Sveva Bellucci – Move
Ho iniziato questo progetto nel 2008 quando sono entrata, subito dopo il trasloco, in una casa vissuta per cinquant’anni dagli stessi inquilini. La casa, svuotata, conservava un vissuto ormai solo apparente, ma paradossalmente tangibile. Ero davanti ad un vero e proprio contenitore di storie…….
Comunicato stampa
Move
L’occhio magico di Sveva
Eravamo oggetti, siamo ora cose.
Eravamo impronte della vita destinate a svanire; ora siamo messaggeri del tempo. Eravamo macchie, screziature, volgari patacche, mute presenze marginali e desuete, ferite incurabili su spoglie incustodite;
Siamo ora orme di ricordi sopravvissute all’oblio, tracce sottili di esistenze al quotidiano, tramutate in rivelazioni, improbabili segni del tempo promossi a chimerici paesaggi narrativi.
Eravamo schiavi ordinari siamo ora decorosi patrizi.
Promossi da servi obbedienti a protagonisti di senso; da oggetti di distratta indifferenza a soggetti di tenera attenzione; da stigmate d’indifferenza a tesori simbolici della vita domestica.
Riti di trasfigurazione per magiche emancipazioni hanno travolto le nostre meste esistenze.
L’occhio magico di Sveva muta il nostro silenzio in parole;
Parole senza fine, poiché inesauribili sono i nostri messaggi;
Tanti messaggi quante sono le persone predisposte ad ascoltarli con lo sguardo;
Tante epistole parlanti quanti sono gli occhi che le ascoltano;
Missive dal sapore di fiaba, che raccontano lembi di esistenza felice in luoghi immaginari.
L’occhio magico di Sveva varca gli usci delle nostre pene;
Coglie nella nostra nascosta identità i segni della nostra nobiltà;
Spia il nostro avvenire dietro gli steccati del nostro abbandono;
Scova il nostro destino nelle metafore delle nostre parvenze;
Tratteggia i confini delle nostre nuove dimore;
Rivela parentele con antenati d’arte.
Riti di trasfigurazione per l’iniziazione alla vita.
Sveva convoca, annuncia, lancia, chiama.
Traccia la rotta di viaggi senza meta;
Propone complicità inattese con amici improbabili;
Insinua i nostri fantasmi in celesti tramagli ;
Poi, con mesto amore e con discreto orgoglio, ci schiude gli usci del mondo.
Fabrizio Sabelli