semmai factory – L’opera da mille lire
Mille lire dà l’opera. Nel decennale della scomparsa della lira dalle nostre tasche, semmai factory propone un’installazione che in maniera ironica e provocatoria fa riflettere sulle dinamiche che muovono l’attuale sistema dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
L’opera da mille lire. Mille lire dà l’opera. Nel decennale della scomparsa della lira dalle nostre tasche, semmai factory propone un’installazione che in maniera ironica e provocatoria fa riflettere sulle dinamiche che muovono l’attuale sistema dell’arte contemporanea. Ma anche di più. Questa mostra rappresenta, in senso lato, un momento di analisi delle dinamiche affettive che sorreggono l’intero ambito cosiddetto simbolico dell’esistenza contemporanea globalizzata, a partire dal rapporto che si viene a creare tra opera d’arte e mercato dello scambio e della circolazione economica. Nello stesso tempo, l’obiettivo della mostra è quello di gettare uno sguardo sul momento della decisione, che è il momento saliente della vita quotidiana di ogni essere vivente: quell’attimo in cui ognuno, messo di fronte alla possibilità della scelta, deve decidere in un senso o nell’altro, necessariamente avventurandosi, perché non sa cosa potrà realmente accadere. Forse, ogni opera d’arte rappresenta proprio questa possibilità di apertura all’azzardo, all’incognita della vita, che l’attuale crisi economica ha reso solo maggiormente e dolorosamente evidente. Tutto questo il gruppo semmai riesce a comunicarcelo con la grazia disarmante di un ironico sorriso. dario giugliano
semmai factory nasce a Napoli nel 2005. Obiettivo del gruppo è quello di esplorare i territori della creatività in qualsiasi forma di produzione estetica, avendo recepito la lezione delle avanguardie di un esercizio feriale dell’arte e di una società estetica diffusa. Le operazioni/produzioni del gruppo vogliono andare a situarsi in quei momenti dell’esistenza che maggiormente mostrano la crisi della società contemporanea, nella convinzione che proprio da questi spazi critici possa emergere una nuova condizione di reinvenzione ludica del mondo. Fondamentale è la creazione collettiva, in gruppo, perché un processo creativo/produttivo non è mai un’iniziativa individuale ma sempre un processo di relazioni e confronti continuo e iterativo. L'obiettivo, infatti, più che produrre oggetti da vendere, consiste nello stimolare i cosiddetti “spettatori” a creare a loro volta, a farsi e prodursi un loro mondo così da poter tutti dare vita a un vero e concreto paradiso terrestre, qui e ora. La condizione del riciclo è un altro aspetto imprescindibile della poetica delle semmai factory, per cui la famosa legge di Lavoisier resta la parola d’ordine incontestabile di ogni autentica azione estetica, costituendo un’opportunità che uno sguardo autenticamente femminile nelle e sulle cose dell’arte (ma anche della politica, della società nel suo complesso, dell’etica ecc.) non può trascurare. La donna, infatti, storicamente è sempre stata la figura di riferimento per tutto ciò che sul piano culturale ha significato possibilità di reinvenzione, riutilizzo, ridefinizione, risignificazione. E se la donna, per una certa tradizione culturale, viene sempre “dopo” l’uomo, evidentemente è perché in questo modo può correggere gli errori commessi, rimettendo in gioco tutto ciò che era stato precedentemente rifiutato, dismesso, avvilito, cancellato.
“Siamo ancora alla ricerca della nostra biografia... inventala, inviacela ([email protected]) e rivendicala alla nostra prossima mostra”