Art = Life = Art

  • MUSEION

Informazioni Evento

Luogo
MUSEION
Piazza Piero Siena 1 , Bolzano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar - dom 10-18

Vernissage
15/03/2012

ore 19

Contatti
Email: info@museion.it
Artisti
Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Joseph Beuys, Marcel Duchamp, Mimmo Rotella, Man Ray, John Cage, Ben Vautier, Sarenco, Charlotte Moormann, Nam June Paik, Franco Vaccari
Curatori
Andreas Hapkemeyer
Generi
arte contemporanea, collettiva

Dada > Fluxus. Aus der Sammlung Museion. Una celebrazione del 50 anniversario di quello che viene considerato l’atto di nascita di Fluxus.

Comunicato stampa

Dal 16 marzo Museion presenta Art=Life=Art. Dada>Fluxus: in mostra più di cento lavori dalla collezione del museo, provenienti in gran parte dall’Archivio di Paolo Dalla Grazia. Completano l’esposizione una trentina di libri d’artista, acquisiti grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e presentati anche presso la Biblioteca della Libera Università. La mostra a Museion cade nel 50° anniversario del Fluxus festival, tenutosi nel 1962 a Wiesbaden, considerato il momento di nascita del movimento Fluxus.
La mostra, a cura di Andreas Hapkemeyer, mette in luce le connessioni e gli elementi di continuità tra il dadaismo degli anni ’20 e ’30 e il movimento del Fluxus a partire dagli anni ’60. Grazie alla presentazione in una struttura a scaffali mobili, il visitatore è invitato all’interattività, a comporre la sua personale esposizione studiando le opere da vicino.
L’arte come parte della vita (art=life), e non il suo contrario; l’abbattimento dei confini fra ciò che è considerato arte e ciò che non lo è, tra opera ludica e opera socialmente impegnata: nel 1916 il Dadaismo rovescia quello che fino ad allora era il concetto di arte - all’inizio degli anni ’60 il movimento del Fluxus ne riprende molti elementi e principi ispiratori.
La mostra si apre con la famosa “Boîte-en-valise” di Marchel Duchamp. L’installazione, fatta produrre alla fine degli anni ’30 in una tiratura limitata e riprodotta dallo stesso artista nel 1961, raccoglie una sessantina dei suoi lavori più importanti in miniatura, dai quadri post futuristi all’orinatoio. Nell’opera Duchamp gioca con il concetto di originale e replica: il lavoro è solo uno dei numerosi ready made e multipli presenti in mostra, manifestazioni tipiche del Dada e del Fluxus. Sia i ready made, (letteralmente “pronto all’uso”) lavori ottenuti da oggetti appartenenti alla realtà quotidiana, che i multipli, edizioni di opere esistenti in più esemplari, rinunciano all’idea dell’opera d’arte come pezzo unico, insostituibile e prezioso. Il valore aggiunto non è quindi dato dalla maestria nella produzione di un’opera, ma dall’operazione intellettuale dell’artista.
Se l’aspetto concettuale prevale su quello manuale, anche una brioche e un biscotto possono diventare parte dell’opera d’arte. È quanto succede nell’installazione “Due madri” (1959) dell’artista Meret Oppenheim e “Plate for a piece of reality” (1992) di Philip Corner, artista e musicista. Le due opere rilevano l’importanza che soprattutto il movimento del Fluxus ha attribuito al cibo e all’atto della sua assunzione, per un’arte che sconfina nella quotidianità. Questo interesse si manifesta anche in un altro lavoro esposto, “Wirtschaftswert Speisekuchen” (1977) dell’artista Joseph Beuys.
Nelle sue opere degli anni ’20 e ’30, il dadaista John Heartfield trasforma invece il collage in un’arma politica nei confronti del nazionalsocialismo: in mostra, tra l’altro, “Ein gefährliches Eintopfgericht” del 1934 e di “Lehre des Wolfes” del 1935. L’artista Klaus Staeck continua il lavoro di Heartfield a partire dagli anni ’70.
Il rapporto fra arte e musica, sviluppato da diversi artisti Fluxus, è testimoniato dalla serigrafia di Giuseppe Chiari “La pioggia è rumore ma è musica”. L’elemento musicale ovvero acustico è presente anche nelle opere e libri d’artista di John Cage, Joe Jones, Philip Corner e Charlotte Moorman. Tra i lavori esposti anche la cartella “Fluxers”, edita in occasione dell’omonima mostra a Museion nel 1992, con opere di 12 artisti, da Eric Andersen a Karl Friedman, da Ben Patterson a Ben Vautier.
La Biblioteca della Libera Università di Bolzano espone invece due nuclei di libri d’artista. Il primo, “dadaista”, è composto da quattro libri rari di Duchamp tra cui “The bride stripped bare by her bachelors, even”, una trascrizione tipografica di testi dalla sua opera “Green Box”. Il secondo nucleo è composto da una serie di volumi dell’artista Fluxus Diter Roth, continuatore dell’opera di Duchamp. Le opere contengono disegni, collage, testi, articoli di giornale, che si riallacciano alla più banale quotidianità: più che il risultato finale, conta il processo creativo, il pensiero di un’arte che è nella vita.
Saranno in mostra le opere dei seguenti artisti: Erik Andersen, Joseph Beuys, George Brecht, John Cage/Calvin Sumsion, Christo, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Marcel Duchamp, Ken Friedman, Raymond Hains, John Heartfield, Geoffrey Hendricks, Dick Higgins, Joe Jones, Charlotte Moorman, Nam June Paik, Ben Patterson, Lamberto Pignotti, Robert Rauschenberg, Pierre Réstany, Mimmo Rotella, Sarenco, Daniel Spoerri, Ben Vautier, Jacques Villeglé, Wolf Vostell, Bob Watts.
Libri d’artista di: Marcel Duchamp, Christo, Joseph Beuys, George Brecht, John Cage, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Dick Higgins, Diter Roth, Daniel Spoerri, Klaus Staeck, Ben Vautier, Wolf Vostell.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con testi di Andreas Hapkemeyer e Letizia Ragaglia (ita/dt/eng) edito da Museion, 100 pp, ill.