Natura morta del XVII e XVIII secolo
Dalle collezioni dell’Accademia Carrara di Bergamo. Mazzi di rose, vasi istoriati, strumenti musicali: sono alcuni dei soggetti delle opere accuratamente selezionate dai depositi del museo bergamasco.
Comunicato stampa
La mostra “Natura morta del XVII e XVIII secolo dalle collezioni dell’Accademia Carrara di Bergamo” ha l’obbiettivo di esibire per la prima volta al pubblico i dipinti più significativi costituenti il corpus di nature morte di proprietà del Museo bergamasco – la maggior parte dei quali non visibili al pubblico perché custoditi nei depositi –, nonché di presentare le importanti scoperte emerse dopo l’accurato studio filologico condotto dal curatore Davide Dotti che ha portato alla luce il delizioso Bouquet di fiori entro vaso istoriato bluette di Francesco Mantovano – maestro di origini venete attivo a Roma verso la metà del Seicento sulla scia del grande Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori –, ed il raffinatissimo Mazzo di Rose entro boccia di vetro già attribuito ad Antonio Mezzadri, ed ora restituito alla mano del pittore modenese Adeodato Zuccati.
Accanto a queste recenti trouvailles, si ammireranno i capolavori dell’Accademia Carrara conosciuti a livello internazionale quali gli straordinari dipinti con strumenti musicali di Evaristo Baschenis e dell’allievo Bartolomeo Bettera, nonché una strepitosa coppia di gustose tele con frutta, verdura e cibarie del misterioso pittore caravaggista noto con il nome “Maestro SB".
Tra gli Artisti presenti all’esposizione - oltre ai citati – non mancheranno le tele del maestro Paolo Paoletti, “industre emulator della Natura", nato a Padova ma che sviluppò la sua attività lontano dalle grandi scuole di natura morta del Seicento, cioè a Udine, dove operò fino alla morte, avvenuta nel 1735.
L'esposizione Natura morta del XVII e XVIII secolo dalle collezioni dell’Accademia Carrara di Bergamo darà quindi l’occasione al pubblico di emozionarsi di fronte ad una significativa selezione di still life del ‘600 e del ‘700 eseguite da artisti dotati di esimie capacità tecniche e pittoriche che, avvalendosi di estro creativo e raffinata sensibilità estetica, seppero conferire alla natura quello splendore e quella vitalità che ancora oggi meravigliano e seducono lo spettatore.