C’era una volta la capitale dell’arte contemporanea?
Quinto incontro de La Città Visibile. Torino 1988-2012 >>, il ciclo ideato dal Salone Internazionale del Libro e dal Circolo dei lettori per celebrare i venticinque anni del Salone. Appuntamento con Arte Contemporanea. Conduce Luca Beatrice, critico d’arte, presidente Circolo dei lettori.
Comunicato stampa
Quinto incontro de La Città Visibile. Torino 1988-2012 >>, il ciclo ideato dal Salone Internazionale del Libro e dal Circolo dei lettori per celebrare i venticinque anni del Salone.
Venerdì 23 marzo 2012 alle 21.00 al Circolo dei lettori (via Bogino, 9) appuntamento con Arte Contemporanea. Conduce Luca Beatrice, critico d'arte, presidente Circolo dei lettori. Con Valerio Berruti, artista; Ludovica Carbotta, artista; Walter Dang, stilista; Luigi Fassi, curatore; Olga Gambari, critico d'arte, curatrice e giornalista La Repubblica. Davide Scabin, chef Combal.Zero.
Nel 1988 il Castello di Rivoli, primo museo di arte contemporanea in Italia, è aperto da appena quattro anni e si appresta a entrare nella sua fase migliore. In città però è il deserto: chiusa la Gam in attesa di essere messa a norma, ancora lontane le Fondazioni private, Artissima di là da venire, il ruolo propulsivo lo giocavano le gallerie private, proponendo quei giovani che nel decennio successivo si sarebbero imposti all'attenzione generale. Sono proprio gli anni '90, nonostante la crisi economica e identitaria che attanaglia Torino, quelli in cui si impone una generazione creativa a 360 gradi che tocca i veri cambiamenti della città: artisti, scrittori, musicisti, cineasti tutti venuti alla ribalta nella prima parte della decade.
Poi le istituzioni scoprono che sostenere l'arte contemporanea può diventare un eccellente biglietto da visita e un palcoscenico meno ricco di altri, ma sicuramente mediatico. Per anni, fino al 2010 (con l'apertura del Maxxi a Roma), Torino è l'indiscussa capitale italiana dell'arte contemporanea, con le sue luci e i suoi musei, rivelatisi ben presto macchine costose soprattutto nella gestione quotidiana e sempre più carenti nella programmazione. Fino a scoprire che il sistema ha prodotto più spazi che artisti, non ha investito nulla sulla produzione e sull'ingegno locale, che i nostri giovani più bravi spesso risiedono fuori e che, rispetto ad altre città di fascia B (quelle intorno al milione di abitanti), Torino non ha prodotto nell'arte nulla di specifico: non la moda come Anversa o l'architettura come Rotterdam, tanto per fare due esempi. Nel 2012, dunque, ha ancora senso definire Torino capitale dell'arte contemporanea?
Com'è nello spirito del format, l'incontro non vuole essere quindi un percorso retrospettivo, uno sguardo a ritroso, quanto piuttosto un'occasione per capire come la creatività torinese attuale e futura siano plasmate dalla storia e dalle vicende di questi ultimi venticinque anni. E per questo - piuttosto che a collezionisti, galleristi e direttori di musei – si è voluto dare spazio ad artisti, curatori e personalità che intercettano in modo trasversale il rapporto fra l'arte contemporanea e le diverse configurazioni della creatività.
Oltre che dal confronto fra gli ospiti, lo sguardo sulla città dei suoni e i suoi protagonisti è restituito anche dall'occhio video di Marco Ponti. Il regista di Santa Maradona ha ideato e realizzato per ogni incontro de La Città Visibile due clip che raccontano volti, luoghi e suggestioni. Guarda su YouTube e su salonelibro.it la sigla-trailer con la «Mole blu» e i video degli incontri precedenti (Salone, 10 febbraio; Società, 24 febbraio; Cinema / Teatro, 12 marzo; Musica, 16 marzo).
L'incontro è trasmesso in diretta videostreaming su www.salonelibro.it e www.circololettori.it. Partecipa alla discussione su Twitter: #lacittavisibile.
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I protagonisti dell'incontro
Luca Beatrice è nato a Torino il 4 aprile 1961. Vive a Torino. Critico d'arte contemporanea e curatore, ha realizzato monografie e cataloghi di mostre personali di importanti artisti italiani e internazionali, in particolare delle ultime generazioni. Da luglio 2010 è Presidente del Circolo dei lettori di Torino. Negli ultimi venticinque anni ha curato numerose rassegne e mostre collettive. Ha collaborato con numerose istituzioni pubbliche e fondazioni private, tra cui Regione Piemonte, Maci – Provincia di Isernia, Gam Bologna, Museion – Bolzano, Galleria Civica -Trento, Mart– Rovereto, Comune di Vigevano, Triennale di Milano, Fondazione Palazzo Bricherasio – Torino. Curatore della Biennale di Praga (2003-2005), commissario alla sezione Anteprima della XIV Quadriennale (2004). È stato presidente della commissione nazionale del concorso Seat Pagine bianche d'autore (2004-2006). Curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009. È curatore della programmazione culturale per l'Assessorato alla Cultura del Comune di Perugia (2005-2011) e dell'XI e XII edizione del Premio Cairo (2010 e 2011). Ha pubblicato volumi e saggi sulla giovane arte italiana, fra cui Nuova Scena (G. Mondadori, 1995), Nuova Arte Italiana (Castelvecchi, 1998), Dizionario della giovane arte italiana (Politi, 2003), un saggio sul western all'italiana (Al cuore, Ramon, al cuore, Tarab 1996) e uno sulla giovane letteratura italiana (Stesso sangue, minimumfax 1999), il saggio Era Fiction sui rapporti tra arte e cinema (Fine Arts Unternehmen Books, 2004), la monografia dedicata a Renato Zero, dal titolo Zero, uscita per Baldini Castoldi Dalai nel giugno 2007. È inoltre autore del libro Da che arte stai? Una storia revisionista dell'arte italiana (Rizzoli 2010) e del volume incentrato sul rapporto tra musica e arte Visione di suoni. Le arti visive incontrano il Pop (Arcana 2010). Al suo grande amore, la Juventus, ha dedicato Gli uomini della Signora (Dalai 2011). È in uscita a marzo 2012 il suo nuovo libro Pop. L'artista come star (Rizzoli). Collabora con Il Giornale, TorinoSette e le riviste Arte e Rumore. È stato docente per più di dieci anni in storia dell'arte contemporanea all'Accademia di Brera, Milano; dall'autunno 2009 insegna all'Accademia Albertina di Torino.
Valerio Berruti. È nato ad Alba (Cn) nel 1977. Laureato in Critica d'Arte al Dams di Torino, vive e lavora a Verduno (Cn) in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995. Mostre personali principali. 2011, La rivoluzione terrestre, Chiesa di San Domenico, Alba (Cn); Too Much Light not to Believe in Light, Formal Military Accademy, Belgrado; Kizuna, Pola Museum Annex, Ginza - Tokyo. 2010, Una Sola Moltitudine, Fondazione Stelline, Milano. Mostre collettive principali: 2011, Cabinet de dessins, Villa La Versiliana, Pietrasanta (Lu); 2010 - Oltre il mito. Cavour nell'arte contemporanea, Castello Cavour, Santena. 2009, 53° Biennale Internazionale d'Arte di Venezia - Padiglione Italia; Campolungo. L'orizzonte sensibile del Contemporaneo, Complesso del Vittoriano, Roma.
Ludovica Carbotta. È nata nel 1982 a Torino, dove vive e lavora. Ha conseguito il diploma di Maturità, Primo Liceo Artistico Statale e ha frequentato la Scuola di Pittura all'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Tra le sue mostre personali si segnalano Spaziale Summer 2003, Spazio 211, Torino; la realizzazione dal vivo di opere pittoriche durante le rappresentazioni del musical Jesus Christ Superstar, con la compagnia Accolita del Trabattello e l'esposizione presso il Circolo Arci Asylum di Collegno. Per quanto concerne le mostre collettive: Una collettiva contemporanea, Galleria Artenero, Rivoli, Supermercado de Arte, Palazzo Bigli, Milano, Alessandro Sevà e Ludovica Carbotta, Galleria Artenero, Rivoli, Akkafactor, Jam Club, Murazzi del Po, Torino, Mercandè - La nouvelle vague Torinese, mercato di Porta Palazzo, Torino.
Walter Dang. Stilista, affascinato fin dall'infanzia dalle stoffe, dalle forme, dalla possibilità di modificare i volumi, muove i primi passi nel mondo della moda negli affollati atelier degli istituti di alta sartoria francesi. Terminati gli studi, viene immediatamente notato per le sua qualità creative e le capacità sartoriali e intraprende alcune proficue collaborazioni in diverse case d'alta moda a Parigi. Ben presto stanco e deluso dal rutilante e a volte superficiale mondo della moda, Walter se ne allontana per concentrarsi sui propri altri interessi. Solo nel 2003, trasferitosi in Italia, decide di accostarsi nuovamente alla moda, in maniera totalmente autonoma e personale e apre la sua prima boutique a Torino. Subito viene invitato presso Alta Roma per presentare il suo stile: Walter Dang possiede un talento fresco nell'impostazione e maturo nello stile, poliedrico per ispirazione e dall'indubbio respiro internazionale. Le origini franco-ispano-vietnamite sono il sostrato di base della sua creatività e continua fonte d'ispirazione. Gioca con i tessuti, le forme, i colori: la creazione di pezzi unici, sartoriali, dal dettaglio raffinato e dai riferimenti eterogenei, rientra in un'idea di couture e lusso che, insieme alla più pura libertà espressiva, rappresenta ormai il suo tratto distintivo.
Luigi Fassi è direttore di ar/ge kunst Galerie Museum a Bolzano dove ha curato, fra le altre, mostre monografiche di Runo Lagomarsino, Chto Delat?, Mark Boulos, William E. Jones, Eva Kotatkova. Helena Rubinstein Curatorial Fellow presso il Whitney Museum ISP a New York nel 2008-2009, ha organizzato diverse mostre in ambito internazionale. Suoi contributi critici appaiono su Mousse, Artforum, Site, Flash Art, Klat, Pastelegram. Nel 2011 ha pubblicato Clement Greenberg. L'avventura del modernismo, Johan & Levi, 2011 e nel 2009 Time Out of Joint: Recall and Evocation in Recent Art, Yale University Press, 2009.
Olga Gambari. Nata a Torino nel 1971, è curatore, critico d'arte e giornalista. Collabora con La Repubblica e Flash Art. Dal 2010 è direttore del free press di arte contemporanea ArteSera.
Davide Scabin. Artefice e ideologo del Combal.Zero, inserito nella splendida cornice del Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, è considerato dalla critica internazionale uno dei più talentuosi interpreti della cucina di ricerca. Ritmi e tempi di cottura, preparazione e servizio rigorosamente calcolati e codificati, attenzione maniacale per la cura dei particolari, massima valorizzazione coreografica dell'ambiente circostante: è questo il precursore del moderno «art & food design». Scabin incanta i suoi ospiti con preparazioni uniche frutto di un orientamento al design progettuale e di una lunga sperimentazione su materie prime, forme, consistenze e temperature. Un approccio che apre un nuovo capitolo nel modo di concepire il cibo, premiato con il riconoscimento delle due stelle Michelin, le tre forchette del Gambero Rosso e il 28° posto nel ranking mondiale World's 50 Best Restaurants Award.