Mario Schifano – Anni Settanta
La maggior parte delle opere scelte per l’occasione, illustrano il tema principale che l’Artista affrontò in quel periodo: il paesaggio. I paesaggi, o meglio le immagini dei paesaggi di Schifano, estranee al contesto tradizionalmente pittorico, appartengono ad un continuo processo di selezione percettiva; sono immagini elementari e dissociate in maniera analitica, paesaggi scomposti nelle loro parti linguistiche (cielo, albero, terra, oasi, palma) che sfociano in una figurazione davvero nuova, in quanto, come scrive Maurizio Calvesi, “nasce da un approfondito riesame del linguaggio e si affida a un nuovo modo di vedere”.
Comunicato stampa
Sabato 10 marzo alle ore 18, la Galleria Giraldi inaugura una importante mostra dedicata all’artista Mario Schifano, in cui si espongono significative opere degli anni settanta, periodo durante il quale vi fu, in particolare nella prima metà di quel decennio, una forte collaborazione tra l’Artista e la galleria.
Continua cosi’ la linea di presentazione di artisti Italiani della generazione “anni trenta”, che costituiscono il tessuto più solido dell’arte italiana contemporanea: dopo Griffa, Guarneri e Pinelli, dopo Uncini, dopo Spagnulo, ora la galleria presenta Mario Schifano.
Lo stretto sodalizio che nacque tra Bruno Giraldi e Mario Schifano, così come quello che il gallerista strinse con Rosai, Reggiani, Crippa, Corpora, Fontana, Santomaso, Turcato e tanti altri, andò ben oltre gli aspetti mercantili, tanto da riflettersi talvolta nelle stesse opere degli artisti; è il caso, per Schifano, di un grande quadro (di oltre quattro metri quadrati, presente in mostra) che riporta sul fronte la dedica “In casa di Bruno Giraldi – Livorno”.
La maggior parte delle opere scelte per l’occasione, illustrano il tema principale che l’Artista affrontò in quel periodo: il paesaggio. I paesaggi, o meglio le immagini dei paesaggi di Schifano, estranee al contesto tradizionalmente pittorico, appartengono ad un continuo processo di selezione percettiva; sono immagini elementari e dissociate in maniera analitica, paesaggi scomposti nelle loro parti linguistiche (cielo, albero, terra, oasi, palma) che sfociano in una figurazione davvero nuova, in quanto, come scrive Maurizio Calvesi, “nasce da un approfondito riesame del linguaggio e si affida a un nuovo modo di vedere”.
Mario Schifano, ritenuto uno dei più importanti artisti italiani, è considerato il massimo esponente della Pop Art italiana. La sua opera infatti si colloca all'interno di quel vasto movimento artistico degli anni Sessanta denominato pop italiano, di cui fecero parte "pittori maledetti" come Festa e Angeli, e che si identifica in qualche modo con la rivoluzione innestata negli Stati Uniti da Andy Wahrol, Dine, Kline e i neodadaisti Jasper Johns e Robert Raushenberg, coi quali Schifano ebbe intensi contatti.
Mario Schifano nasce nel 1934 a Homs, in Libia; si trasferisce a Roma nella metà degli anni quaranta, città ove muore nel 1998.Inizia a dipingere nella seconda metà degli anni 50, tenendo la sua prima personale a Roma nel 1959; qui espone alla galleria La Salita i primi “monocromi” nel 1960. Nel 1962 si reca per la prima volta negli Stati Uniti entrando nella scuderia della grande gallerista Ileana Sonnabend; espone nel 1963 a Parigi e nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia (ove sarà presente anche nel 1978, nel 1982, nel 1984 e nel 1986). Tra il 1964 ed il 1969 è autore anche di alcuni film e dal 1970 comincia a riportare su tela emulsionata le immagini televisive. Espone in numerosissime sedi importanti, anche museali, in Italia ed all’estero; tra queste ultime si citano: Parigi, New York, Lione, Buenos Aires, S. Francisco, Francoforte, Basilea, Berlino, Tolosa, Bruxelles, Dusseldorf.
Di particolare importanza è la retrospettiva recentemente organizzata dalla Galleria d’arte moderna di Roma poi trasferita in Francia al Musée d’art moderne, Saint-Etienne.