La miniera di sale di Wieliczka
Le principali grotte e cappelle della miniera, iscritta nel 1978 dall’Unesco tra i dodici siti della prima “Lista del Patrimonio Culturale e Naturale dell’Umanità”, e meta di più di un milione di visitatori all’anno, sono illustrate dalla mostra alla Casa delle culture della Provincia di Milano in ventiquattro pannelli fotografici (70×100 cm) di Marek Gardulski e Rafał Stachurski, e cinque sculture di sale (50x20x15 cm), che riproducono le più importanti statue della miniera.
Comunicato stampa
La miniera di sale di Wieliczka è l’unico centro minerario al mondo attivo ininterrottamente dal Medioevo ai giorni nostri: oltre trecento chilometri di gallerie, scivoli, grotte di estrazione, laghi e pozzi che si sono conservati intatti dal XIII Secolo fino ad oggi. Più di duemila grotte di estrazione testimoniano non solo la storia della tecnologia mineraria, ma anche la vita e la devozione dei minatori, che in quasi mille anni hanno intagliato all’interno della “Cattedrale di sale sotterranea della Polonia” sculture, cappelle votive, vie crucis e percorsi di pellegrinaggio sotterranei. Le cavità, alcune delle quali con volte di trentacinque metri d’altezza illuminate da eleganti lampadari in salgemma, ospitano mostre, concerti e sistemi di terapia delle vie respiratorie.
Le principali grotte e cappelle della miniera, iscritta nel 1978 dall’Unesco tra i dodici siti della prima “Lista del Patrimonio Culturale e Naturale dell’Umanità”, e meta di più di un milione di visitatori all’anno, sono illustrate dalla mostra alla Casa delle culture della Provincia di Milano in ventiquattro pannelli fotografici (70x100 cm) di Marek Gardulski e Rafał Stachurski, e cinque sculture di sale (50x20x15 cm), che riproducono le più importanti statue della miniera (Santa Kinga, patrona dei minatori; Sant’Antonio, amico di coloro che cercano; il Beato Giovanni Paolo II; Nicolò Copernico, uno dei primi “turisti” nel XV Secolo) e il Corno della Confraternita dei minatori, montato in argento e realizzato nel 1534.