, Mario Cresci e Davide Tranchina presso il Centro Congressi in Viale Papa Giovanni XXIII n.106, mercoledì 7 marzo alle 16.
Fra le molte strade percorse dalla fotografia contemporanea, Luca Panaro individua in questo saggio quelle che meglio si fanno interpreti del nostro tempo, ampliando il discorso anche ad altre espressioni artistiche, come la video-arte, il cinema sperimentale, o i cosiddetti new media. Ed ecco tracciati i tre percorsi che suddividono il libro nei tre capitoli: l'«archivio» inteso come «forma simbolica» e come luogo da cui prelevare fotografie preesistenti depositarie di significati ancora da scoprire (Andy Warhol, Gerhard Richter, Franco Vaccari); la «realtà» come spettacolo quotidiano che si svolge all'interno delle quattro mura domestiche come nei reality televisivi (Larry Clarke, Nan Goldin, Sophie Calle); la «finzione» come documentazione di mondi fittizi che soltanto il mezzo fotografico può trasformare in future verità (James Casebere, Thomas Demand, Luigi Ghirri).
1. L’ARCHIVIO COME FORMA SIMBOLICA
Panaro parla dell'archivio come «forma simbolica» di un'epoca passata, ma che in un certo senso stiamo in parte ancora vivendo. Oggi migliaia di artisti in tutto il mondo prelevano fotografie e video e le riutilizzano per dare vita a nuove opere d'arte. L'autore rintraccia l'origine di questo fenomeno indicando quali artisti nel secolo scorso hanno introdotto il prelievo di un oggetto oppure di un'immagine come atteggiamento artistico. Spiegando in che modo questo possa essere l'elemento che accomuna cento anni di storia dell'arte, dalle avanguardie d'inizio Novecento fino all'epoca attuale.
2. LA REALTA’ COME SPETTACOLO QUOTIDIANO
Parlare di realtà a proposito della fotografia può sembrare banale, vista la specificità del mezzo a cui ci riferiamo e la sua apparente vicinanza al vero. Risulta pertanto necessario individuare una sottocategoria per proporre una discussione seria sull'argomento. In questo caso l'interesse di Panaro è caduto sulla spettacolarizzazione della vita quotidiana che ormai da tempo contraddistingue la nostra società, ma nello specifico su quegli artisti che hanno rivolto l'obiettivo su loro stessi e sulla piccola comunità d'individui a cui appartengono, in una visione intima e condivisa. Ma si tratta di una realtà che, però, da un momento all'altro può trasformarsi in spettacolo, a prescindere dal grado di consapevolezza dei partecipanti.
3. LA FINZIONE COME FUTURA VERITA’
La fotografia ha sempre mentito e sempre lo farà. Ancora oggi però ci stupiamo quando questo accade, nonostante l'affermarsi delle tecnologie di matrice informatica lascerebbe pensare il contrario. Ma in che modo l'immagine mente? Ci sono tante occasioni per fingere utilizzando la fotografia. Evitando di parlare di alcuni autori della
cosiddetta staged photography, uno dei generi più fortunati della scena artistica statunitense degli ultimi decenni, Panaro ha trovato invece più interessante approfondire la conoscenza di quegli autori che hanno rivolto una particolare attenzione alla ricostruzione di ambienti architettonici. Situazioni che possiamo già considerare finzione prima ancora di essere trasformate in fotografia, ma che necessitano di quest'ultimo passaggio per mutare una momentanea bugia in futura verità.
CENNI BIOGRAFICI
Luca Panaro è nato a Firenze nel 1975. Laureato in Arte al DAMS dell'Università di Bologna, dal 2007 insegna al Biennio specialistico di Fotografia dell'Accademia di Belle Arti di Brera e dal 2005 collabora con il Laboratorio Arti e Comunicazione Visiva del Politecnico di Milano, sede di Piacenza. Dal 2010 è direttore artistico della rassegna “Centrale Fotografia”, Fano. Ha pubblicato il libro L'occultamento dell'autore (APM, 2007). Tra le sue opere più recenti: Realtà e finzione nell'arte contemporanea in Aa. Vv., XXI Secolo - Gli spazi e le arti (vol. 4, Enciclopedia Treccani, Roma 2010) e Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web (Electa-Mondadori, Milano 2010). Ha curato volumi monografici di Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruno Munari e Franco Vaccari. Attualmente scrive su «Arskey» e «Flash Art».
APM Edizioni
Tre strade per la fotografia di Luca Panaro, si inserisce nell’interessante proposta editoriale della casa editrice APM. Un nome che ha le sue radici nella storia della città di Carpi (MO), l’acronimo di Aldo Pio Manuzio, tutore e stampatore del principe di Carpi Alberto III Pio (XV secolo) e ritenuto il primo editore in senso moderno. APM ha infatti un’eredità storica lunga secoli e la sua storia si snoda attraverso i fatti del passato della città carpigiana. Oggi si propone al pubblico con un’offerta editoriale specializzata in volumi su arti visive, fotografia, architettura, illustrazione, cataloghi di mostre e pubblicazioni d’arte di pregio. Tra le recenti pubblicazioni: Mario Cresci. Dentro le cose, Olivo Barbieri. Selected works 1978-2010, Fantasia esatta. I colori della luce di Bruno Munari.